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AMBIENTE, politica e Fisco. Clima, tasse e consenso: cosa pensa l’elettorato italiano della transizione ecologica


Roma, 31 maggio 2025, a cura di Maria Abate – Project Tempo, organizzazione di ricerca indipendente e imparziale a livello europeo, ha presentato ieri un nuovo studio che approfondisce gli atteggiamenti degli italiani nei confronti dell’economia, della transizione climatica ed energetica, dell’accettazione delle infrastrutture pulite, delle differenze a livello locale e dell’impegno personale per la transizione ecologica.

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PROGRAMMA ITALIA DI PROJECT TEMPO

All’evento di lancio tenutosi a Roma, lo studio è stato presentato con i contributi di Enrico Giovannini, già ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile nell’esecutivo presieduto da Mario Draghi (2021-22), da poco nominato membro del Comitato consultivo delle Nazioni Unite per un multilateralismo efficace; inoltre, sono intervenute Chiara Di Mambro (direttrice della Strategia per l’Italia e l’Europa del think tank ECCO), Pandora Lefroy (Founder di Project Tempo) e di Lucy Harris (responsabile del Programma Italia di Project Tempo). Il dibattito si è incentrato sull’approfondimento delle implicazioni sociali e politiche della transizione ecologica alla luce dei risultati dello studio. In esso, particolare attenzione è stata dedicata alle regioni italiane che risultano in ritardo nel raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione europea in materia di energie rinnovabili, cioè Puglia, Sicilia e Sardegna.

INFRASTRUTTURE ENERGETICHE: LE REGIONI IN RITARDO

In questi territori, nei quali la resistenza alle nuove infrastrutture energetiche è maggiormente pronunciata, lo studio ha posto alla luce quali incentivi locali sarebbero più efficaci nell’aumentare l’accettazione da parte delle comunità. In Puglia, ad esempio, la ricerca ha evidenziato l’importanza dei potenziali benefici economici derivanti da progetti energetici locali, come bollette più basse, posti di lavoro ben retribuiti e una maggiore cooperazione tra imprese, enti locali e comunità. Oltre ai dati quantitativi, grazie alla collaborazione con il think tank ECCO, il rapporto ha fornito anche un ritratto qualitativo e articolato dell’elettorato italiano, identificando cinque profili socioeconomici e politici che riflettono i valori, le convinzioni economiche e l’atteggiamento della popolazione riguardo a questioni quali la crisi climatica.

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L’ELETTORATO ITALIANO IN CINQUE CATEGORIE

Si tratta degli eco-sostenitori, cioè cittadini socialmente progressisti che da tempo sostengono politiche ambientali ambiziose e sono disposti a fare sacrifici personali, ma delusi dall’inefficacia delle istituzioni; gli esclusi in difficoltà, persone spesso in condizioni socioeconomiche precarie che riconoscono la necessità della transizione ma temono il suo impatto sul loro benessere; i tradizionalisti, elettori orientati verso formazioni di centrodestra che, pur riconoscendo il valore strategico degli investimenti «verdi» diffidano però delle politiche eccessivamente rapide o economicamente onerose; gli individualisti, cioè coloro i quali conferiscono priorità alla crescita economica e alla sicurezza personale, che sostengono le misure ambientali se ne comprendono i tangibili benefici sul piano economico; infine gli scettici sul clima, per lo più persone anziane e, di massima conservatori, che tendono a minimizzare la crisi climatica, considerandola un fenomeno naturale e non sostengono il contributo personale.

TRANSIZIONE È COMUNICAZIONE

In un contesto così frammentato, lo studio del Progetto Tempo sottolinea la necessità di politiche e strategie di comunicazione differenziate, che si rivolgano ai diversi gruppi della società italiana. Il successo della transizione energetica ed ecologica dipenderà non solo dalla qualità tecnica delle soluzioni proposte, ma anche dalla loro capacità di costruire un consenso ampio, stabile e trasversale. Per raggiungere questo obiettivo, sarà fondamentale coniugare sostenibilità ambientale, sicurezza economica e benessere sociale. Soluzioni che affrontino i timori, le speranze e le priorità di diversi gruppi possono coinvolgere anche i cittadini più scettici, trasformandoli da spettatori passivi ad attori partecipi. Lo studio sottolinea come il sostegno alla transizione ecologica non si costruisca con slogan o imposizioni, ma attraverso idee, relazioni di fiducia tra cittadini e istituzioni, fondate su trasparenza, dialogo e risultati concreti. È con questo spirito che il rapporto invita a ripensare il modo in cui gli aspetti della transizione vengono attuati e comunicati, ponendo l’accento sul dialogo, sulla responsabilità condivisa e sulla valorizzazione delle differenze. Si tratta di un cambiamento culturale, ancor prima che tecnologico.

SOSTENERE LA DECARBONIZZAZIONE

Ad avviso di Enrico Giovannini «Project Tempo presenta un nuovo modo di analizzare l’opinione pubblica su clima ed economia in Italia, utilizzando i suoi metodi di ricerca MRP. I dati mostrano una reale volontà di sostenere la transizione, soprattutto quando le politiche sono trasparenti e accompagnate da benefici tangibili. In molte regioni d’Italia, l’impegno a ridurre i costi dei servizi pubblici locali e a creare posti di lavoro ben retribuiti contribuirebbe a sostenere progetti infrastrutturali per le energie rinnovabili, che a loro volta favorirebbero la decarbonizzazione. Sono contento di poter approfondire i dati che sono stati presentati e di sostenerli nella ricerca in corso su clima e politiche economiche». Mentre Chiara Di Mambro ha aggiunto che: «La sfida della transizione ecologica va oltre l’innovazione tecnologica: è una questione di equità sociale e partecipazione democratica. I dati del Progetto Tempo mostrano quanto il consenso sociale dipenda dalla capacità di ascoltare e coinvolgere i cittadini, rispondendo alle loro aspettative di equità e benefici tangibili».

TENERE IN DEBITO CONTO LE DIVERSITÀ

«La transizione ecologica sarà veramente efficace solo se riuscirà a coinvolgere tutti, compresi coloro che attualmente sono più distanti dal dibattito sul clima – ha quindi concluso la direttrice della Strategia per l’Italia e l’Europa del think tank ECCO -, poiché comprendere i valori, i timori e le aspirazioni dei cittadini è il primo passo verso la costruzione di politiche eque e concrete, radicate nelle comunità, politiche in grado di innescare davvero il cambiamento necessario per la transizione». Infine, Pandora Lefroy ha sottolineato che «utilizzando la nostra ricerca e nuovi strumenti di analisi dei dati per concentrarci sui valori degli italiani, siamo in grado di comprendere la posizione dei diversi gruppi della popolazione italiana sulle diverse politiche ambientali ed economiche. La transizione energetica ed ecologica deve tenere conto delle diverse realtà sociali, economiche e culturali del Paese. Con questo studio, intendiamo offrire uno strumento pratico per ascoltare i cittadini e costruire politiche climatiche realmente inclusive e ampiamente condivise».

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PROJECT TEMPO

Project Tempo è un’organizzazione no-profit indipendente e apartitica che sviluppa strategie politiche per la crescita economica e la sostenibilità ambientale. Grazie alle sue solide capacità analitiche e di ricerca, collabora con i partner per fornire dati e soluzioni politiche volte a promuovere sia la decarbonizzazione che la produttività. Un consiglio di amministrazione e un comitato consultivo internazionale garantiscono che la missione dell’organizzazione rimanga di alta qualità e indipendente.

METODOLOGIA MULTILEVEL REGRESSION WITH POST STRATIFICATION (MRP)

La tecnica statistica Multilevel Regression with Post stratification combina la regressione gerarchica e la post-stratificazione per stimare opinioni o comportamenti in sottogruppi della popolazione. È particolarmente efficace con campioni non rappresentativi e fornisce stime affidabili a livello locale. Project Tempo utilizza l’MRP per analizzare l’opinione pubblica a livello di distretto elettorale, andando oltre le medie nazionali per identificare le variazioni nei collegi elettorali chiave. Implementando l’analisi MRP, Project Tempo è in grado di mappare i gruppi target, condurre analisi del sentiment e comprendere le aree di sostegno/opposizione a tecnologie e politiche a livello di distretto.



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