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Zis, nuovo modello per l’industria


Tra crisi energetiche, tensioni geopolitiche e rivoluzioni tecnologiche e sostenibili, fare impresa oggi è più complesso che mai. In questo contesto, anche il ruolo del settore pubblico si evolve: da semplice regolatore a protagonista attivo, chiamato a creare le condizioni per rafforzare la competitività delle imprese, sostenere le filiere produttive e attrarre investimenti nei territori. È quanto sta avvenendo in Lombardia, dove la Regione ha messo in campo una serie di strumenti pensati per supportare il tessuto imprenditoriale. “La manifattura lombarda si confronta oggi con alcuni ostacoli che ne mettono alla prova la tenuta e la competitività”, sottolinea Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico di regione Lombardia. “In primo luogo, l’instabilità geopolitica: lo spettro dei dazi, anche se non dovesse tradursi concretamente, crea un’incertezza di fondo che rende difficile per le imprese fare pianificazioni a medio e lungo termine”. Un secondo nodo, evidenzia Guidesi, riguarda il quadro normativo europeo, che – pur spingendo nella giusta direzione della transizione sostenibile – impone costi e investimenti altamente gravosi per le aziende. A questo si somma il tema del caro energia, che penalizza in particolare il sistema produttivo italiano rispetto a quello di altri Paesi europei.

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“Inoltre – aggiunge – trovare lavoratori qualificati è sempre più difficile. Non si tratta solo di una questione di formazione, ma di una reale carenza di risorse disponibili sul mercato del lavoro”. Per dare una spinta e valorizzare il potenziale ancora inespresso del tessuto produttivo lombardo la Regione si appresta a lanciare nella seconda parte dell’anno le Zone di Innovazione e di Sviluppo (Zis). Si tratta di un nuovo modello di politica industriale: “L’idea è quella di sostenere aggregazioni spontanee di soggetti pubblici e privati – localizzati in un determinato territorio – che condividano una vocazione produttiva ed economica ben definita”, spiega Guidesi. L’obiettivo è di favorire la cultura dell’innovazione, potenziare i flussi di conoscenza tra università, centri di ricerca, imprese e mercati, rafforzare la competitività dei territori e costruire nuove traiettorie di sviluppo, ma anche di attrarre nuovi investimenti. “Non vogliamo adottare un approccio uniforme a livello istituzionale, ma costruire risposte mirate, calibrate sulle esigenze specifiche dei singoli settori – soprattutto in un contesto in cui le contingenze economiche evolvono con grande rapidità. Le Zis si inseriscono proprio in questa logica”, osserva l’assessore allo Sviluppo economico.

Alla base ci sarà una mappatura dettagliata, che permetterà di individuare gli attori da coinvolgere in ciascuna Zis, con la possibilità di includere anche soggetti strategici esterni all’area geografica di riferimento.

L’istituzione delle Zis avverrà su proposta dei territori, attraverso un bando regionale per manifestazioni d’interesse. I criteri premieranno le iniziative capaci di attivare sinergie pubblico-private, attrarre talenti e capitali, promuovere formazione e generare partnership a livello locale, nazionale e internazionale. Ogni Zis sarà valutata anche in termini di impatto economico e sociale, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile in altre aree della regione. “In questo modo – spiega Guidesi – come Regione puntiamo a consolidare quanto costruito finora: restare una terra manifatturiera, capace di offrire alle imprese un ambiente dinamico e favorevole alla crescita. Vogliamo continuare a creare le condizioni perché fare impresa in Lombardia sia, oggi più che mai, una scelta conveniente”. Accanto a questa visione di medio-lungo termine, la Regione continua a sostenere anche le esigenze più immediate delle imprese. Con il bando Nuova Impresa 2025 (oltre dieci milioni di euro), si punta a favorire l’avvio di nuove attività, inclusi i lavoratori autonomi. Il microcredito regionale, dotato di 24 milioni, offre invece un canale semplificato per l’accesso a piccoli finanziamenti da parte di Pmi e professionisti.

Per stimolare l’innovazione, è attivo Lombardia Venture, un fondo pensato per agevolare l’ingresso nel capitale di startup e scale-up. Sul fronte delle imprese consolidate, sono operative sei misure, tra cui Quota Lombardia (25 milioni, per incentivare le quotazioni in Borsa), il fondo Confidiamo nella ripresa – Energia (contro il caro bollette) e il bando Imprese storiche (10 milioni per sostenere realtà con una lunga tradizione). Infine, tra le iniziative volte a valorizzare l’identità produttiva del territorio, la Regione promuove anche il rilancio dell’artigianato, puntando sui giovani e sulla trasmissione del “saper fare”. Un esempio concreto è il Festival Made in Lombardia, evento dedicato ai giovani artigiani giunto quest’anno alla seconda edizione, che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano.

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