di Bessem Ben Dhaou –
SFAX (Tunisia). La Tunisia sta attraversando una fase di profonda trasformazione legislativa nel settore del lavoro. Nei giorni scorsi l’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo ha approvato la legge n. 16-2025, che vieta formalmente il subappalto di manodopera e introduce il contratto a tempo indeterminato come forma ordinaria di assunzione. Questa riforma mira a rafforzare i diritti dei lavoratori e a garantire condizioni lavorative più stabili. Tuttavia la riforma ha sollevato preoccupazioni riguardo alle sue implicazioni economiche e sociali.
Secondo l’Unione Generale Tunisina del Lavoro (UGTT), numerose aziende hanno iniziato a licenziare i lavoratori impiegati tramite contratti di subappalto, anticipando l’entrata in vigore della nuova normativa. Nel settore turistico Mohamed Barkati, presidente dell’Unione del Turismo e dell’Artigianato, ha riferito che oltre 1.200 lavoratori sono stati licenziati da vari hotel e strutture turistiche. Barkati ha sottolineato che molte aziende hanno accelerato la cessazione dei contratti dei lavoratori non ancora stabilizzati, suscitando timori sull’impatto di queste misure sulla stagione turistica estiva.
La legge n. 16-2025 stabilisce che tutti i contratti di lavoro a tempo determinato saranno automaticamente convertiti in contratti a tempo indeterminato, senza necessità di stipulare un nuovo contratto o attendere la scadenza di quello esistente. Inoltre i lavoratori precedentemente impiegati tramite subappalto saranno considerati dipendenti a tutti gli effetti dell’azienda beneficiaria dei loro servizi, a partire dalla data di entrata in vigore della legge. L’anzianità maturata durante il periodo di subappalto sarà riconosciuta, a condizione che il rapporto di lavoro sia stato continuo senza interruzioni superiori a un anno .
L’UGTT ha accolto favorevolmente la legge, definendola un passo significativo verso l’eliminazione della precarietà lavorativa e la promozione della stabilità occupazionale. Tuttavia alcuni economisti e imprenditori esprimono preoccupazioni riguardo all’aumento dei costi operativi per le aziende, che potrebbero portare a una riduzione del personale o a un congelamento delle assunzioni, con conseguente aumento della disoccupazione. Fawzi Abdel Rahman, ex ministro dell’Occupazione, ha osservato che le modifiche legislative sono state elaborate con un approccio prevalentemente giuridico e amministrativo, senza considerare adeguatamente le implicazioni economiche, il che potrebbe influenzare negativamente il mercato del lavoro e gli investimenti stranieri.
Queste riforme arrivano in un momento in cui la Tunisia affronta sfide economiche significative. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 16% alla fine del terzo trimestre del 2024. Vi è il timore che le nuove disposizioni possano aggravare la situazione, specialmente se non saranno accompagnate da misure di supporto per le aziende e i lavoratori colpiti dalle modifiche legislative.
La nuova legge rappresenta un tentativo ambizioso di riformare il mercato del lavoro tunisino, promuovendo la stabilità e i diritti dei lavoratori. Tuttavia, la sua implementazione richiede un’attenta gestione per evitare effetti negativi sull’economia e sull’occupazione. È fondamentale che il governo adotti misure complementari per facilitare la transizione e sostenere sia le imprese che i lavoratori durante questo periodo di cambiamento.
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