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Science4Policy: come superare il divario scienza-politica in Europa


Crisi globali, trasformazioni climatiche, rapide innovazioni tecnologiche: la qualità delle decisioni pubbliche è sempre più legata alla capacità di integrare solide evidenze scientifiche nei processi di policy-making.

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È qui che entra in gioco il concetto di Science4Policy, ovvero l’insieme di pratiche, strumenti e competenze che permettono alla scienza di informare le politiche, colmando il divario spesso profondo tra chi produce conoscenza e chi prende decisioni.

Le sfide di un dialogo necessario ma complesso

La collaborazione tra scienza e politica è tutt’altro che scontata. I due mondi operano secondo logiche e tempi molto diversi: la scienza si basa su rigore, metodo, trasparenza e tempi lunghi; la politica è costretta a muoversi tra vincoli di tempo, pressioni mediatiche e priorità contingenti. Anche il linguaggio crea barriere: tecnicismi da un lato, slogan dall’altro.

A tutto questo si aggiunge una storica mancanza di formazione reciproca. La formazione dei ricercatori spesso non include competenze comunicative utili per interagire con pubblici non specialistici, come decisori politici o cittadini e non sono abituati a comunicare i propri risultati al di fuori dell’ambito accademico. Mentre molti decisori politici non hanno familiarità con i processi della ricerca e con il significato profondo di termini come “incertezza” o “significatività statistica”. Questo può generare incomprensioni, diffidenze, o peggio ancora, l’uso strumentale della scienza.

Emblematici, in questo senso, sono casi recenti come la pandemia da COVID-19 o il dibattito pubblico sul cambiamento climatico. In entrambi i casi, l’urgenza delle decisioni ha evidenziato quanto sia cruciale, ma anche difficile, rendere la scienza accessibile, comprensibile e rilevante per chi governa — senza semplificazioni eccessive né fraintendimenti.

Un’altra difficoltà è la rappresentazione del processo scientifico nei media: troppo spesso si raccontano solo i risultati finali, come se fossero verità definitive, mentre la scienza è fatta di dubbi, revisioni e dialogo. È come conoscere solo il punteggio finale di una partita senza aver visto come si è giocata. Ma per costruire fiducia nel metodo scientifico, serve mostrare anche il “come” oltre al “cosa”.

In questo scenario complesso e dinamico, si fa sempre più urgente un cambio di paradigma che consenta di costruire un ecosistema dove scienza e politica non si ignorino, ma si parlino — e si ascoltino — con consapevolezza reciproca.

L’approccio di Skills4EOSC: un ponte tra ricerca e policy

Per rispondere a queste sfide, il progetto europeo Skills4EOSC ha sviluppato un approccio integrato alla formazione e alla creazione di strumenti per favorire l’incontro tra comunità scientifica e decisori pubblici. Nell’ambito di un work package dedicato a Science4Policy, il progetto ha ideato corsi di formazione, workshop pratici e un booklet con le buone pratiche, pensati per costruire un linguaggio comune e competenze condivise tra ricercatori, “honest brokers”, funzionari e policy maker.

Attraverso l’uso di temi scientifici concreti ad alto impatto sociale e l’applicazione dei principi della Scienza Aperta, Skills4EOSC dimostra come sia possibile promuovere decisioni pubbliche più consapevoli, basate su evidenze accessibili, trasparenti e condivisibili.

Un percorso di formazione per rafforzare il dialogo tra scienza e politica

Uno dei risultati più concreti è la creazione di sette corsi di formazione riutilizzabili, pensati per formare policy maker, funzionari pubblici e honest broker sui fondamenti della scienza aperta e sull’approccio evidence-informed. I corsi coprono un ampio spettro di competenze: dall’introduzione alla scienza aperta, agli aspetti etici e legali, dalle strategie collaborative alle politiche di implementazione, fino alla governance dei dati.

Ogni corso prevede moduli di autoapprendimento, una sessione live e il rilascio di badge digitali. Completando l’intero percorso si ottiene la certificazione come Open Science and Evidence-informed Decision-Making Instructor, abilitando così i partecipanti ad adattare i contenuti al proprio contesto locale. Una volta ultimato il corso, questo rimane sempre accessibile nella piattaforma di eLearning di Skills4EOSC in modalità di autoapprendimento.

Workshop pratici per sperimentare il dialogo science4policy

Particolarmente efficace si è rivelato il workshop “The Practice of Informing Policy Through Evidence”, che ha unito teoria e pratica in due giornate intense. Il primo giorno è stato dedicato alla riflessione sul ruolo del ricercatore nella società, mettendo in luce l’importanza di una comunicazione chiara, empatica e trasparente.

Nel secondo giorno, i partecipanti hanno preso parte a una simulazione pratica: suddivisi per area scientifica, hanno scelto un ruolo tra quelli proposti (scienziato puro, arbitro, sostenitore o mediatore onesto) e si sono confrontati in una tavola rotonda in stile televisivo, con riprese video professionali. Il debriefing finale ha offerto l’occasione per analizzare punti di forza e criticità emerse durante l’esercizio, soffermandosi in particolare su quanto sia complesso mantenere coerenza e chiarezza comunicativa in contesti dinamici e imprevedibili.

Il workshop ha avuto un forte impatto formativo, il report e tutti i materiali (presentazione di Alessandro Allegra ‘Engaging with policymakers: key concepts and institutional pathways in Science for Policy‘, e di Petra Buljevic and Marko Košiček ‘Bridging the gap between research and decision-making’ sono disponibili online nella comunità Zenodo del progetto.

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Strumenti operativi e buone pratiche europee

Per supportare i Centri di Competenza e stimolare nuove iniziative, Skills4EOSC ha realizzato il Science4Policy Kit: una risorsa pratica che raccoglie buone pratiche europee, organizzate in dieci categorie. Si va dai consiglieri scientifici per i governi, alle reti di scienziati, dalle evidenze sintetiche ai centri accademici, fino a media specializzati, hackathon e pairing schemes, programmi di affiancamento.

Il booklet, scaricabile dal sito del progetto, è stato costruito con un approccio misto (analisi del panorama e survey) e fornisce casi studio di riferimento che possono essere adattati a livello locale. È uno strumento utile non solo per la formazione, ma anche per ispirare nuove iniziative policy-oriented.

Metodologie efficaci per iniziative Science4Policy sostenibili

Uno degli obiettivi centrali del progetto Skills4EOSC è stato quello di andare oltre la formazione, raccogliendo e condividendo buone pratiche per rendere le iniziative Science4Policy più efficaci, sostenibili e replicabili. Dalle attività del progetto — corsi, workshop, osservazioni sul campo e sviluppo del Science4Policy Kit — emergono quattro elementi fondamentali:

Coinvolgimento precoce degli stakeholder

Una buona iniziativa Science4Policy si costruisce insieme alle parti interessate, non si impone dall’alto. Il coinvolgimento di ricercatori, decisori politici, funzionari pubblici e altri attori chiave permette di progettare attività aderenti ai bisogni reali. Programmi di affiancamento (pairing scheme), maratone collaborative (hackathon) o conferenze tematiche funzionano davvero solo se basati sull’ascolto reciproco e sulla co-progettazione fin dalle prime fasi dell’ideazione.

Formazione mirata e strumenti pratici

Molti ricercatori non sono abituati a dialogare con i policy maker, così come molti decisori non hanno familiarità con i processi della ricerca. Skills4EOSC ha mostrato che la formazione su Open Science, comunicazione efficace e processi decisionali basati sulle evidenze è cruciale per colmare questo divario. Tool pratici, come infografiche, booklet e simulazioni, si sono rivelati particolarmente efficaci.

Partecipazione attiva e consapevole

Le iniziative di maggior impatto sono quelle che coinvolgono i partecipanti come protagonisti, non solo come destinatari. Nei workshop del progetto, ad esempio, i ricercatori sono stati messi in condizione di sperimentare diversi ruoli nel dialogo con i decisori, analizzando poi criticamente le proprie performance. Questo tipo di approccio esperienziale rafforza la consapevolezza e le competenze, rendendo l’apprendimento più duraturo.

Sostenibilità e valorizzazione dei risultati

Affinché un’iniziativa Science4Policy non resti un’esperienza isolata, è essenziale inserirla in strutture permanenti — come università, enti di ricerca o amministrazioni pubbliche — e garantirne la continuità nel tempo. Allo stesso modo, la condivisione dei risultati (anche attraverso toolkit, video, pubblicazioni) moltiplica l’impatto e ispira nuove iniziative in altri contesti.

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Verso politiche pubbliche più informate

Il progetto Skills4EOSC dimostra come sia possibile rafforzare il dialogo tra scienza e politica attraverso formazione, consapevolezza e strumenti concreti. La Scienza Aperta gioca un ruolo chiave in questo processo: non solo come insieme di pratiche, ma come vero e proprio cambiamento culturale che valorizza la trasparenza, la collaborazione e l’impatto sociale della ricerca.

Per affrontare le sfide del nostro tempo, serve un’alleanza più forte tra conoscenza e decisione. Science4Policy non è un’opzione, ma una necessità. E con le competenze, le risorse e gli approcci giusti, può diventare una realtà diffusa e trasformativa.



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