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La relazione annuale 2024 Banca d’Italia


Banca d’Italia ha pubblicato il 30 maggio la propria relazione annuale 2024, concernente l’andamento dell’economia mondiale, di quella dell’area euro e di quella italiana in particolare, con dati statistici e analisi sugli andamenti settoriali e gli investimenti delle imprese, nonché del mercato del lavoro.

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In estrema sintesi, nella relazione annuale 2024 di Banca d’Italia, emergono i seguenti dati congiunturali:

  • nel 2024 la crescita dell’economia globale è rimasta moderata, ma disomogenea:
    • le economie avanzate, trainate dagli Stati Uniti, hanno mostrato dinamismo, mentre le emergenti hanno rallentato lievemente
    • l’inflazione si è ridotta nelle principali economie, creando le condizioni per un allentamento della politica monetaria
    • in Giappone il ritorno dell’inflazione ha richiesto un aumento dei tassi dopo due decenni
    • la nuova amministrazione USA ha introdotto dazi commerciali superiori alle attese, generando forte incertezza sui mercati e spingendo verso una rinnovata polarizzazione geopolitica e frammentazione del commercio mondiale.
  • nell’area dell’euro:
    • il PIL è cresciuto dello 0,9%, sostenuto dai consumi e da un saldo positivo della bilancia commerciale
    • l’inflazione è scesa al 2,4%, grazie soprattutto al calo dei prezzi alimentari e delle componenti di fondo
    • la BCE ha avviato un ciclo di riduzione dei tassi, portando il tasso sui depositi al 2,25%
    • la politica monetaria resta guidata dai dati, in un contesto di elevata incertezza: le condizioni finanziarie si sono inizialmente distese, ma le tensioni geopolitiche e i nuovi dazi hanno riacceso la volatilità.
  • in Italia:
    • il PIL è aumentato dello 0,7%, con un apporto bilanciato tra domanda interna ed estera
    • i consumi pubblici hanno sostenuto la crescita, mentre gli investimenti hanno rallentato, colpiti dalla contrazione degli incentivi fiscali e dal calo della domanda
    • il PNRR ha inciso positivamente sulle costruzioni non residenziali
    • l’inflazione è scesa all’1,1%, contribuendo al recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
  • il sistema produttivo ha mostrato andamenti eterogenei:
    • il valore aggiunto è aumentato moderatamente, ma l’industria ha ristagnato, penalizzata dalla manifattura, mentre il comparto energetico ha mostrato segni di ripresa
    • gli investimenti in macchinari e attrezzature sono calati, frenati da una domanda interna ancora debole
    • la produttività del lavoro è diminuita per il secondo anno consecutivo
    • le imprese continuano a scontare un divario strutturale negli investimenti in R&S e nel numero di brevetti
    • si rilevano progressi nella digitalizzazione e nella adozione di tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale
    • sul fronte ambientale, prosegue la diffusione di impianti da fonti rinnovabili, ma le imprese restano esposte a elevati rischi climatici e idrogeologici.
  • il mercato del lavoro ha mantenuto un buon dinamismo:
    • l’occupazione è cresciuta più del PIL, trainata dai contratti a tempo indeterminato e dall’incremento dell’offerta da parte degli over 55
    • la disoccupazione è scesa ai minimi da 17 anni
    • l’immigrazione ha parzialmente compensato la riduzione della popolazione in età da lavoro, sebbene i lavoratori stranieri restino concentrati in settori a bassa stabilità
    • i salari contrattuali sono aumentati, ma in termini reali risultano ancora inferiori ai livelli del 2021
    • il tasso di partecipazione è rimasto elevato, e il numero di posti vacanti è cresciuto, segnalando una crescente pressione per il reclutamento di manodopera qualificata.
  • nel settore bancario, la dinamica del credito è rimasta debole, sebbene in fase di graduale ripresa:
    • i prestiti alle imprese continuano a contrarsi per via della domanda fiacca, mentre quelli alle famiglie – in particolare i mutui – hanno ripreso a crescere, stimolati dalla riduzione dei tassi
    • la qualità del credito si è mantenuta stabile, con un lieve aumento del tasso di deterioramento nei prestiti alle imprese
    • la redditività delle banche è migliorata grazie all’aumento delle commissioni e alla scadenza delle TLTRO3, che ha ridotto il costo del funding
    • la patrimonializzazione è cresciuta, sostenuta dagli utili non distribuiti
    • prosegue la trasformazione digitale, con sperimentazioni sull’intelligenza artificiale nella valutazione del merito creditizio
    • circa un terzo degli istituti ha avviato l’erogazione di prestiti verdi, mentre restano ritardi nella gestione dei dati ambientali
    • Banca d’Italia ha attivato una riserva di capitale sistemico, da completare entro giugno 2025, per rafforzare la resilienza del sistema finanziario.



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