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Nel primo trimestre del 2025, gli utili delle aziende statunitensi hanno registrato una diminuzione di 118,1 miliardi di dollari, dopo un sostanziale aumento di 204,7 miliardi di dollari nel trimestre precedente, secondo quanto dichiarato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio.
Contestualmente, il prodotto interno lordo reale (PIL) si è contratto a un tasso annuo dello 0,2%, secondo la seconda stima, in netto contrasto con la crescita del 2,4% osservata nel quarto trimestre del 2024.
La BEA ha dichiarato:
“Il calo del PIL reale nel primo trimestre ha rispecchiato principalmente un aumento delle importazioni, una decelerazione della spesa dei consumatori e un calo della spesa pubblica, che sono stati in parte compensati da aumenti degli investimenti e delle esportazioni.”
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Le tariffe aumentano i costi aziendali.
Il calo degli utili aziendali e del PIL è stato in gran parte attribuito all’aumento dei costi sostenuti dalle imprese a causa dell’imposizione di dazi all’importazione.
Questi dazi hanno introdotto incertezza economica, con ripercussioni sia sulle attività commerciali che sul sentiment dei consumatori.
L’anticipazione degli effetti delle tariffe ha portato a cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e delle imprese, tra cui l’accelerazione delle importazioni e degli acquisti.
Intervento giudiziario sulle tariffe
A complicare ulteriormente la situazione economica, un tribunale commerciale statunitense ha recentemente stabilito che il presidente Donald Trump ha superato i suoi poteri costituzionali imponendo ampi dazi sulle importazioni provenienti da partner commerciali.
Il tribunale ha stabilito che la Costituzione conferisce al Congresso, e non al presidente, il potere esclusivo di regolamentare il commercio internazionale, bloccando di fatto la maggior parte degli ordini tariffari dell’amministrazione emanati da gennaio.
Sebbene questa decisione rappresenti un duro colpo alla politica commerciale di Trump, incentrata sui dazi doganali, l’amministrazione ha presentato ricorso.
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Finanziamenti e contributi
Le aziende e la Fed adottano un atteggiamento cauto.
L’incertezza economica attuale ha portato diverse grandi aziende, in particolare nei settori dell’aviazione e dell’automotive, a ritirare o a non fornire le proprie previsioni finanziarie per il 2025 e il 2026.
Southwest Airlines, ad esempio, ha ritirato le proprie previsioni per entrambi gli anni, citando l’attuale incertezza macroeconomica.
Allo stesso modo, aziende come Ford, Skechers USA e United Parcel Service (UPS) hanno ritirato le proprie previsioni di utili, a testimonianza delle difficoltà nel prevedere le performance future in mezzo alle attuali controversie tariffarie e alla volatilità economica.
In risposta all’evoluzione del contesto economico, la Federal Reserve, durante la riunione del 6-7 maggio 2025, ha riconosciuto un aumento dei rischi al ribasso per l’occupazione e la crescita economica, insieme a rischi al rialzo per l’inflazione.
Anche i funzionari della Federal Reserve statunitense non hanno escluso il rischio che l’economia americana possa entrare in recessione.
I verbali della Fed hanno indicato un approccio prudente, sottolineando la necessità di attendere maggiori chiarezze sulle prospettive economiche prima di apportare ulteriori aggiustamenti alla politica monetaria.
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Outlook
La combinazione di profitti aziendali in calo, un PIL in contrazione e le incertezze che circondano le politiche tariffarie e le sentenze giudiziarie sottolinea la fragile situazione dell’economia statunitense all’inizio del 2025.
Sia le imprese che i responsabili politici si muovono in un contesto complesso, con la speranza che i prossimi negoziati commerciali e indicatori economici più chiari forniscano una base più stabile per la crescita futura.
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