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L’informazione in Italia è in bilico tra opportunità digitali, crisi di fiducia e ‘piattaformizzazione’


Eurispes 2025 fotografa lo stato dei media nell’era dell’overload informativo e del dominio dei social network

In un’epoca di trasformazione incessante, il giornalismo si confronta con un doppio volto della rivoluzione digitale: da un lato nuove opportunità di racconto e distribuzione delle notizie, dall’altro incertezze strutturali che minacciano la qualità dell’informazione. È questo il quadro delineato dal Rapporto Italia 2025 dell’Eurispes, che analizza l’evoluzione del sistema mediale italiano e il crescente impatto delle piattaforme digitali.

Un ecosistema informativo frammentato

Secondo Eurispes, l’informazione si sviluppa oggi in un flusso disordinato e frammentato, dove l’utente è sommerso da una pluralità di canali, fonti e contenuti. Questo fenomeno, noto come overload informativo, alimenta una fruizione discontinua e spesso superficiale, condizionata dagli algoritmi delle piattaforme digitali.

Nel contesto delle piattaforme, l’informazione si muove all’interno di bolle cognitive dove prevalgono opinioni omogenee. Un ambiente che tende a confermare convinzioni pregresse piuttosto che stimolare confronto e approfondimento.

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Una fiducia in crisi

La crescente frammentazione dell’informazione si accompagna a un calo significativo della fiducia nei media tradizionali. Secondo il Digital News Report 2024, solo il 34% degli italiani afferma di fidarsi delle notizie offerte dalle fonti mainstream. Una crisi che apre la strada a un ruolo sempre più centrale delle piattaforme social nella mediazione dell’informazione.

In Italia, il 90% della popolazione ha accesso a Internet e trascorre in media 5 ore e 39 minuti al giorno online. Gran parte di questo tempo viene speso su social media come TikTok, Instagram e Facebook, che si sono trasformati nei principali canali di accesso alle notizie per ampie fasce della popolazione, in particolare tra i più giovani.

Il rischio della ‘piattaformizzazione’ dell’informazione

Eurispes evidenzia come il giornalismo, nella corsa all’adattamento digitale, abbia in parte sacrificato la profondità delle hard news e dell’inchiesta a favore di contenuti più brevi, visivi e immediati. È la logica dell’infotainment, che trova piena espressione nei formati prediletti dalle piattaforme social: video brevi, titoli sensazionalistici e storytelling virale.

Questa piattaformizzazione solleva interrogativi profondi sul futuro del giornalismo: come conciliare velocità e accuratezza? Come difendere l’autorevolezza delle fonti in un contesto in cui la viralità sembra essere l’unico parametro di successo?

Una sfida strategica per l’informazione del futuro

L’informazione si trova oggi al centro di una trasformazione epocale. Se da un lato il digitale ha ampliato la platea dei lettori e le possibilità espressive, dall’altro ha imposto nuove regole e ridefinito priorità. Per Eurispes, è necessario avviare una riflessione condivisa su come ripensare la relazione tra media, piattaforme e cittadini, con l’obiettivo di ricostruire fiducia, garantire qualità e preservare la funzione democratica del giornalismo.

La comunicazione della sostenibilità delle aziende deve diventare leva strategica di identità e fiducia

“La comunicazione della sostenibilità delle aziende italiane deve uscire definitivamente dalla logica dell’adempimento per diventare una leva strategica di identità e fiducia”. È questo il messaggio chiave del Rapporto Italia 2025 di Eurispes, presentato oggi alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, nel capitolo dedicato alla comunicazione della sostenibilità nelle imprese italiane.

I numeri della sostenibilità: tra azioni concrete e poca visibilità

Secondo i dati raccolti da Fondazione Symbola e Unioncamere nel 2024, il 57% delle imprese italiane ha adottato almeno una misura per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, solo il 18% comunica attivamente queste azioni. Ancora più limitato il dato relativo alle piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano: appena il 6% di queste redige un bilancio di sostenibilità.

Gian Maria Fara (Foto LaPresse)
Gian Maria Fara (Foto LaPresse)

Bilancio di sostenibilità e social network

Secondo lo Studio dell’Osservatorio Imprese Sostenibili 2024, il bilancio di sostenibilità si conferma il canale più utilizzato dalle imprese per raccontare il proprio impegno: viene adottato dal 60% delle realtà analizzate. A seguire, i social network aziendali, scelti dal 55% delle imprese come veicolo di comunicazione verso stakeholder e consumatori.

Green claim e consumatori: il ruolo della percezione

Un ulteriore dato significativo riguarda l’uso dei cosiddetti green claim: secondo Eurispes, l’83,8% dei prodotti presenti sugli scaffali della grande distribuzione organizzata (GDO) presenta diciture legate alla sostenibilità. Questo si riflette anche nella percezione dei consumatori: il 58% degli italiani considera “molto importante” che le imprese comunichino in modo trasparente e credibile i propri impegni sostenibili.

Verso una nuova identità d’impresa

Il quadro emerso invita le imprese a ripensare la comunicazione della sostenibilità non come un obbligo normativo o reputazionale, ma come una componente identitaria. In un contesto dove i consumatori premiano l’autenticità e l’impegno ambientale, la sostenibilità raccontata con coerenza può diventare una potente leva di posizionamento competitivo.



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