Il presidente di categoria Marco Galbiati: «I dazi preoccupano, ma non sono purtroppo l’unica criticità da affrontare»
Sono stati diffusi oggi, 29 maggio, i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica-Meccatronica italiana.
Questi in sintesi i dati nazionali che emergono dall’analisi della Federazione.
Nei primi tre mesi del 2025, la produzione metalmeccanica/meccatronica ha segnato un +0,7% rispetto al trimestre precedente, ma su base annua si registra un calo del 5,8% che riconosce la persistente debolezza del settore che conferma lo stato di maggiore criticità rispetto all’industria nel suo complesso (-3,4% a/a).
L’export metalmeccanico/meccatronico è cresciuto dell’1,3% su base annua nel primo trimestre, con una performance migliore verso i mercati extra UE (+1,6% t25/t24) rispetto a quelli UE (+1,1%). In ripresa l’export verso la Germania (+7,1%), ancora negativo quello verso gli Stati Uniti (-1,1%).
L’80% delle imprese teme impatti negativi dalle nuove misure protezionistiche, soprattutto perdita di quote export (27%), difficoltà nelle catene di approvvigionamento (24%) e aumento della pressione competitiva sul mercato UE (23%). Germania e Stati Uniti si confermano i principali mercati di sbocco, ma il 60% valuta di diversificare l’export per fronteggiare eventuali difficoltà commerciali.
Il 28% delle imprese segnala una diminuzione del portafoglio ordini; mentre per le attese produttive il 55% prevede una stabilità nei prossimi mesi, il 26% si attende un aumento e il 19% una riduzione.
Sale al 12% la quota di imprese che valuta “cattiva o pessima” la situazione della liquidità aziendale, mentre il 19% ipotizza una riduzione della forza lavoro (era il 14% a fine dicembre).
Il 68% delle imprese dichiara di non voler accedere agli incentivi del “Piano Transizione 5.0”, soprattutto per mancanza di adeguatezza rispetto alle esigenze aziendali.
Per quanto attiene nello specifico al livello territoriale, i più recenti dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio mostrano come le imprese del settore del territorio abbiano delineato, per il mese di marzo rispetto a febbraio, un quadro eterogeneo ma principalmente orientato alla conservazione di tutti gli indicatori.
«In questo periodo di grande incertezza, che richiede attenzione costante alla realtà dei fatti e dove è particolarmente difficile prevedere gli sviluppi e prendere decisioni di lungo raggio, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta la loro solidità e lo scenario è in sostanziale tenuta. Se le preoccupazioni non mancano, il tessuto produttivo è attrezzato per mettere in campo strategie competitive, ad esempio guardando con maggiore interesse a nuovi mercati in caso di impatto delle nuove misure protezionistiche» evidenzia Marco Galbiati, Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
«Non dimentichiamoci però che i dazi non sono purtroppo l’unica criticità da affrontare. Pensiamo ai prezzi dell’energia pagati dalle imprese italiane e ai costi, per il sistema produttivo ma anche per il tessuto sociale, del Green Deal europeo, al quale è necessario trovare una soluzione alternativa sostenibile per aziende e cittadini. Esempi di come vi siano questioni che aspettano risposte efficaci a livello di politica industriale italiana ed europea, oggi più che mai urgenti. Senza di esse, diventerà sempre più difficile un reale rilancio della nostra economia» afferma ancora Marco Galbiati.
Nel dettaglio, i dati del Centro Studi elaborati sulla base del campione delle imprese associate di Lecco e Sondrio, indicano che la domanda è risultata stabile sul versante domestico mentre in parziale rallentamento sul fronte dell’export.
Gli ordinativi in Italia sono risultati in mantenimento sui livelli di febbraio per il 44% del campione mentre la crescita e la diminuzione sono state entrambe indicate dalla stessa quota di aziende(28%). La domanda estera è stata segnalata come stabile dal 42,9% delle realtà dl campione , in espansione da circa una realtà su cinque (19%) e in calo dal 38,1%.
L’attività produttiva è stata indicata come stabile da circa tre aziende su cinque (58,3%), è aumentata per il 16,7% mentre è calata per il 25%.
Il tasso di utilizzo medio degli impianti si è attestato in marzo al 76,6%, sostanzialmente in linea con la capacità produttiva mediamente impiegata nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale rapido e più favorevole rispetto al dato registrato per il secondo semestre 2024 (69,2%).
Il fatturato ha mostrato andamenti più dinamici, con una crescita a livello domestico e una sostanziale tenuta per le esportazioni.
Lo scenario occupazionale delle aziende lecchesi e sondriesi del settore metalmeccanico risulta in tenuta per oltre otto realtà su dieci (80,8%), mentre in caso di variazione la situazione risulta equilibrata (calo per l’11,5% ed espansione per il 7,7%). Le previsioni sull’andamento dell’occupazione si confermano orientate alla stabilità.
Le aspettative per l’evoluzione del business nelle prossime settimane risultano principalmente improntate alla conservazione dei livelli (73,1%) mentre le ipotesi di incremento (11,5%) e riduzione (15,4%) assumono entità simili, bilanciandosi.
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