Il calcio non è solo passione: è un’industria, un volano economico, un veicolo culturale. A ribadirlo è stato il panel inaugurale di Forbes Sport & Innovation, evento tenutosi presso il Duomo Space a Milano e moderato dal giornalista Daniel Settembre, con la partecipazione di top manager di Lega Serie A, FC Internazionale, AC Milan e Banca Ifis.
Lo sport come industria strategica: l’introduzione di Daniel Settembre
Aprendo il panel, Daniel Settembre ha ricordato come lo sport valga oggi quasi l’1,5% del PIL italiano e abbia un impatto che supera il valore economico diretto: “Parliamo di un ecosistema che tocca imprese, territori, comunità. Un settore che può trainare innovazione, inclusione, turismo e sostenibilità”.
Ha spiegato la struttura dell’incontro come “una fotografia dinamica del sistema sportivo italiano”, incentrata sul calcio, sulle sinergie tra sport e imprese e sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. “Non vogliamo parlare di sport solo come spettacolo, ma come leva per il Paese”, ha concluso, introducendo i saluti istituzionali.
Il saluto di Forbes Italia: “Lo sport è impresa, non solo spettacolo”
Ad aprire ufficialmente l’evento è stato Nicola Formichella, CEO di BFC Media, che ha spiegato l’approccio di Forbes Italia: “Se avessimo voluto raccontare il calcio dal punto di vista del tifo, saremmo stati il Corriere dello Sport. Ma noi parliamo di economia, di imprese, di sviluppo”.
Ha sottolineato come Forbes monitori lo sport attraverso classifiche, contenuti editoriali e eventi verticali: “Lo sport è un motore di posti di lavoro e innovazione. È un’azienda che crea valore per il Paese, e Forbes ne racconta ogni giorno le eccellenze.”
Ciccarese (Lega Serie A): “Dal prodotto alla distribuzione, per tornare al centro del mondo”
Il primo relatore a intervenire è stato Michele Ciccarese, direttore marketing e commerciale di Lega Serie A. “Il punto di partenza è il campo. La competitività delle ultime stagioni ha riportato la Serie A al centro dell’interesse internazionale”, ha detto, citando i 5 club in Champions League grazie al primo posto nel ranking UEFA.
Un passaggio fondamentale è quello tecnologico: “L’International Broadcast Center di Lissone distribuisce i segnali delle partite in 200 Paesi, con pubblicità e grafiche personalizzate per ogni mercato”. Con 700 milioni di tifosi nel mondo, la Serie A punta ora su nuovi format, fantasy football e interazioni digitali per rafforzare il legame con la fanbase globale.
Ricci (Inter): “Per crescere dobbiamo parlare ai giovani, con linguaggi nuovi”
Giorgio Ricci, Chief Revenue Officer di FC Internazionale, ha affrontato il tema della rilevanza globale: “Bisogna intercettare le nuove generazioni, capire i loro linguaggi. Non basta il calcio giocato: servono contenuti emozionali, autentici, coinvolgenti”.
L’Inter lavora su contenuti verticali per social, su dietro le quinte e su temi valoriali: “L’inclusione, l’emozione e l’identità sono driver fondamentali per generare interesse anche nei mercati più distanti.”
Boscaro (AC Milan): “Partnership strategiche e visione internazionale: così siamo cresciuti”
Nicola Boscaro, Sponsorship Sales Director di AC Milan, ha raccontato il cambio di paradigma del club: “Con RedBird abbiamo costruito un’identità da media company. Il nostro obiettivo non è solo vincere, ma essere rilevanti nel fashion, nel gaming, nell’intrattenimento”.
Il Milan ha investito anche su nuovi asset: “Dalla squadra femminile al Milan Futuro, passando per le academy internazionali. Più punti di contatto significano più valore e più ricavi. È una strategia commerciale integrata che ci permette di essere sostenibili.”
Berna (Banca Ifis): “Il calcio è anche credito, finanza e rischio calcolato”
Andrea Berna, direttore commerciale di Banca Ifis, ha portato la voce della finanza: “Spesso si ignora, ma ogni club di calcio ha bisogno di servizi bancari. Noi forniamo anticipazioni su contratti, factoring su trasferimenti, garanzie per iscrizioni ai campionati”.
Berna ha sottolineato come la valutazione del rischio nel calcio sia più complessa: “Non sempre i conti tornano come in un’impresa classica. Serve una valutazione più estesa, e sì, talvolta diciamo anche di no.”
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