Le detrazioni per le spese condominiali possono essere riconosciute nel 730 – 2025 e sono utili per ridurre le tasse da pagare.
Le spese per il condominio che si possono detrarre quest’anno sono quelle sostenute nel 2024 per interventi straordinari o ristrutturazioni.
La detrazione può essere pari al 36% o al 50% delle spese, a seconda del tipo di abitazione. Varia anche il limite di spesa recuperabile, che è pari a 96.000 euro se si tratta di abitazioni principali e scende a 48.000 per le case che non rientrano in questa categoria.
In questa guida spieghiamo in modo chiaro e dettagliato quali sono, come funzionano e quali sono le novità.
COSA SONO LE DETRAZIONI SPESE CONDOMINIALI
Le detrazioni spese condominiali sono degli “sconti” sull’imposta lorda IRPEF riconosciuti nella dichiarazione dei redditi per le spese relative a interventi straordinari o di ristrutturazione che hanno coinvolto il proprio condominio.
Per il 2025 la detrazione da inserire nel modello 730 per ottenere così un risparmio sulle imposte da versare può variare dal 36% al 50% delle spese sostenute nel 2024. Mentre la cifra massima che si può recuperare è di 96.000 per le case principali e 48mila euro per gli immobili non adibiti ad abitazione principale.
A livello normativo la detrazione per le spese condominiali è prevista e disciplinata dal Testo Unico sulle Imposte sui Redditi. Scopriamo i dettagli.
QUALI SONO LE SPESE CONDOMINIALI CHE SI POSSONO DETRARRE
Le detrazioni condominiali ammesse al 730 da presentare nel 2025 sono quelle relative alle spese sostenute nel 2024 per interventi di ristrutturazione delle parti comuni di edifici condominiali.
Per parti comuni si intendono quelle riferibili a più unità immobiliari funzionalmente autonome, a prescindere dall’esistenza di più proprietari e includono:
- il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, i portici, i cortili, tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune;
- i locali per la portineria e per l’alloggio del portiere, per la lavanderia, per il riscaldamento centrale, per gli stenditoi o per altri simili servizi in comune;
- le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere che servono all’uso e al godimento comune, come gli ascensori, i pozzi, le cisterne, le fognature, eccetera.
PER QUALI INTERVENTI SPETTANO
Gli interventi sulle parti comuni degli edifici residenziali, per i quali ogni condòmino può richiedere la detrazione, sono quelli di:
- manutenzione ordinaria e straordinaria;
- restauro e risanamento conservativo;
- ristrutturazione edilizia;
- ricostruzione o ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
- eliminazione delle le barriere architettoniche o finalizzati a favorire la mobilità a persone con disabilità gravi nell’ambito del cosiddetto bonus barriere architettoniche;
- prevenzione del rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi, ovvero quelli rientranti nel bonus sicurezza;
- cablatura degli edifici e contenimento dell’inquinamento acustico;
- risparmio energetico e adozione di misure antisismiche;
- bonifica dell’amianto;
- esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.
Pertanto, oltre agli stessi interventi realizzati sulle proprietà private, sono agevolabili anche quelli di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni.
QUANTO SI PUÒ DETRARRE NEL 2025
Le percentuali e i limiti di spesa relativi alle detrazioni fiscali per le spese condominiali sono state modificate dalla Legge di Bilancio 2025 Nel dettaglio, si potrà portare in detrazione:
- il 36% delle spese sostenute nel 2024 su seconde case e immobili non adibiti ad abitazione principale, con un tetto massimo di spesa di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare;
- il 50% per le spese sostenute nel 2024 su abitazioni principali, mantenendo il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.
La novità principale sta nella riduzione dell’aliquota e della spesa massima detraibile. Nel 2024, infatti, era riconosciuta una detrazione al 50% fino a 96.000 euro, sia per abitazioni principali che per seconde case. Questa stretta è stata introdotta per razionalizzare la spesa pubblica e concentrare gli incentivi sulle prime case, considerate prioritarie per le politiche abitative.
Per esempio, se nell’anno solare 2024 il condominio ha sostenuto spese di ristrutturazione per un importo totale pari a 90.000 euro, ogni singola famiglia proprietaria di un appartamento avrà contribuito a questa spesa con una quota millesimale. Ipotizzando che la quota millesimale pagata sia di 9.000 euro, alla famiglia spetterà di diritto una detrazione pari a 4.500 (ovvero 50% di 9.000). Se si tratta di una seconda casa o altro immobile non adibito a residenza principale, la detrazione scende al 36%, e sarà pari a 3.240 euro.
Inoltre, le detrazioni condominiali spettano alla singola famiglia (o singolo condòmino) nel limite della quota a lui imputabile, a condizione che quest’ultima sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
COME FUNZIONANO LE DETRAZIONI CONDOMINIALI
Le detrazioni delle spese condominiali funzionano come tutte le detrazioni 730, per cui dovrà essere il contribuente ad assicurarsi che importi e spese siano riportati correttamente in sede di dichiarazione dei redditi, ossia nel modello 730.
Per ottenere la detrazione delle spese condominiali è fondamentale il rilascio da parte dell’amministratore di condominio di una certificazione dalla quale risultano, tra le altre cose, l’ammontare delle spese sostenute nell’anno di riferimento e la quota parte imputabile al condòmino.
Tale certificazione, qualora si decida di presentare il modello 730 precompilato, se dovessero esserci accertamenti o errori nel modello AE, serve per dimostrare che si ha diritto allo sconto. Al contrario, se il contribuente decide di presentare modello 730 ordinario (non precompilato), dovrà essere allegata.
Nel caso di condomini senza amministratore, l’Agenzia delle entrate ha precisato che, in assenza del codice fiscale del condominio, i contribuenti riporteranno nei modelli di dichiarazione le spese sostenute indicando il codice fiscale del condòmino (proprietario dell’appartamento) che ha effettuato il bonifico.
Se per la presentazione della dichiarazione il contribuente si rivolge a un Caf o a un intermediario abilitato, sarà tenuto a esibire, oltre alla documentazione generalmente richiesta, un’autocertificazione che attesti i lavori effettuati e che indichi i dati catastali degli immobili del condominio. Mentre la certificazione dell’amministratore dovrà essere fornita solo in caso di controlli e verifiche.
COME DETRARRE LE SPESE CONDOMINIALI NEL 730
Per avviare le procedure burocratiche necessarie ottenere la detrazione per le spese condominiali, è essenziale contattare l’amministratore del condominio (ove presente). Sarà compito dell’amministratore comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte le spese sostenute da ciascun condòmino, sia attraverso canali telematici che tramite un intermediario.
A questo punto le soluzioni possibili sono due:
- presentare il 730 precompilato, dove l’Agenzia stessa riporterà in automatico le detrazioni spettanti e comunicate. Per maggiori dettagli su come fare, vi rimandiamo alla guida sul modello 730 precompilato;
- procedere con la presentazione del 730 ordinario, ovvero compilando direttamente o tramite intermediario ogni sezione della dichiarazione dei redditi. In questo caso le spese condominiali detraibili devono essere inserite nel “Quadro E – Oneri e spese”, in particolare, nella sezione III A del quadro E del modello 730 – dal rigo 41 a quello 43 del modello. Inoltre, deve essere allegata la certificazione del condominio. Per maggiori dettagli, vi rimandiamo alla guida sul modello 730 ordinario.
Qualora si presenti il modello redditi Persone Fisiche (l’ex Unico), bisognerà valorizzare il rigo da RP8 a RP13.
CHI PUÒ DETRARRE LE SPESE CONDOMINIALI
Il beneficio della detrazione delle spese condominiali spetta al proprietario dell’immobile che è colui che ha sostenuto la spesa. Ciò significa che nel caso in cui l’appartamento sia in affitto, l’affittuario non ha diritto ad alcuna detrazione.
Questo vale anche quando la spesa è sostenuta dal familiare convivente, dal componente dell’unione civile o dal convivente more uxorio del proprietario dell’immobile, che possono portare in detrazione le spese sostenute per i lavori condominiali. Sul documento rilasciato dall’amministratore indicheranno gli estremi anagrafici e l’attestazione dell’effettivo sostenimento delle spese.
Per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali le detrazioni spettano a ogni singolo condòmino e in particolare ad ogni proprietario dell’appartamento in funzione alla quota spettante.
SCADENZA
Si può chiedere la detrazione dal 30 aprile 2025, data in cui l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione il Modello 730 precompilato, che può essere accettato dal contribuente, oppure modificato procedendo con l’invio della dichiarazione ordinaria. Entro il 30 settembre 2025, bisogna procedere poi con l’invio della dichiarazione, sia in modalità precompilata che ordinaria.
Eventuali conguagli a credito o a debito saranno comunicati entro novembre 2025.
Le date di scadenza possono essere modificate con proroga solo tramite un provvedimento ufficiale del governo o dell’Agenzia delle Entrate per motivi di necessità o urgenza.
LA GUIDA AL MODELLO 730 2025
Per approfondire, vi consigliamo di leggere le nostre guide sul modello 730 2025 e sul modello 730 precompilato.
A vostra disposizione anche tutte le altre detrazioni che si possono richiedere in sede di dichiarazione dei redditi:
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Potrebbe interessarvi anche consultare i bonus edilizi attivi nel 2025. Per approfondire, vi consigliamo le guide su Superbonus, bonus mobili e bonus ristrutturazioni.
Vi segnaliamo anche il bonus barriere architettoniche, il bonus ascensore e il bonus elettrodomestici attivo nel 2025.
Se scoprire tutte le agevolazioni e quelle in arrivo, visitate la nostra pagina dedicata agli aiuti alle persone.
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