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Angelini Industries investe negli Usa e cerca un partner internazionale per crescere


Come cambia il bilancio con i nuovi principi contabili?

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Secondo i nuovi principi Angelini Industries ha registrato ricavi per 1,6 miliardi di euro e l’Ebitda è stato di 238 milioni di euro. A perimetro costante, con i vecchi principi contabili, i ricavi del 2024 avrebbero superato 2,2 miliardi di euro. La grande differenza del calcolo dei ricavi tra i 2,2 miliardi di euro con i vecchi principi contabili e 1,6 miliardi di euro con i nuovi principi contabili internazionali, sta nei dati relativi a Fater, la joint venture paritetica di Angelini industries e P&G nel settore del largo consumo con marchi come Pampers, Lines e Ace che non possono più essere consolidati proporzionalmente alla quota detenuta, ma a equity. I ricavi di Fater, che sono di 900 milioni di euro e quindi di 450 milioni per la nostra parte, non vengono più conteggiati perché non si tratta di una partecipazione di controllo ed è quindi contabilizzata a parte. Togliendo i ricavi di Fater arriviamo a 2,1 miliardi di euro. Poi va aggiunto il fatto che gli sconti e le promozioni che pesano intorno a 150 milioni di euro vanno tolti dal fatturato con i nuovi principi contabili e quindi aggiungendoli al conteggio si arriva a poco più di 2,2 miliardi di euro, ossia a una crescita del 3% in un anno.

Come sono suddivisi i ricavi?

I ricavi per settore di Angelini Industries sono suddivisi tra un 77% nell’area salute, un 14% nella tecnologia industriale e un 9% nel largo consumo. Per area geografico invece sono suddivisi tra il 37% dell’Italia, il 49% dell’Europa e il 14% del resto del mondo.

Quanto pesano gli Stati Uniti?

Abbiamo un programma di investimento negli Stati Uniti che rappresentano per noi un Paese insostituibile sia dal punto di vista dell’innovazione che produce che del mercato che rappresenta. Questo programma non cambia per gli annunci sui dazi ancora vaghi e le cui ricadute si capiranno solo tra molto tempo. Rimango ottimista e continuo a considerare gli Stati Uniti un luogo dove c’è una capacità di generare innovazione unica al mondo e su cui non si può non continuare a investire.

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Avete appena chiuso un’importante operazione negli Usa. Che aspettative ha?

Con la nostra controllata Angelini Pharma, azienda farmaceutica parte del gruppo Angelini Industries, abbiamo siglato un accordo di collaborazione per lo sviluppo e la commercializzazione nei territori al di fuori di Stati Uniti, Canada e Messico del farmaco sperimentale radiprodil di Grin Therapeutics, attualmente in fase di studio per diverse epilessie genetiche rare e disturbi neuroevolutivi. È un’operazione con la quale investiamo 115 milioni di euro in questa fase e di cui siamo molto orgogliosi, se andrà bene il processo autorizzativo si tratta di un farmaco che ha grande potenziale per offrire possibilità di cura a bambini che attualmente non ne hanno. Nell’operazione ha investito, prima di noi, anche Blackstone life science, noi abbiamo coinvestito in una fase successiva. Nel dettaglio per ora la prima parte del nostro coinvestimento consiste in 65 milioni di euro oltre a 50 milioni per lo sviluppo della parte clinica, quindi stiamo parlando complessivamente di 115 milioni in questa prima fase. Ma il potenziale di spesa e ritorno dell’investimento è di gran lunga maggiore se lo sviluppo della molecola andrà avanti. Questo lo si capirà in almeno un paio di anni.

Che cosa state cercando negli Stati Uniti?

Stiamo cercando deal di scala. Negli Stati Uniti siamo più presenti sulla parte tecnologica e industriale dove stiamo facendo un esercizio sull’impatto delle tariffe e vogliamo capire quali diversi piani adottare. Un esempio aiuta a capire meglio. Nella tecnologia industriale produciamo molto per un cliente americano: in questo caso esportando verso gli Stati Uniti e producendo per quel mercato, se si acquista il 20% delle materie prime americane si ha un impatto più basso dal punto di vista del piano tariffario. Un modo di reagire diventa quindi aumentare la quota di materie prime americane. Nel breve periodo ci sono piccole strategie che possono aiutare a mitigare l’impatto delle tariffe.



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