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Il lavoro oggi tra crisi, formazione e intelligenza artificiale: e-work compie 25 anni e guarda al futuro


Il mondo del lavoro affronta trasformazioni profonde e accelerazioni senza precedenti. La sfida principale per molte imprese oggi è mantenere le figure professionali qualificate, in un contesto dove i cambiamenti richiedono rapidità e adattamento. E-work, un’agenzia per il lavoro italiana che nel 2024 ha superato i 200 milioni di fatturato, compie 25 anni e racconta dal proprio osservatorio privilegiato come il mercato del lavoro stia mutando, con nuove esigenze e criticità da affrontare insieme.

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Affrontare le nuove criticità: dalla grande fuga alla necessità di fidelizzare

Il mercato del lavoro non ha potuto prepararsi in tempo a questo rapido mutamento. Il fenomeno delle “grandi dimissioni” ha portato allo scoperto problemi mai affrontati con urgenza come la gestione della fidelizzazione. Oggi le aziende non cercano solo di trovare nuove risorse, ma soprattutto di tenerle dentro. La sfida è mettere in piedi strumenti di welfare, iniziative di branding e programmi di sviluppo che rincuorino e motivino i dipendenti a restare a lungo.

Il turnover è aumentato e l’età media nelle imprese è diminuita. Le aziende, soprattutto le piccole e medie, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, stanno adottando nuovi modelli di formazione continua, orientamento e welfare per mantenere viva la motivazione interna. Questo cambio di priorità segna un’ulteriore evoluzione rispetto a un passato in cui contava più la mera ricerca di personale.

I mutamenti del lavoro negli ultimi 25 anni e l’impatto della pandemia

Negli ultimi decenni il lavoro si è trasformato in modi difficili da prevedere. Paolo Ferrario, presidente e amministratore delegato di e-work, segnala un’accelerazione impressionante negli ultimi cinque o sei anni. La pandemia ha rappresentato un punto di svolta, cambiando radicalmente abitudini e aspettative. Se il lavoro era in versione tradizionale fino a pochi anni fa, con orari e spazi fissi, oggi emerge una maggiore attenzione al bilanciamento tra vita privata e professionale. Queste esigenze sarebbero emerse comunque, ma la pandemia ne ha accelerato la diffusione.

Le abitudini delle persone rispetto al lavoro sono diventate più fluide. In molti casi la pandemia ha instaurato nuove modalità di lavoro da remoto o misto, ridefinendo il concetto di presenza e impegno in azienda. Questi cambiamenti hanno introdotto nuove aspettative da parte dei lavoratori, sfidando le imprese a ripensare i propri modelli organizzativi e di gestione delle risorse.

Il ruolo evoluto di e-work oltre la semplice somministrazione di manodopera

In 25 anni e-work ha modificato profondamente la sua funzione. Da agenzia specializzata in manodopera stagionale o picchi di lavoro, è passata a un ruolo di partner strategico per le imprese. Oggi affianca le aziende nell’assessment del personale, nelle campagne di reclutamento mirate, nel welfare aziendale e nella formazione. Si occupa sia di aspetti motivazionali che professionali, collaborando alla creazione di ambienti di lavoro più sostenibili.

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Il mercato richiede questo salto di qualità. Le esigenze delle imprese sono molto più articolate di una volta, che si limitavano a trovare lavoratori temporanei. Ora servono interventi articolati che impattano su brand reputation e sviluppo del capitale umano, temi fondamentali per mantenere competitività e stabilità.

La carenza di figure specializzate: un problema che perdura e si aggrava

La difficoltà nel reperire figure professionali specializzate è un problema conosciuto da almeno dieci anni e si estende a vari ambiti produttivi, dai settori manifatturieri a quelli della logistica, ospitalità e ristorazione. La novità è che la domanda riguarda anche mansioni ritenute meno qualificate. La disponibilità di scelta dei lavoratori, che valutano meglio le proprie esigenze e aspettative, rende il mercato più complesso rispetto al passato.

Per invertire la tendenza è necessario puntare su formazione e cultura del lavoro. Gli Its e le scuole professionali devono avere un ruolo centrale in questo processo di rilancio delle competenze. È un lavoro da portare avanti nel medio termine, non si tratta di trovare risposte immediate ma di costruire un sistema capace di rispondere alle domande attuali.

Formazione e orientamento: il percorso obbligato per i giovani e il mercato

Formare e orientare i giovani nelle scuole è una tappa necessaria per far fronte alle trasformazioni in atto. E-work è presente in vari istituti con orientatori e selezionatori, con iniziative che puntano a trasmettere valori legati all’impegno e al rispetto del lavoro. Martina Rabbolini, brand ambassador e atleta paralimpica, rappresenta un esempio concreto di questo messaggio.

Le istituzioni stanno dando segnali importanti per sostenere questo percorso. L’attenzione a politiche educative e formative non è mai stata così alta negli ultimi anni di governo. Il coinvolgimento diretto delle aziende può facilitare un dialogo più stretto tra sistema scuola e lavoro, favorendo un’inserimento più rapido e coerente dei giovani nel mercato.

Lavoro e ambiente aziendale: costruire coinvolgimento per superare il malessere

I dati parlano di tassi di occupazione elevati, ma il malessere legato all’ambiente lavorativo cresce. Ferrario indica come la chiave sia coinvolgere realmente le persone. Le aspettative sono più alte oggi e bisogna creare contesti in cui il lavoratore percepisce un progetto e una cura della relazione con l’azienda.

Molte imprese sostengono iniziative sociali e culturali, ma spesso non le comunicano bene. Questo può diventare un elemento chiave della brand reputation, mostrando che lavorare in un’azienda significa anche far parte di una comunità con valori condivisi. Non conta solo la retribuzione, ma anche l’ambiente e la possibilità di crescita.

Salari e scelte dei giovani: limiti e prospettive

Il tema della bassa crescita salariale incide sulle scelte soprattutto dei giovani. Molti continuano a guardare all’estero in cerca di opportunità, anche in paesi lontani. La possibilità del lavoro in remoto ha ampliato queste possibilità. Le aziende e il mercato del lavoro nazionale possono fare poco per questo spostamento di interessi, servono leggi e norme che favoriscano la meritocrazia e la stabilizzazione delle professionalità.

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Alcuni interventi legislativi sono stati avviati, ma occorrono ulteriori misure, ad esempio la completa detassazione dei bonus e premialità. Questo può aiutare a trattenere professionalità e premiare il merito, elementi decisivi nelle scelte lavorative di tanti giovani.

La nuova legge sulla partecipazione dei lavoratori: opportunità e sfide

La recente legge che prevede la partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale può cambiare le carte in tavola. Non è solo una questione formale. Può favorire un maggiore senso di appartenenza e coinvolgimento nel progetto d’impresa. E-work sta già lavorando per supportare aziende e dipendenti in questo passaggio, offrendo formazione e strumenti per creare competenze sul tema.

L’informazione a imprenditori e lavoratori sarà determinante per capire e sfruttare questa opportunità. Dove forme di partecipazione sono già state adottate, i risultati si sono rivelati positivi, segno che il territorio italiano è pronto a sostenere questo tipo di cambiamento.

Il referendum e il rischio di un passo indietro nel mercato del lavoro

Si discute in questi giorni di referendum che mettono in discussione alcune delle riforme introdotte negli ultimi anni. Ferrario avverte che tornare indietro sarebbe un rischio. Il mercato oggi premia la flessibilità, e le aziende sono pronte ad assumere a tempo indeterminato chi mostra professionalità.

I contratti a tempo indeterminato sono in aumento tra i lavoratori somministrati, segno che questa formula risponde alle reali esigenze del mercato. Reintrodurre vincoli più stringenti rischia di rallentare processi già avviati, con conseguenze negative per dinamiche occupazionali e investimenti delle imprese.

Sfide e progetti per il prossimo futuro di e-work

E-work guarda avanti con progetti concreti. L’impegno sociale resta centrale con la Fondazione Pino Cova, che sostiene associazioni per persone fragili in tutta Italia attraverso un premio da oltre 250 mila euro. Crescere nei propri investimenti tecnologici è un altro obiettivo prioritario. L’agenzia sviluppa sistemi di intelligenza artificiale che supportano i consulenti nelle selezioni, accelerando i processi di ricerca e proposta.

L’espansione internazionale è il terzo punto chiave. Oggi e-work è presente in Polonia e Svizzera con agenzie autorizzate e vuole estendere la presenza ad Austria e Spagna. La dimensione globale appare sempre più necessaria per rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro senza confini nazionali.

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Intelligenza artificiale: nuove professioni e trasformazioni senza sostituzioni

Nonostante preoccupazioni diffuse, l’intelligenza artificiale non sta cancellando posti di lavoro. Al contrario, crea occasioni nuove richiedendo competenze specializzate per gestirla e utilizzarla efficacemente. Le aziende la vedono come uno strumento per migliorare la produzione, ampliare mercati e rispondere più rapidamente ai clienti.

L’emergere di nuove figure professionali è un dato che contraddice l’idea di un’intelligenza artificiale come nemico del lavoro. La formazione in questo campo è in pieno sviluppo. Le imprese osservano e adottano queste tecnologie con l’obiettivo di integrare le persone, non di sostituirle.



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