Il 2024 ha visto il boom degli ammortizzatori sociali (+20%) ed anche il 2025 è partito male. Da Nord a Sud, i Sindacati hanno tracciato la mappa delle aziende in difficoltà in un anno di crisi profonda, quale è stato, per il lavoro, il 2024, appunto.
I dati Inps sugli ammortizzatori sociali sono preoccupanti: nel 2024, infatti, l’Ente ha autorizzato oltre 507 milioni di ore di cassa integrazione con un aumento del 20 per cento rispetto all’anno precedente.
La CGIL dal canto suo commenta:
“E’ un aumento che preoccupa ma non stupisce, considerando l’aumento delle crisi industriali, il calo della produzione e l’assenza di una politica industriale e di sviluppo per il Paese. Gli ammortizzatori sono dei palliativi, servono invece interventi di sistema e sostegni capaci di accompagnare e includere lavoratrici e lavoratori diretti, dell’indotto e degli appalti”.
Chi piange e chi non ride
Se chi ha il posto non ha però lavoro da sbrigare, c’è anche chi il posto non riesce a trovarlo ed infatti aumentano anche le domande di disoccupazione: a novembre scorso l’Inps aveva ricevuto 2.168.919 domande di disoccupazione con un aumento del 6,1 per cento rispetto al periodo gennaio-novembre 2023.
La crisi colpisce in particolare il settore dell’automotive, che che è quello con maggiore incidenza sui dati sopra forniti, basti pensare che in Piemonte, dove è concentrato un terzo del settore, nel 2024 sono aumentate addirittura del 173 per cento rispetto al dicembre 2023.
L’automotive il settore più in crisi
Da gennaio ad aprile di quest’anno 13 settimane sono state autorizzate alla Tcn Vehicles di Alba (Cuneo), azienda specializzata nella lavorazione meccanica e nell’assemblaggio di componenti in alluminio ad alta tecnologia per il settore automotive. La CIG era già stata attivata per nove settimane tra ottobre e novembre 2024,ed interessava 143 dipendenti.
Dalla FIOM fanno sapere:
“Gli ordini da Stellantis sono stati cancellati e anche altre realtà sono in crisi, con un forte calo del lavoro per realtà come la Tcn Vehicles, che subiscono pienamente l’impatto del quadro generale”.
Intanto la Lafert
La Società veneta controllata dalla multinazionale giapponese Sumitomo Heavy Industries, comunicava il piano industriale 2025-2028 che prevede la chiusura dell’impianto di Fusignano (Ravenna) che produceva motori elettrici e che licenzierà 60 dipendenti.
CGIL:
“È necessario invertire i presupposti di fondo del piano industriale: da un ragionamento impostato sui tagli a uno incentrato realmente su investimenti e prodotto”.
La Marelli
L’Azienda ex Weber di Bologna ha beneficiato in questo inizio anno di 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, senza integrazione di stipendio: coinvolti 535 addetti su 580, esclusi quelli del settore motorsport.
Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil:
“Dissenso a un taglio di salari e stipendi per risanare ancora una volta i conti aziendali”.
Imr Industries di Rieti
Messi in CIG 93 dipendenti per il quarto anno consecutivo fino a tutto il 2025. Lo stabilimento, anche noto come “ex Lombardini” fa parte del gruppo di Carate Brianza (Monza) ed è attivo nella realizzazione di parti per il settore automotive.
Fiom:
“Il provvedimento non fuga i dubbi sul futuro dello stabilimento e di certo non risolve i problemi dei dipendenti”.
La nostra Speed line
Da gennaio erano in “cassa” anche i 250 lavoratori di Speedline, azienda di cerchi in lega per l’automotive di Santa Maria di Sala (Venezia), attualmente in amministrazione straordinaria e guidata da tre commissari, della quale anche noi abbiamo più volte riportato le vicende sino alla recente visita del Ministro Adolfo Urso che ha presentato il piano di rilancio dell’azienda, obiettivo finale della gestione commissariale, un nuovo investitore.
Sindacati:
“Ora occorre adoperarsi per la ricerca di nuove produzioni, avviare un’azione di rivalsa sui comportamenti di ostruzionismo alla continuità produttiva di Speedline adottati da Ronal e Callista, compresa un’azione legale finalizzata al recupero della proprietà degli immobili”
ma è quello che è stato dettagliatamente analizzato dai commissari i quali, poi, hanno convinto il Ministro.
Meta System
La ditta di Reggio Emilia e Mornago (Varese), ha 580 dipendenti coinvolti in queste preoccupazioni. L’azienda produttrice di apparecchiature elettriche ed elettroniche per l’automotive è alle prese con contratti di solidarietà per tutto il 1° semestre ed è stata messa in vendita dopo l’acquisizione da parte di un fondo cinese, tanto che ha subito depositato in tribunale la richiesta di concordato preventivo.
Marangoni Meccanica di Rovereto (Trento)
Specializzata nella ricostruzione a livello industriale di pneumatici per autocarri, movimento terra e trasporto leggero, su 67 dipendenti essa aveva presentato sei mesi fa un piano di 23 licenziamenti da realizzarsi con un meccanismo di adesione volontaria dei lavoratori che potranno scegliere se usufruire in tutto o in parte, in maniera flessibile, della CIG.
Stellantis
Altre settimane di cassa integrazione ordinaria sono previste alla Stellantis Europe di Atessa (Chieti) dove si producono veicoli commerciali mentre un anno di “cassa” è previsto per i 251 dipendenti Stellantis del reparto Preassembly & Logistic Unit di Mirafiori.
Fiom:
“Abbiamo voluto nell’immediato tutelare quei dipendenti che da inizio anno avrebbero potuto trovarsi senza lavoro ma la vera soluzione per loro e per gli altri circa 2.800 ancora in cassa integrazione saranno delle produzioni in grado di saturare tutti gli addetti e la sola 500 ibrida, seppur rappresenti una importante boccata d’ossigeno, non è ancora sufficiente”.
Intanto sembra che la 500 verrà prodotta in Serbia.
Edim
Cassa integrazione straordinaria in Edim, azienda automotive della multinazionale tedesca Bosch per 304 lavoratori di Quero (Belluno) e Villasanta (Monza Brianza).
Difficoltà sono registrate anche alle Officine Vica di Rivoli (Torino) ed alla Piaggio.
La lista delle precarietà potrebbe essere ancora lunga passando per il comparto industriale, grafica, occhialeria, vetro, energia e plastica, trasporti e logistica ma ogni settore necessiterebbe di un suo approfondimento.
La volontà, come si vede, c’è, è lo spazio che è tiranno.
Se siete arrivati fin qui, però, è giusto precisare anche quanto segue:
Veneto: una regione in difficoltà
In Veneto, nel 2024, sono state autorizzate 61.626.167 ore di cassa integrazione ordinaria, con un aumento del 44% rispetto al 2023. A queste si aggiungono 7.703.993 ore di cassa straordinaria, portando il totale a oltre 69 milioni di ore, un incremento del 36,4% rispetto all’anno precedente. Questi numeri superano quelli registrati durante la crisi del 2009 e sono secondi solo ai picchi del biennio pandemico 2020-2021 .il Nord Est
Settori più colpiti
I settori maggiormente interessati dall’incremento della cassa integrazione includono:
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Metalmeccanico: rappresenta circa un terzo delle aziende coinvolte e dei lavoratori interessati .
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Tessile e abbigliamento: hanno registrato un aumento significativo delle richieste di ammortizzatori sociali nel primo trimestre del 2025, con 176,5 milioni di ore autorizzate, rispetto ai 135,5 milioni dello stesso periodo del 2024 .
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