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Flat Tax giovani e rientro dei cervelli: la proposta della Lega


(Intervista di Alessandro Caruso al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon Articolo, pubblicata su L’Economista, inserto de Il Riformista)

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Flat tax al 5% per i giovani lavoratori dipendenti, rientro dei cervelli incentivato da sgravi fiscali e un nuovo meccanismo per adeguare automaticamente salari e pensioni al costo della vita. Sono i tre pilastri della proposta di legge sul lavoro appena depositata dalla Lega. Ne parla il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, vicesegretario del Carroccio, che rivendica anche gli ultimi risultati occupazionali del governo Meloni e promette un impegno specifico contro la disparità salariale di genere.

A che punto è la proposta di legge sul lavoro proposta dalla Lega?

«L’abbiamo appena presentata e sono fiducioso sul fatto che riusciremo a farla diventare realtà in tempi brevi. Non vi nego che c’è stato un grande interesse, non solo da parte delle realtà sociali e datoriali ma soprattutto da parte dei tanti giovani a cui questa proposta vuole offrire un’opportunità concreta per avere salari dignitosi e contratti adeguati».

Uno degli elementi di novità è la flat tax per il lavoro subordinato: 5% per 5 anni. Di cosa si tratta esattamente e quali sono le vostre previsioni economiche?

«Flat tax al 5% significa dare la possibilità a un giovane di pagare meno tasse e avere più soldi in tasca. Vogliamo così incoraggiarli a non andare via dall’Italia, offrendo finalmente contratti che da un lato rispecchino le loro aspettative di lavoro e di futuro e dall’altro, soprattutto, garantiscano retribuzioni giuste. Questa, secondo noi, deve essere la soluzione a stage sottopagati e stipendi da fame che purtroppo hanno fatto scappare tanti giovani preparati. È giusto che restino in Italia per fare davvero la differenza nelle nostre imprese».

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In più si interviene sul rientro dei cervelli. Qual è la proposta?

«Riportare in Italia i nostri giovani talenti che negli ultimi anni si sono mossi verso altri Paesi per costruire il proprio futuro. Il quadro tracciato da Istat nel rapporto annuale 2025 è preoccupante: si parla di 97mila giovani laureati via dall’Italia in dieci anni. Una cifra incredibile che dà la misura di quanto sia necessario intervenire per invertire la tendenza. La nostra proposta prevede una flat tax al 5% per gli under 35 con contratto a tempo indeterminato e ulteriori agevolazioni fiscali in caso, ad esempio, di nascita di un figlio o di acquisto della prima casa. Quello che diciamo ai ragazzi è: se volete rientrare noi vi mettiamo in condizione di vivere bene in Italia, con lavori stabili e buste paga più pesanti».

Da un lato c’è la vostra proposta, dall’altro i referendum abrogativi proposti dalla Cgil. Qual è la differenza sostanziale tra i due approcci al sistema lavoro?

«Il mercato del lavoro si incentiva con misure concrete, come quelle che il governo ha già avviato: il taglio del cuneo fiscale reso strutturale, la defiscalizzazione, i bonus per giovani e donne, specie nel Mezzogiorno. I dati economici ci danno ragione: l’occupazione ha toccato numeri record, siamo al 63% con oltre 24 milioni di occupati. Il tasso di disoccupazione continua a scendere, anche quello giovanile, ed è ai minimi da aprile 2007. E a trainare il sistema ci sono proprio i contratti a tempo indeterminato, che finalmente stanno tornando a crescere. Questo è il percorso su cui dobbiamo insistere».

Da sottosegretario al Lavoro, con delega agli andamenti demografici, e da vicesegretario della Lega, partito con posizioni nette sull’immigrazione, qual è la sua visione sui flussi migratori? Il migrante è una risorsa potenziale per il mercato del lavoro?

«La nostra posizione è chiara: l’immigrazione va regolata e controllata, se non vogliamo creare sacche di disagio sociale e senso di insicurezza. Lavorare sui flussi in ingresso, come stiamo facendo ad esempio con i progetti internazionali di Sviluppo Lavoro Italia – formando sul posto le professionalità richieste dalle imprese – rappresenta una via sicura per il migrante e altrettanto una garanzia per le aziende italiane. Per il resto, contrastare l’inverno demografico è una priorità che abbiamo già affrontato con la proposta per incentivare l’occupazione giovanile e riportare i nostri talenti in Italia».

In Italia da decenni esiste un problema di disparità salariale di genere. Cosa auspica di poter fare entro la fine della legislatura?

«Sappiamo che il problema esiste ed è reale. Ne abbiamo discusso di recente, anche durante il Congresso federale della Lega, dove è stata approvata una mozione per garantire salari equi per tutti. Ci ritorneremo presto, presentando un’altra proposta di legge su questa emergenza. E se parliamo di donne, credo che la chiave sia permettere loro di conciliare famiglia e lavoro, introducendo congedi paritari con la figura paterna, per non costringerle a scegliere tra vita personale e carriera».

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Il costo della vita aumenta rapidamente, ma i salari non tengono il passo. Qual è la vostra formula?

«La risposta è nella proposta che presenteremo a breve. Il concetto è semplice: un meccanismo automatico di incremento salariale e delle pensioni, collegato all’andamento dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat. Insisto: la vera leva per affrontare il tema dei salari è rafforzare la contrattazione collettiva, che ha già dato un contributo importante. La soluzione non è uno slogan ideologico come il salario minimo, che rischia solo di abbassare i salari mediani, dato che la maggior parte dei contratti è già sopra i 9 euro lordi orari».

L’IA è vista da molti come un rivale nel mondo del lavoro. Da altri come un’alleata. Cosa sta facendo il Ministero per sfruttarne le potenzialità?

«L’intelligenza artificiale è una grande rivoluzione, come lo è stato internet. Non possiamo subirla: dobbiamo governarla. Puntiamo molto sulla formazione continua, perché un lavoratore formato non perde il lavoro, anzi lo migliora. L’IA ci aiuta anche a far incontrare domanda e offerta: con il portale SIISL, il Ministero ha messo a disposizione uno strumento intelligente che aiuta le persone a trovare il lavoro giusto, creando un punto di incontro stabile tra imprese e candidati».





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