Il Governo ha stanziato 300 milioni di euro ai Comuni per l’anno 2025 con l’obiettivo di rafforzare il sistema degli asili nido: è disponibile la tabella con il riparto delle risorse e la nota metodologica.
L’obiettivo è quello di rafforzare i servizi educativi per la prima infanzia, in particolare quelli rivolti alla fascia d’età 3-36 mesi. Le risorse, distribuite tra i Comuni delle Regioni a statuto ordinario, della Sicilia e della Sardegna, mirano a colmare il divario territoriale nella disponibilità di posti negli asili nido, in linea con quanto previsto dal decreto interministeriale del 24 marzo 2025.
Un investimento progressivo e mirato
L’intervento si inserisce in una più ampia strategia pluriennale di rafforzamento dei servizi per l’infanzia. La legge di bilancio del 2021 (n. 234/2021) ha infatti fissato un obiettivo ambizioso: garantire una copertura del servizio pari almeno al 33% dei bambini nella fascia d’età 3-36 mesi su tutto il territorio nazionale, considerando sia l’offerta pubblica che quella privata.
Per raggiungere questo traguardo, il governo ha previsto un progressivo incremento delle risorse: dai 120 milioni del 2022 ai 1.100 milioni annui a partire dal 2027. Dopo essere transitate fino al 2024 nel Fondo di solidarietà comunale, le risorse saranno erogate, dal 2025 al 2028, attraverso il nuovo Fondo speciale per l’equità del livello dei servizi (FELS), istituito in seguito alla sentenza della Corte costituzionale n. 71/2023. Dal 2029, tali fondi torneranno al Fondo di Solidarietà Comunale.
Come sono stati selezionati i Comuni beneficiari
La ripartizione dei fondi 2025 è stata definita sulla base della Nota metodologica approvata dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard lo scorso dicembre. I Comuni coinvolti sono quelli che, secondo i dati disponibili (in particolare quelli relativi al 2018), non raggiungono la soglia del 33% di copertura dei servizi educativi per la prima infanzia.
La valutazione considera non solo i posti disponibili nei nidi comunali gestiti direttamente o in forma esternalizzata, ma anche quelli offerti dal privato e nelle sezioni primavera. La popolazione di riferimento è calcolata sulla media del triennio 2017-2019, con aggiornamenti basati sui dati 2023, al fine di riflettere la domanda potenziale effettiva del servizio.
In caso di copertura inferiore al 28,88% – soglia stabilita per identificare le aree più svantaggiate – i Comuni hanno priorità nell’assegnazione dei fondi. Particolare attenzione è riservata a quei territori che dispongono già di strutture sottoutilizzate, così da favorire una rapida attivazione dei posti aggiuntivi previsti.
Obblighi e controlli
I Comuni destinatari del contributo sono tenuti a garantire, entro il 2025, il raggiungimento degli obiettivi fissati in termini di nuovi utenti accolti nei servizi per l’infanzia. Ogni ente riceverà un contributo proporzionato al numero di bambini da accogliere in più, come indicato nell’allegato alla Nota metodologica.
Per assicurare trasparenza e responsabilità, è previsto un meccanismo di monitoraggio e rendicontazione. Entro il 31 luglio 2025 sarà resa disponibile una scheda da compilare con i dati sull’attivazione del servizio, da allegare al rendiconto annuale e trasmettere telematicamente a Sogei entro il 31 maggio 2026. Anche i Comuni che non ricevono fondi dovranno fornire informazioni sullo stato del servizio nei propri territori.
In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, salvo scostamenti minimi inferiori a mille euro, verranno applicate le sanzioni previste dal decreto interministeriale del 6 giugno 2024.
300 milioni ai Comuni per gli asili nido: il riparto delle risorse per il 2025
Il decreto di riparto è frutto di una concertazione tra più ministeri: Interno, Economia, Istruzione, Affari europei e Famiglia, a conferma dell’importanza strategica attribuita all’infanzia e alla coesione territoriale. Garantire pari opportunità educative fin dai primi anni di vita è uno degli strumenti chiave per contrastare le disuguaglianze e promuovere lo sviluppo del Paese.
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