Il 26 maggio 2025 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova legge “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese”.
Si tratta di un intervento normativo di ampio respiro, volto a rafforzare i meccanismi di democrazia economica nelle aziende italiane e a promuovere il coinvolgimento dei lavoratori non solo nei processi decisionali, ma anche nella distribuzione di utili e nella proprietà stessa. La legge istituisce nuove forme di partecipazione gestionale, economica-finanziaria, organizzativa e consultiva, introduce piani di formazione specifici e dà vita a una Commissione nazionale permanente.
Oltre a questi profili di più lungo termine, il provvedimento include alcune novità di carattere fiscale che avranno conseguenze dirette sull’elaborazione della busta paga dei dipendenti.
Queste modifiche mirano soprattutto a potenziare gli utili in busta paga, rendendoli più trasparenti e vantaggiosi.
Vediamo in che modo i lavoratori potranno ottenere dei vantaggi grazie alla nuova legge.
Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese
La nuova legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 26 maggio 2025 introduce per la prima volta in modo organico un quadro normativo dedicato alla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese.
Nel testo si alternano misure di carattere istituzionale, fiscale e organizzativo.
Misure tutte pensate per trasformare il rapporto azienda-dipendente da mero rapporto salariale a una relazione più paritaria e orientata al valore condiviso.
Anzitutto, il legislatore definisce chiaramente quattro forme di partecipazione: gestionale, economica-finanziaria, organizzativa e consultiva.
La partecipazione gestionale allarga la platea dei componenti dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali, prevedendo che nei grandi gruppi e nelle società quotate almeno un rappresentante dei lavoratori sieda con pieni diritti deliberativi.
Questo passaggio favorisce il dialogo continuo tra vertici aziendali e delegati del personale, decomprimendo potenziali conflitti e rendendo più trasparente il processo decisionale.
Sul fronte economico-finanziario, la legge innalza per il 2025 il plafond di utili che possono essere distribuiti ai dipendenti con imposta sostitutiva agevolata: fino a 5.000 € di partecipazione lorda per ciascun lavoratore.
Anziché i 3.000 € previsti in precedenza.
Questo incremento ha un impatto diretto sugli utili in busta paga, aumentando il netto percepito.
Inoltre, vengono istituiti specifici piani di azionariato dipendenti: le imprese possono destinare una quota di proprie azioni (fino al 2% del capitale sociale) a condizioni fiscalmente vantaggiose, incoraggiando il senso di appartenenza e l’allineamento degli interessi tra lavoratori e azionisti.
Ulteriori novità
La partecipazione organizzativa affronta invece il tema dell’innovazione di prodotto e di processo, promuovendo la costituzione di “laboratori interni” nei quali i dipendenti, attraverso gruppi di lavoro misti, contribuiscono a ideare miglioramenti e nuove linee di business.
L’obiettivo è valorizzarne competenze e creatività, traducendo le proposte in prototipi o sperimentazioni pilota con un ritorno diretto anche economico per i contributori.
Con il capitolo dedicato alla partecipazione consultiva si innesta una serie di obblighi di consultazione preventiva: le grandi imprese dovranno convocare assemblee periodiche per discutere i piani industriali, gli investimenti e le politiche di welfare aziendale, raccogliendo osservazioni e voti non vincolanti del rappresentante dei lavoratori.
Questo strumento mira a ridurre i ritardi decisionali e a migliorare la qualità delle decisioni strategiche, grazie al contributo di chi vive quotidianamente il processo produttivo.
Accanto a questi pilastri, la legge investe nella formazione obbligatoria dei delegati dei lavoratori, affidando a enti accreditati il compito di erogare percorsi di aggiornamento su governance, bilancio d’impresa e normativa partecipativa. Infine, l’istituzione di una Commissione nazionale permanente assicura il monitoraggio continuo delle applicazioni, coordina le best practice e propone eventuali correttivi.
Queste misure configurano un’architettura normativa inedita per il nostro Paese, in cui il lavoratore diventa parte attiva e riconosciuta del sistema-impresa, non solo come salario ma come co-proprietario, co-decisore e beneficiario diretto del successo aziendale
Cosa cambia in busta buga?
Abbiamo accennato al fatto che la legge che introduce Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese
innalza per il 2025 il plafond di utili che possono essere distribuiti ai dipendenti i quali saranno tassati con imposta sostitutiva agevolata: fino a 5.000 € di partecipazione lorda per ciascun lavoratore. Con conseguenze dirette in busta paga. Oltre a quanto già previsto per il taglio al cuneo fiscale.
Più nello specifico, all’art. 5 è stato previsto che:
Per l’anno 2025, in deroga a quanto previsto dall’articolo 1, comma 182, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in caso di distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota degli utili di impresa non inferiore al 10 per cento degli utili complessivi, effettuata in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, il limite dell’importo complessivo soggetto all’imposta sostitutiva disciplinata dal citato comma 182 è elevato a 5.000 euro lordi. Restano ferme le disposizioni dei commi da 183 a 189 dell’articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208”.
Dunque per il solo 2025, gli utili distribuiti ai dipendenti saranno tassati al 5% su un importo massimo di 5.000 euro, anzichè 3.000.
Sempre solo per l’anno 2025, i dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato per un importo non superiore a 1.500 euro annui, sono esenti dalle imposte sui redditi per il 50% del loro ammontare.
Perchè l’aliquota è del 5% e non del 10%?
Il motivo è molto semplice, la Legge n. 207/2024, Legge di Bilancio 2025, al comma 385, ha confermato per gli anni dal 2025 al 2027 la tassazione agevolata al 5%:
- per i premi di produttività nonché
- per le somme riconosciute sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa nel corso del periodo d’imposta.
L’aliquota era stata fissata al 5 % anche: per il periodo d’imposta 2024, ai sensi dell’art. 1, comma 18, della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Legge di Bilancio 2024); per il periodo d’imposta 2023, ai sensi dell’art. 1, comma 63, della Legge n°197/2022, legge di Bilancio 2023.
Riassumendo.
- Distribuzione utili agevolata: per il 2025 il plafond di utili distribuibili ai dipendenti sale a 5.000 € con imposta sostitutiva al 5%, generando evidenti benefici sugli utili in busta paga.
- Azionariato dipendenti: fino al 2 % del capitale sociale può essere riservato a lavoratori a condizioni fiscali vantaggiose, incidendo direttamente sui loro introiti mensili.
- Partecipazione gestionale: introduce rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, migliorando trasparenza e coinvolgimento.
- Innovazione e premialità: “laboratori interni” valorizzano idee e proposte dei dipendenti con ricadute economiche in paga.
- Formazione e governance: corsi obbligatori e una Commissione nazionale permanente garantiscono competenze adeguate e monitoraggio costante delle nuove misure.
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