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Dal 15 maggio 2025 è in vigore un decreto che va a ridurre le tasse sulla benzina, a discapito di quelle sul gasolio, che sono invece in aumento. Si parla di riallineamento delle accise, voluto da un apposito intervento pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

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Nella pratica la revisione ha portato ad una riduzione di 1,50 centesimi per litro per la benzina, ma ad un altrettanto aumento di 1,50 centesimi di euro a litro per il gasolio. Una mossa che, se da un lato avvantaggia leggermente chi si approvvigiona periodicamente di benzina, va a penalizzare chi utilizza il gasolio, in un contesto in cui ancora una volta l’Italia è ai primi posti in UE per pressione fiscale.

Quanto pesano le accise sui carburanti

L’Italia è storicamente ai primi posti quando si parla di pressione fiscale e questo si ritrova anche nel mercato dei carburanti. L’ultimo intervento ha di fatto stabilito questi prezzi:

  • si scende da 728,40 euro per mille litri a 713,40 euro per la benzina;
  • si sale da 717,40 euro per mille litri a 632,40 euro per il gasolio destinato all’autotrazione.

Non mancano le polemiche di fronte a questi cambiamenti, che pesano soprattutto per tutti coloro che utilizzano mezzi pesanti, come le imprese di autotrasporto e le aziende in generale. Un colpo che pesa a tutte le attività nel settore, già coinvolte da costi elevati per viaggiare in autostrada.

Le accise continuano a comporre una grossa fetta della spesa per chi acquista carburanti, ovvero più della metà del costo finale al litro è destinato alle tasse.

Accise sui carburanti: le polemiche

Le polemiche si sono fatte più accese soprattutto a causa delle promesse non mantenute da parte del governo. Inizialmente infatti si prevedeva un taglio netto a questi costi, che pesano su privati cittadini, ma anche sulle imprese di tutta Italia. Ma con le ultime decisioni, i tagli sperati non sono arrivati.

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Il problema starebbe nei conti pubblici: tagliare le accise vorrebbe dire destinare una quota inferiore di tasse allo Stato, e attualmente stando alle decisioni del governo questo non è possibile. L’ultimo riallineamento delle accise non piace alle associazioni di consumatori.

Il Codacons ha recentemente comunicato dati allarmanti sugli aumenti delle accise registrati negli ultimi anni: dal 2000 ad oggi questa tassa è aumentata del +35% sulla benzina e del +63% sul gasolio:

“Dal gennaio 2000 ad oggi l’accisa sulla benzina è salita da 0,527 a 0,713 euro al litro, con un incremento di +0,186 euro (+35,3%); nello spesso periodo l’accisa sul gasolio è passata da 0,388 a 0,632 euro/litro, ossia +0,244 euro (+62,8%).”

Oggi la spesa per i carburanti pesa sui conti di cittadini e imprese, posizionando l’Italia al secondo posto in Europa per pressione fiscale su questi prodotti (al primo posto c’è l’Irlanda). Se si fa un confronto tra l’Italia e la media UE, il bel paese paga il 19,3% di tasse in più, una percentuale che ha condotto il Codacons a intervenire con un esposto a 104 Procure della Repubblica in tutto il paese.



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