Sul tavolo c’è il ‘disaccoppiamento’ cioè la possibilità di vendere l’energia rinnovabile a prezzi più bassi, parametrati ai costi di produzione, più bassi anch’essi. Confindustria vorrebbe che il governo incentivasse i power purchase agreement
Assemblea di Confindustria al via questa mattina a Bologna. L’appuntamento quest’anno non è a Roma per “rafforzare il legame con il tessuto produttivo e le nostre territoriali, cuore pulsante del sistema”, ha scritto sui social il presidente Emanuele Orsini, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera questa mattina.
POSSIBILE ANNUNCIO DI UN PIANO STRAORDINARIO PER L’INDUSTRIA ITALIANA
“Come dire: Confindustria porta le istituzioni a casa degli associati. Sia europee che nazionali. Ci saranno infatti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni (come lo scorso anno, del resto) e la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola. A sentire quanto filtrava ieri da viale dell’Astronomia, dall’assemblea di oggi potrebbe uscire un piano straordinario per l’industria italiana, con una piattaforma dedicata alle esportazioni per raggiungere nuovi mercati oltre gli Usa e sviluppare così 80 miliardi aggiuntivi di export. Il governo ha parlato nelle scorse settimane di 25 miliardi per supportare le imprese penalizzate dai dazi. (…) i 25 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, di pari passo con il calo della produttività (prodotto per ora lavorata) segnalato anche nell’ultimo rapporto Istat. Un problema nato ben prima delle minacce di Trump. (…)” si legge sul quotidiano.
POSSIBILE ANNUNCIO ANCHE SUL ‘DISACCOPPIAMENTO’ CIOÈ LA POSSIBILITÀ DI VENDERE L’ENERGIA RINNOVABILE A PREZZI PIÙ BASSI
“Ma la vera materia del contendere, a ben vedere, è il ‘disaccoppiamento’ cioè la possibilità di vendere l’energia rinnovabile a prezzi più bassi, parametrati ai costi di produzione, più bassi anch’essi. Le aziende produttrici di energia — associate a Confindustria — non ci stanno”, si legge su Il Corriere della Sera.
IL “COLPO DI TEATRO”
Stando all’anticipazione del Corriere dei giorni scorsi, all’assemblea di Confindustria si assisterà a un “vero colpo di teatro” sul tema dei prezzi dell’energia, che dovrebbe ricomporre la frattura tra il governo e l’associazione, che aveva criticato duramente – definendolo “una pazzia” – il decreto Bollette per l’assenza di misure a tutela delle imprese.
Pare quindi che a Bologna Meloni annuncerà “una nuova misura che dovrebbe mediare tra gli interessi contrapposti, contribuire alla diminuzione del costo dell’energia e mettere tutti d’accordo”: non è chiaro, tuttavia, di cosa si tratti. Confindustria aveva proposto un intervento sulle modalità di formazione del prezzo dell’energia elettrica in modo da “valorizzare maggiormente” la produzione da fonti rinnovabili, più economica perché non dipendente dalle forniture di combustibile. In sostanza, Confindustria vorrebbe che il governo incentivasse i power purchase agreement, cioè gli accordi di fornitura energetica di lungo periodo – e a prezzi più convenienti di quelli di mercato – tra produttori e consumatori.
“A questa mediazione hanno lavorato in concordia sherpa confindustriali, del governo e della stessa Enel”, scriveva ieri il Corriere.
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