Nella Relazione Semestrale al Parlamento della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) relativa al primo e secondo semestre 2024, emerge un quadro allarmante della situazione criminale nella provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), la sesta provincia pugliese. Situata tra le province di Bari e Foggia, la BAT si configura come un crocevia strategico non solo dal punto di vista economico e produttivo, ma anche sul piano delinquenziale.
Secondo quanto riportato dalla DIA, il territorio risulta essere un’estensione operativa delle principali consorterie mafiose baresi e foggiane. I sodalizi locali intrecciano rapporti con questi gruppi per realizzare progetti criminali comuni, come rapine ad autotrasportatori, assalti a portavalori e caveaux, con episodi eclatanti che testimoniano cooperazioni interregionali tra gruppi criminali pugliesi, campani e abruzzesi.
La criminalità organizzata della provincia BAT ha mostrato una rapida evoluzione verso modelli imprenditoriali, con una spiccata capacità di infiltrazione nell’economia legale. Vengono documentati investimenti in settori strategici, talvolta accompagnati da pressioni e condizionamenti agli apparati pubblici locali.
Le attività criminali tradizionali – estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, contraffazione e contrabbando – si affiancano a una preoccupante incidenza dei reati predatori, in particolare i furti d’auto, furti in abitazione, rapine ai commercianti, assalti agli sportelli ATM con esplosivi, nonché reati contro il settore agricolo, vitale per l’entroterra. Numerosi furti di mezzi e prodotti agricoli, danneggiamenti e incendi dolosi risultano spesso funzionali a strategie estorsive o all’acquisizione fraudolenta di aziende agricole per finalità di riciclaggio o accesso a fondi pubblici.
Nel periodo oggetto della relazione, la DIA ha segnalato l’adozione di importanti provvedimenti antimafia, tra cui:
- Un’interdittiva antimafia del 25 luglio 2024 contro un’impresa attiva nel commercio di carburanti;
- Un provvedimento ex art. 94-bis del D.Lgs. 159/2011 nei confronti di una società immobiliare, entrambe riconducibili a una figura storica della criminalità organizzata locale e legata alla malavita cerignolana.
Tra i gruppi mafiosi attivi nella provincia BAT, la relazione della DIA elenca:
- Il clan CANNITO-LATTANZIO su Barletta,
- I clan PASTORE, GRINER e PISTILLO su Andria,
- I gruppi CORDA-LOMOLINO e FIORE-RISOLI su Trani,
- Il gruppo AMORUSO e il clan CAPRIATI a Bisceglie,
- I clan DE ROSA-BUONAROTA e CARBONE-GALLONE su Trinitapoli.
Altri sodalizi come il gruppo ALBANESE (“i vaccari”), LATTANZIO/LOMBARDI/MARCHISELLA, STRANIERO-SARCINA, PESCE, LAPENNA e CAPOGNA sono anch’essi monitorati per le loro attività illecite.
La presenza criminale straniera, pur non strutturata stabilmente, si manifesta in interazioni con gruppi internazionali, in particolare con la criminalità albanese, predominante nel narcotraffico, come confermato dall’operazione “Blue Shark” (ottobre 2023). Nella zona dell’Ofanto, è stato registrato un bacino di manovalanza di origine rumena, impiegato nella criminalità predatoria.
Sul piano delle alleanze extraregionali, sono stati accertati legami con le ‘ndrine calabresi, in particolare con la cosca Mammoliti (i “Fischiante di Bovalino”), che avrebbe gestito uno dei maggiori depositi nazionali di droga proprio ad Andria, come emerso dall’operazione “Eureka”. Anche i rapporti con la criminalità campana sono rilevanti, soprattutto per il traffico di droga e lo smaltimento illecito dei rifiuti.
Tra le operazioni più rilevanti:
- Il 18 gennaio 2024, nell’ambito dell’operazione “Cassetto distratto”, la Guardia di finanza ha eseguito misure cautelari per indebita percezione di fondi pubblici e autoriciclaggio;
- Il 19 marzo 2024, a seguito di sentenza della Cassazione, è diventata esecutiva una confisca di beni per circa 80 milioni di euro nei confronti di un pregiudicato andriese considerato vertice della malavita locale.
La Relazione della DIA conferma come la provincia di Barletta-Andria-Trani rappresenti un territorio critico nel panorama della criminalità organizzata nazionale, per la sovrapposizione di interessi criminali locali e interregionali e per l’alto rischio di infiltrazioni nell’economia legale e nei fondi pubblici. Le dinamiche evidenziate confermano la necessità di un’azione investigativa costante, articolata e integrata a livello nazionale.
A cura di Michele Solatia.
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