Un fido da 6 milioni alla società di Giacomini, l’assessore è il direttore generale. Il ruolo dei consulenti dell’istituto legati all’amministratore delegato Fiorentino
Il sistema ha funzionato alla grande per anni. Una giostra che ha moltiplicato i guadagni di un manipolo di manager e dei loro consulenti di fiducia. Si parte da Atlas consulting, che porta a Stardust per arrivare a Bazr. Le tre aziende fondate da Simone Giacomini insieme ai soci Antonino Maira ed Ettore Dore, hanno un minimo comun denominatore. Tutte sono nate e cresciute grazie ai finanziamenti di Banca Progetto, l’istituto di credito milanese commissariato a fine marzo dalla Banca d’Italia e da mesi finito sotto la lente dei magistrati di Milano e di Roma.
Banca Progetto ha cavalcato un business ben preciso, quello dei fidi a piccole imprese e a start up innovative, prestiti erogati con la garanzia pubblica, quella del Mediocredito Centrale. Anche le aziende del sistema Giacomini hanno sfruttato questo canale e strada facendo l’imprenditore ha anche conquistato la fiducia anche di sponsor influenti.
Come svelato nei giorni scorsi da un’inchiesta di Domani, Giacomini poteva contare sull’amicizia dell’assessore capitolino Alessandro Onorato, assunto come direttore generale di Bazr con un compenso lordo che l’anno scorso, a partire dal mese di aprile, ha superato i 200mila euro lordi (220.115 euro, secondo un documento reso pubblico dallo stesso Onorato).
Nel mondo finanziario, però, il nome da spendere era quello di Paolo Fiorentino, il banchiere che ha guidato Banca Progetto fino al febbraio scorso, quando ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato, giusto un mese prima che sull’istituto milanese si abbattesse la scure del commissariamento.
Per un anno, tra il 2022 e il 2023, Fiorentino ha trovato posto nel consiglio di amministrazione di Stardust, la società di comunicazione nota nell’ambiente come la fabbrica degli influencer, ceduta due anni fa da Giacomini e soci a Gedi Digital, parte dell’omonimo gruppo editoriale. Il manager di Banca Progetto era affiancato nel cda di Stardust da Andrea Centofanti, fratello del più noto Fabrizio, finito, quest’ultimo, sotto i riflettori delle cronache giudiziarie per i suoi rapporti con l’ex pm Luca Palamara. Centofanti ha svolto per anni un ruolo chiave nel business dell’istituto poi commissariato. Toccava a lui reclutare aziende da finanziare, affiancandole come consulente nelle pratiche di fido.
Vecchi amici
Nelle carte dell’istituto milanese, al centro in queste settimane delle verifiche degli ispettori di Bankitalia, ricorre spesso anche un’altra società, coinvolta in molteplici operazioni di finanziamento. Si chiama Capitalink e fino a poche settimane fa era controllata da Giancarlo Ciacciofera con Michele Cataldo, due professionisti specializzati nella consulenza finanziaria. Anche in questo caso la pista degli affari porta a Stardust.
Nel 2022 la società di Giacomini è stata affiancata da Capitalink come advisor finanziario per ottenere un finanziamento di 5 milioni garantito dal Mediocredito Centrale. Tra Michele Cataldo e Fiorentino c’è un rapporto consolidato, un’amicizia di famiglia. Alessandro Cataldo, il padre di Michele, ha lavorato a lungo con l’ex capo di Banca Progetto, quando entrambi, una decina di anni fa, facevano parte della squadra dei manager di vertice di Unicredit. Poi le loro strade si sono divise. Fiorentino è arrivato al vertice di Carige, un’esperienza sfortunata, che nel dicembre scorso gli è costata una condanna in primo grado a quattro anni reclusione.
Nel 2019 Fiorentino è infine approdato a Banca Progetto, dove ha incrociato l’ex collega Cataldo, che nel frattempo si era messo in proprio come consulente. Fa capo a lui la società Sviluppo Imprese Italia, molto attiva negli anni scorsi come agente di Banca Progetto, al pari di Capitalink. Ed ecco che ancora una volta si torna a incrociare il marchio di una società di Giacomini. Questa volta tocca a Bazr, la piattaforma di e-commerce fondata nel 2023, dopo la vendita di Stardust a Gedi.
Nel 2024 Bazr ha ottenuto da Banca Progetto un prestito di 6 milioni assistito dalla garanzia pubblica del Mediocredito centrale. Un’operazione a cui ha partecipato anche Sviluppo Imprese Italia, la società di Alessandro Cataldo, con il ruolo di advisor finanziario. Il sistema collaudato nel tempo ha fatto centro un’altra volta e la nuova azienda di Giacomini e soci si è così procurata il carburante finanziario indispensabile per il decollo. Sulla plancia di comando di Bazr, si era appena insediato Alessandro Onorato, con in gradi di direttore generale. Per altro, la settimana scorsa, dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Domani, Onorato ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per lasciare l’incarico.
Le accuse di Bankitalia
Nel frattempo, si è spenta anche la stella di Banca Progetto. Nel documento qualificato come “riservatissimo” in cui Bankitalia motiva il commissariamento si legge tra l’altro che Fiorentino ha promosso un «modello di crescita non prudente (…) minimizzando la portata della qualità dell’attivo sulla scorta della copertura assicurata dalle garanzie pubbliche».
Gli ispettori della Vigilanza hanno accertato “gravi irregolarità” e tra queste anche “diffuse gravi anomalie” nei finanziamenti erogati ad alcune aziende. Tra queste, come già scritto da Domani, la Atlas consulting di Giacomini. Nell’elenco dei beneficiari di prestiti “anomali” è citata anche la Luxury cloud srl, società controllata da Anna Maria Lezzi, una manager che conosce bene Giacomini. Lezzi, infatti, tramite una sua società personale, è socia di Bottom up, la srl a cui fa capo Bazr. Non solo. La stessa Lezzi siede sulla poltrona di vicepresidente di Giglio Group, un marchio quotato alla Borsa di Milano. E qui, ancora una volta si torna a Banca Progetto. L’istituto commissariato da Bankitalia ha concesso prestiti milionari a Giglio Group, che ora fatica a restituirli.
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