Dal palco del Teatro dei Filarmonici, la CNA di Ascoli
Piceno lancia la sua visione futura, fatta di condivisione, dialogo e voglia di
fare la differenza nelle sfide che attendono il Piceno e il suo tessuto
imprenditoriale.
Nel rieleggere la presidente Arianna Trillini per il
mandato 2025-2029, nel corso del quale sarà affiancata dal riconfermato
direttore Francesco Balloni, sabato 24 maggio l’associazione
territoriale di Ascoli Piceno ha scelto di dar vita a una mattinata in grado
di fornire spunti di riflessioni e indicazioni preziose per imprenditori,
amministratori locali e stakeholder del territorio, chiamati a fare sistema per
favorire la crescita del Piceno dopo le criticità degli ultimi anni.
Si spiega in questo senso la scelta della CNA di abbinare
al rinnovo degli organi associativi un ricco programma che, attraverso due
interessanti panel di approfondimento, riuscisse a restituire un quadro
nitido delle peculiarità e delle difficoltà che ad oggi caratterizzano
l’imprenditoria picena, fornendo risposte esaurienti sui grandi temi con cui chi
fa impresa nel 2025 è chiamato a confrontarsi: credito, intelligenza
artificiale e sostenibilità in primis.
Nell’ambito del primo panel, dal titolo “L’evoluzione
del credito nella digitalizzazione e intelligenza artificiale”, la
dirigente Istat – Ufficio territoriale Area nord-est Roberta Palmieri ha
evidenziato come, con 157 imprenditori ogni 1.000 residenti, il Piceno abbia
dalla sua un tasso di imprenditorialità superiore alle Marche (156) e al
resto d’Italia (132), con un 29,9% di imprenditori attivi in percorsi ad alto
contenuto tecnologico che risulta in linea con il dato nazionale.
In particolare, nel panorama nazionale le imprese marchigiane
possano vantare un’esperienza piuttosto consolidata nel campo dell’Ict e della
digitalizzazione, con un polo di imprese It radicato nella provincia di Ascoli
e una relativa familiarità con gli strumenti forniti dall’intelligenza
artificiale. Nel 2024, infatti, il 9,4% delle imprese marchigiane con più di 10
addetti fa ricorso all’IA, mentre il dato italiano – parametrato sulle Pmi con
un numero di addetti tra 10 e 249 – si attesta al 7,7%.
Nell’erogazione del credito, in base al confronto tra sistemi
basati sull’interazione umana e l’intermediazione finanziaria potenziata da IA
messo in atto a inizio 2025 da Banca d’Italia nel working paper “Artificial
intelligence and relationship lending”, si evince come i prestiti da banche
non-IA alle imprese siano anticiclici, mentre i prestiti IA alle imprese in
generale non appaiono influenzati dagli shock macroeconomici, bensì sembrano
rispondere piuttosto a condizioni specifiche delle aziende.
Nel suo intervento, il direttore generale di Banca del Piceno
Gabriele Illuminati ha sottolineato la necessità di conciliare
l’innovazione e la tutela dei diritti della clientela, ribadendo
l’imprescindibile controllo dell’uomo alla base del sistema di credito
nell’ambito di una politica di piena trasparenza con imprese e cittadini. Anche
Paolo Mariani, direttore generale del confidi Uni.Co, ha posto l’accento
sull’importanza di fare ricorso in maniera consapevole alla digitalizzazione e
all’intelligenza artificiale per facilitare un sistema del credito che,
in ogni caso, resta basato sull’incontro e sulla relazione personale con
il cliente per garantire un servizio a misura di piccola impresa.
Spazio, poi, agli scenari e alle prospettive legate alla
sostenibilità e all’intelligenza artificiale, con un interessante dibattito condotto dalla
giornalista Rai Barbara Capponi e animato dagli interventi del professor
Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, dal
collega Edoardo Alesse dell’Università degli Studi dell’Aquila e dal sindaco
di Ascoli Marco Fioravanti, presente al Filarmonici anche in veste di
presidente Anci Marche nonché presidente del Consiglio nazionale Anci.
A dare il là al panel, in questo caso, è stato lo studio
commissionato da CNA e condotto dalla ricercatrice Maria Carla Alunno per Live,
spin-off della Politecnica delle Marche specializzato nel management consulting.
Le risposte e i pareri forniti da un campione di 51
imprenditori associati hanno consentito al professor Gregori di illustrare alla
platea l’impatto della piccola dimensione d’impresa evidenziando le principali
necessità delle Pmi del territorio. In particolare, il 70,6% degli intervistati
ha riscontrato nella piccola dimensione un potenziale ostacolo sulla via della
competitività, in particolare per quanto concerne il potere contrattuale con
fornitori e clienti (61,5%), l’efficienza organizzativa (53,8%) e l’adeguamento
a norme e requisiti burocratici (53,8%). Al tempo stesso, l’aumento dei
costi e la difficoltà nel reperire manodopera specializzata costituiscono i
principali campanelli d’allarme avvertiti dagli imprenditori in vista di un
possibile percorso di crescita dimensionale.
Se da un lato gli imprenditori locali giudicano generalmente
sufficiente il rapporto con gli istituti di credito, dall’altro evidenziano una
certa resistenza all’avvio di strategie collaborative (il 60.8% non ne ha mai
attivate), anche a causa delle difficoltà nel reperire i giusti partner sul
mercato (nel 52,9% dei casi) e, ancora una volta, per colpa della burocrazia
(37,3%).
Cosa serve, dunque, alle imprese? Maggiore stabilità
normativa e fiscale (45,1%), accesso al credito (35,3%) e visibilità sul
mercato (23,5%) spiccano
tra le risposte più gettonate.
«Oggi più che mai, crediamo che il futuro delle piccole
e medie imprese si costruisca insieme – dichiarano la presidente
Trillini e il direttore Balloni – Come CNA vogliamo continuare a essere
la casa delle imprese, con una porta sempre aperta a competenze, idee e visioni
in grado di sostenere la crescita delle nostre aziende e consolidare la rete
creata giorno dopo giorno in questi anni. La transizione ecologica, la digitalizzazione,
l’intelligenza artificiale e la sostenibilità non sono ostacoli, ma occasioni
per valorizzare il nostro meraviglioso territorio e renderlo attrattivo anche per le
nuove generazioni. Per raggiungere l’obiettivo, tuttavia, non bisogna
dimenticare che le relazioni sono il vero motore del nostro sistema
associativo. Solo dialogando con gli stakeholder, con il mondo della
formazione, con le istituzioni e soprattutto con chi fa impresa potremo
affrontare il nodo del ricambio generazionale, rafforzare le competenze e
accompagnare l’evoluzione delle Pmi con strumenti adeguati e un pensiero
strategico condiviso. CNA è pronta a farlo, mettendo al centro le persone e la
nostra capacità di fare squadra».
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