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l’europa deve cambiare passo per non perdere terreno economico con le altre potenze mondiali


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La questione della competitività europea emerge con forza nell’intervento di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, durante la chiusura del festival dell’Economia a Trento. In un momento di grande trasformazione globale, l’Europa si trova a confrontarsi con concorrenti che agiscono più velocemente, mettendo a rischio alcune delle sue eccellenze industriali. Orsini richiama l’attenzione sulla necessità di decisioni rapide e una maggiore semplificazione normativa per sostenere le imprese nel contesto attuale.

La lentezza europea nelle decisioni e il pericolo di perdita di competitività

Emanuele Orsini ha sottolineato come l’Europa, pur rappresentando una piattaforma importante per le imprese, soffra di una lentezza eccessiva nelle sue decisioni politiche ed economiche. In un mondo scandito da ritmi serrati, con concorrenti che adottano strategie più rapide, questa situazione rischia di compromettere la capacità europea di mantenere la propria posizione. Orsini ha evidenziato che in settori chiave dell’industria si corre il rischio concreto di perdere terreno, non solo in termini di quote di mercato ma anche di valore percepito delle imprese europee, note a livello globale per la qualità e l’innovazione.

La difficoltà nel costruire risposte tempestive alle sfide del mercato si traduce in un rallentamento che può mettere in discussione la sopravvivenza stessa di attività produttive di rilievo. Il presidente di Confindustria ha spiegato come questa situazione richieda un cambiamento di passo, in modo da evitare che l’Europa resti indietro in un contesto globale sempre più competitivo.

Semplificazione normativa come chiave di volta

Il tema della semplificazione normativa emerge come uno dei nodi più urgenti. Orsini cita anche l’attenzione che leader stranieri come Donald Trump hanno rivolto all’Unione europea, puntando il dito contro “dazi interni” che ostacolano la libera circolazione di merci e servizi all’interno del mercato unico. Questo crea difficoltà alle aziende europee nel competere con soggetti esterni, che spesso godono di condizioni meno vincolanti.

Orsini sostiene che l’Europa dovrebbe intervenire per eliminare ostacoli burocratici e fiscali che limitano la competitività delle imprese. In particolare, una revisione delle regole interne potrebbe aiutare a semplificare le procedure, con un impatto positivo sugli investimenti e sulla crescita industriale. La semplificazione aiuterebbe anche a garantire che le imprese di alta qualità non perdano terreno a livello globale. Questo tema è diventato centrale per Confindustria, che lo ha portato al centro del dibattito nazionale.

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Il legame con la germania e le politiche di debito

Durante il suo intervento, il presidente di Confindustria ha rimarcato il forte legame che unisce il sistema industriale italiano a quello tedesco. L’arrivo di nuovi orientamenti, come quello rappresentato da Christian Mertz, che ha aperto a politiche di debito più flessibili, può favorire una maggiore cooperazione tra i due Paesi. Questi cambiamenti potrebbero consentire di creare una rete di interconnessioni economiche e industriali più solide a livello europeo.

Orsini ha sottolineato che la salute dell’economia tedesca ha riflessi diretti in Italia, perché “non ci si può permettere che uno dei principali partner vada in difficoltà senza ripercussioni”. Per questo motivo, l’equilibrio e la stabilità tra le nazioni europee appaiono fondamentali per mantenere e rafforzare la competitività continentale.

Stabilità politica e programmazione a lungo termine

L’intervento di Orsini ha sfiorato anche il tema della stabilità politica all’interno degli Stati europei. Secondo il leader di Confindustria, avere governi stabili è indispensabile per il settore industriale, perché solo in questo modo è possibile mettere in atto una programmazione duratura. Investire su lungo periodo richiede certezze politiche e capacità di progettare strategie che vadano oltre il breve termine.

Il presidente ha ricordato come, dopo la crisi dovuta al covid, le imprese abbiano dimostrato capacità di rispondere in modo efficace alle difficoltà. Ora, però, con la produzione industriale rallentata, serve una nuova spinta per rimettere l’economia su un percorso di crescita. “Misure di sostegno mirate agli investimenti sono fondamentali per raggiungere questo obiettivo”. Senza un quadro stabile e chiaro, però, qualsiasi tentativo rischia di fallire prima ancora di partire.





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