Comuni piccoli, virtuosi, in cui si consolida il paradosso di un alto tasso green e di produttività legato alla bassa natalità. ‘Voler Bene all’Italia’ di Legambiente torna anche quest’anno per celebrare l’impegno dei piccoli comuni italiani nella transizione ecologica. La manifestazione, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, UNCEM e Fondazione Symbola, vuole mettere in luce le esperienze virtuose di questi territori che, pur vivendo sfide demografiche importanti, stanno tracciando una nuova rotta verso la sostenibilità.
Secondo i dati Terna elaborati da Legambiente, i comuni sotto i 5mila abitanti hanno perso l’8,5% della popolazione in vent’anni, mentre i centri con meno di 1.500 abitanti nel 2023 hanno registrato solo una nascita ogni 190 abitanti, con il 26% della popolazione over 65. Nonostante queste criticità, questi territori generano il 47% della potenza nazionale da fonti rinnovabili. Inoltre, custodiscono il 93% delle specialità alimentari tipiche, come evidenziato dai dati della Fondazione Symbola, e sono mete sempre più apprezzate da un nuovo tipo di turismo, con il 63% dei viaggiatori interessati alle cosiddette “detour destinations”.
Le tappe e il programma di Voler Bene all’Italia 2025
Dal 29 maggio al 4 giugno, ‘Voler Bene all’Italia’ attraverserà sette tappe simboliche per raccontare la transizione ecologica nei piccoli comuni. Giovedì il tour partirà da Lacedonia (Av) e Arcidosso-Montelaterone (Gr), venerdì farà tappa a San Gemini (Tr), sabato a Pomaretto (To) e domenica a Roccamorice-Caramanico (Pe). Lunedì toccherà Rignano Garganico-Monte Sant’Angelo (Fg), mentre mercoledì il percorso si concluderà a San Sostene (Cz).
In ogni tappa, sono previsti due momenti distinti. Il primo è un incontro pubblico dedicato alla transizione ecologica con la partecipazione di amministratori locali e rappresentanti di Legambiente. Durante questi incontri verranno premiate le imprese o le esperienze di comunità più significative attraverso un riconoscimento simbolico sotto forma di targa. Il secondo momento consiste in una visita o un’esperienza diretta presso le realtà locali simbolo della transizione, per conoscere da vicino le buone pratiche adottate e le soluzioni innovative.
Le filiere simbolo
Legambiente ha individuato sei filiere come punti di forza della transizione ecologica nei piccoli comuni. La prima è rappresentata dalle energie rinnovabili, con esempi come Leitwind Service a Lacedonia e il parco eolico Eolica Sud a San Sostene. In queste realtà, la produzione di energia verde è accompagnata da nuove opportunità occupazionali legate ai cosiddetti green jobs.
L’agroecologia è un altro settore chiave: a Montelaterone la Cooperativa di Comunità ‘Il Borgo’ promuove uno sviluppo inclusivo e sostenibile, valorizzando le risorse locali. San Gemini si distingue per la filiera dell’economia circolare, con lo stabilimento O-I che utilizza vetro riciclato come principale materia prima per la produzione di packaging per alimenti e bevande.
A Pomaretto, la filiera sostenibile legno-energia è rappresentata da un impianto di teleriscaldamento a biomassa locale, una soluzione efficace per ridurre i costi energetici. In Umbria, con il Cammino di Celestino, si promuove il turismo lento e la mobilità dolce, creando un circolo virtuoso che supporta l’economia locale e la tutela delle tradizioni. Infine, in Puglia il progetto Gargano Sacro rientra nella sesta filiera, quella dell’economia della cultura, che punta sulla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Perché i piccoli comuni sono al centro della transizione ecologica
Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, “i piccoli comuni sono al centro della transizione ecologica, perché sono luoghi dove la sostenibilità si costruisce ogni giorno attraverso il legame diretto con il territorio, la partecipazione delle comunità e l’innovazione diffusa”. Questa impostazione fa dei borghi un laboratorio privilegiato per sperimentare e consolidare pratiche che potranno essere replicate in altre aree.
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