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Rinnovato il contratto nazionale chimico farmaceutico


Rinnovato il Contratto Nazionale Chimico Farmaceutico.
Scarso coinvolgimento dei lavoratori. Parziale recupero salariale. Marginali concessioni. Sindacati firmatari ancora subalterni.
Con la matta saldamente in mano ai padroni.

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Il rinnovo del contratto nazionale del settore chimico farmaceutico firmato dai sindacati confederali il 15 aprile, senza un’ora di sciopero, con scarso coinvolgimento dei lavoratori e lavoratrici (fatto votare solo in qualche azienda più rilevante), enfatizza ed esalta la cultura delle relazioni industriali, che tradotta in parole povere significa la riconferma del ruolo dominante dell’impresa nel dettare le regole con il ruolo subalterno dei sindacati confederali. E lo si capisce dal fatto che gli argomenti più significativi non vengono minimamente toccati, se non in peggio, quali ad esempio gli orari di lavoro fermi ancora sulle 40 ore, (nonostante ci siano tutti i presupposti per un loro drastico abbassamento a parità di salario), gli ampi spazi concessi alla precarietà lavorativa, la flessibilità lavorativa, le deroghe in peggio al contratto nazionale, il salario legato a delle dinamiche avulse dall’inflazione reale, i premi di produzione legati ai bilanci aziendali, con parametri poco o per nulla controllati dai lavoratori, vincolati alla presenza, non incidenti sul Tfr.
In questi ultimi anni trasformati in welfare aziendale (soldi pagati in natura) formula tanto caro alle imprese dato che sono completamente detassati e senza copertura previdenziale per i lavoratori. (Vale la pena ricordare che oltre l’80% delle tasse in Italia le pagano i lavoratori dipendenti ed i pensionati e il calcolo delle pensioni future viene fatto sui contributi versati).
Per continuare, una gestione consociativa tra padroni e sindacati del fondo pensione Fonchim e del fondo sanitario Faschim concorrenziali alla previdenza pubblica e alla sanità pubblica.
La cura della formazione dei delegati in mano alle aziende affinché diventino sempre più fedeli alla cultura aziendale e non invece attori sindacali al servizio dei lavoratori.
In questo ultimo rinnovo si aggiunge un’altra perla, il coinvolgimento delle università nella logica di impresa e l’utilizzo di stage e tirocini sfruttando così pure gli studenti, facendoli lavorare praticamente gratis, e spesso senza sicurezze rischiando, a volte, anche la pelle.
Non manca in questo rinnovo, il capitolo sull’intelligenza artificiale e sulle competenze digitali-ecologiche e dell’uso che se intende fare nelle aziende.
Due stratosferici “pippotti” su questi aspetti, ma che concretamente poco o nulla serviranno ai lavoratori.
L’intelligenza artificiale possiamo immaginare come verrà utilizzata nei luoghi di lavoro, sarà tutta protesa a garantire il massimo profitto al minor costo possibile, come è già successo fino ad ora con l’introduzione di nuove tecnologie, l’informatica e la robotica. I lavoratori e le lavoratrici, a tutti i livelli, saranno maggiormente controllati cosi come sui ritmi e le tempistiche lavorative indirizzati verso i desiderata delle aziende. Queste cose verranno utilizzate per sostituire il lavoro umano come già avviene da anni.

Pensiamo sia arrivato il momento di alzare la testa, riprendere le lotte su delle proposte che davvero facciano la differenza quali ad esempio:
Rivendicare salari europei
In questo rinnovo del contratto l’aumento salariale è comprensivo di un anticipo già dato a gennaio 2025, spalmato su 5 trance in tre anni, quindi non concretamente visibile soprattutto per il recupero del potere d’acquisto e calcolato sul livello D1 che non è il livello che coinvolge la maggior parte di lavoratori e lavoratrici, se non i capiturni e pochi altri responsabili.
Per recuperare il potere di acquisto perso dalle retribuzioni dei lavoratori chimici Italiani occorre gradualmente raggiungere salari europei.
Basti pensare che un lavoratore della industria chimica tedesca, a parità di mansioni, guadagna mediamente 1000 euro in più di un lavoratore italiano e che i salari italiani sono tra gli ultimi in Europa.
Poniamo con forza la richiesta di:
1. € 500 mensili uguale per tutti, come primo momento di recupero di salario reale rispetto ai danni provocati dalla concertazione.
2. La quattordicesima mensilità , come già prevista in numerosi contratti nazionali.
3. L’introduzione di un meccanismo di indicizzazione automatica della retribuzione all’andamento dell’inflazione su un paniere costruito sui consumi dei lavoratori.
4. Integrazione al 100% dello stipendio in caso di mobilità o cig a carico della azienda

Difesa della salute
Ripristino della non delega su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nel territorio, come previsto nell’art. 40 e 41 della costituzione e dall’art 9 legge 300/70 (statuto dei lavoratori),
sostituzione delle sostanze cancerogene con altre di minore nocività entro breve tempo, poiché non si può morire di lavoro! Studi incrociati con università, enti pubblici, aziende, associazioni, mirati al superamento di tecnologie inquinanti con altre ecocompatibili.

Lavoro stabile e tutelato per tutti, eliminare il lavoro precario.
Ridurre l’orario di lavoro
Trasformazione degli attuali contratti a termine, in contratti a tempo indeterminato con le regole precedenti al Jobs Act per far si che questi lavoratori entrino a pieno titolo nella struttura aziendale in modo che non siano “perennemente” in prova, ricattabili e senza garanzie.
Riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario, con maggiore incisività sulle ore notturne, dato lo stretto legame rilevato su alcuni fattori chiave dello sviluppo del cancro; ed anche nell’ottica della ripresa della vecchia parola d’ordine del “lavorare meno, lavorare tutti” nel quadro di una più generale e complessiva battaglia contro la disoccupazione, che rappresenta la sacca storica da cui i padroni possono attingere “l’esercito di riserva“ da contrapporre ai lavoratori occupati e alle loro rivendicazioni.

No a Fonchim e Faschim
un No secco allo scippo del TFR e al travaso nei fondi pensione, cosi come un No secco ai fondi sanitari di categoria, funzionali al peggioramento di previdenza e sanità pubbliche. Inoltre chiediamo una quota salariale equivalente a quella versata dalle aziende nei fondi pensionistici, ai lavoratori e lavoratrici non aderenti ai fondi, e assoluta volontarietà per l’eventuale adesione ai fondi pensionistici integrativi eliminando il meccanismo truffaldino del silenzio assenso.

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Diritti dei lavoratori e democrazia nei luoghi di lavoro
Vanno salvaguardati i diritti dei lavoratori riportando una effettiva democrazia nei luoghi di lavoro a partire dall’esercizio del potere decisionale sulle rivendicazioni da presentare, sugli accordi, e sulla composizione della delegazione trattante. Eliminare le discriminazioni nei confronti del sindacato di base assicurando pari diritti per tutte le organizzazioni sindacali.

Infine, a margine di questo rinnovo contrattuale, per il lavoro svolto, bontà loro, i sindacati firmatari chiedono ai lavoratori non iscritti, 25 euro da versare con la mensilità di luglio.
(A tal proposito invitiamo i lavoratori e le lavoratrici non iscritti/e che non intendono pagare, di inviare, entro tale termine, due righe di diniego della trattenuta alle aziende altrimenti faranno valere la regola truffaldina del silenzio assenso.)

Spett. Direzione ……………………………………..
Io sottoscritto ……………………………………………………………………… in relazione al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro firmato da Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uilcem-Uil , comunico di NON aderire alla contribuzione straordinaria di 25 euro.
Distinti saluti
Data…………………………
In fede………………………………………
(E’ consigliabile farsi dare ricevuta firmata.)

Maggio 2025
Associazione Lavoratrici e Lavoratori Chimici-Affini
Confederazione Unitaria di Base
Milano – V.le Lombardia, 20 – Tel. 02/70631804 www.cub.it

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