In un contesto di mercati locali, europei e internazionali, caratterizzati da una crescente complicatezza normativa-regolamentare e dall’incremento di una complessità socioeconomica, tecnologica e geopolitica, le Piccole e Medie Imprese (PMI) non quotate si trovano di fronte a sfide impegnative ma anche a nuove opportunità.
Una di queste opportunità è data dall’adozione della SOSTENIBILITÀ intesa come un “…processo continuativo attivato dalla governance aziendale per perseguire la creazione di valore (compreso quello economico), in modo continuativo nel solco dell’ impegno sociale inserito nella strategia d’impresa per la diversità, l’inclusione, la flessibilità lavorativa e il rispetto dei diritti umani, senza causare danni all’ambiente e senza compromettere la qualità della vita per le generazioni future…”
Partiamo dalle definizioni: ESG e Sostenibilità, significati e differenze
Ricordiamo che l’acronimo ESG è diverso dal termine SOSTENIBILITÀ.
Con l’acronimo ESG (Environmental, Social e Governance), utilizzato in particolar modo nel mondo finanziario, si indica abitualmente il quadro di riferimento utile a valutare gli aspetti ambientali, sociali e di governance di un’azienda o di un investimento e la relativa capacità di generare rendimenti economici a lungo termine. Si tratta di un concetto distinto da quello più ampio di SOSTENIBILITÀ che invece include, oltre ai fattori ESG, anche considerazioni di carattere economico. Si parla infatti di SOSTENIBILITÀ D’IMPRESA che è l’insieme delle politiche aziendali che permettono ad una organizzazione di perseguire una combinazione virtuosa delle tre dimensioni «ESG» dello sviluppo sostenibile, tenendo in considerazione anche l’impatto economico e finanziario.
Per una Piccola e Media Impresa il tema della «SOSTENIBILITA» è sicuramente attraente sia per le ripercussioni nell’attività di «Rendicontazione di Sostenibilità» sia per la progettazione di un Modello Organizzativo d’Impresa innovativo in grado di favorire la transizione ambientale, energetica e digitale.
Una PMI è caratterizzata da obiettivi specifici (orientamento al purpose, orientamento a lungo termine, prudenza finanziaria e processi decisionali rapidi) che possono contribuire allo sviluppo di una nuova gestione dell’impresa per la creazione del «SUCCESSO SOSTENIBILE» [«..obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società..»].
La RENDICONTAZIONE SOCIETARIA DI SOSTENIBILITÀ rappresenta, quindi, un punto di svolta cruciale per dimostrare agli stakeholder (azionisti, dipendenti, fornitori, clienti, istituti finanziari, enti locali, …) la capacità aziendale di creare valore duraturo e responsabile in un contesto di crescente complicatezza normativa-regolamentare e di incremento di varie forme di complessità (socioeconomica, tecnologica, geopolitica, …).
Il contesto normativo: europeo, nazionale e internazionale
Nel 2014 viene pubblicata la Direttiva 2014/95/UE “ […] recante modifica della Direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni”. Tale Direttiva è stata recepita con il D. Lgs. 254/2016 (G.U. n. 7 del 10.01.2017) che all’art.7 co.2 (Dichiarazioni volontarie di carattere non finanziario conformi), ha illustrato le modalità per la redazione volontaria di carattere non finanziario (c.d. DNF) per le Piccole e Medie Imprese.
L’evoluzione normativa ha continuato con l’introduzione della Direttiva 2022/2464/UE per la rendicontazione societaria sulla sostenibilità «Corporate Sustainability Reporting Directive-CSRD», recepita con D. Lgs. 125/2024, nonché con la pubblicazione del Regolamento delegato (UE) 2023/2772 del 31.07.2023 […] per quanto riguarda i principi di rendicontazione di sostenibilità […] che ha definito gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards).
A livello internazionale, il 26.06.2023, l’ISSB (International Sustainability Standards Board) ha pubblicato i primi due IFRS Sustainability Disclosure Standards: IFRS S1 (Requisiti generali per l’informativa finanziaria relativa alla sostenibilità) e IFRS S2 (Informativa sul clima) che costituiscono le basi per una informativa globale in materia di sostenibilità.
Per le PMI non quotate l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group: associazione internazionale non profit con sede a Bruxelles, fondata nel 2001 dalle principali associazioni professionali europee interessate all’informativa finanziaria), che fornisce consulenza tecnica alla Commissione Europea, a dicembre 2024 ha pubblicato, a livello dell’Unione Europea, lo standard volontario VSME.
In Italia, sempre a dicembre 2024, il “Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile” [promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e composto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), dall’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) e dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP)] ha pubblicato il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITA’ TRA PMI E BANCHE” per standardizzare le informazioni in materia di sostenibilità con l’obiettivo di agevolare il cammino delle PMI verso la rendicontazione di sostenibilità volontaria.
Il “Metodo Gruppo 2G” in conformità ai documenti “EFRAG-VSME” e “Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche”
Operiamo da 37 anni a supporto delle imprese in materia di compliance tecnico-giuridica e Sistemi di Gestione, nonché sul tema delle Dichiarazioni di carattere Non Finanziario richiamati dal D. Lgs. 254/2016. Da gennaio 2018 abbiamo avviato la redazione volontaria di carattere non finanziario (c.d. DNF) per decine di PMI, tenendo conto delle dimensioni delle imprese in termini di numero di occupati, di valori di bilancio e delle caratteristiche aziendali, in modo da non compromettere la corretta comprensione dell’attività svolta, dei risultati e dell’impatto prodotto dalla specifica PMI.
I nostri consulenti operano con una visione olistica dell’impresa e la loro caratteristica multidisciplinare consente di integrare correttamente la RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ VOLONTARIA nel contesto della complicatezza normativa-regolamentare per l’organizzazione e la gestione della stessa impresa.
Da gennaio 2025 proponiamo un metodo strutturato per la progettazione e formalizzazione di una Rendicontazione di Sostenibilità volontaria per PMI non quotate, in conformità agli attuali orientamenti europei delineati nel documento “EFRAG-VSME” e alle prescrizioni richieste alle imprese italiane nel documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE”. Le fasi principali sono le seguenti:
FASE 1: ASSESSMENT PRELIMINARE E COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER
La prima fase, fondamentale per una rendicontazione efficace, è quella dell’assessment iniziale. Qui, seguiamo fedelmente il documento “EFRAG-VSME” che prescrive la definizione di ambiti materiali e l’identificazione degli stakeholder rilevanti per l’azienda. Attraverso interviste e workshop interni, individuiamo le aree di sostenibilità più rilevanti secondo la specifica realtà aziendale. Parallelamente, il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE” pone l’accento sull’importanza di un dialogo preventivo tra impresa e istituti di credito, evidenziando la necessità di includere fin da subito le esigenze informative del sistema bancario.
FASE 2: IDENTIFICAZIONE DEGLI INDICATORI CHIAVE (KPI)
Seguendo le indicazioni del documento “EFRAG-VSME”, i nostri consulenti procedono all’individuazione e selezione di Key Performance Indicators (KPI) adattati al contesto dimensionale e operativo delle PMI. Gli indicatori coprono gli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG), comprendendo ad esempio emissioni di CO2, gestione dei rifiuti, salute e sicurezza sul lavoro, formazione dei dipendenti e governance aziendale. Il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE” conferma questa scelta strategica, specificando che indicatori chiari e comprensibili facilitano il dialogo con istituti di credito e investitori, migliorando così il rating aziendale e l’accesso a finanziamenti agevolati.
FASE 3: RACCOLTA E VALIDAZIONE DATI
La fase successiva prevede la raccolta e validazione dei dati aziendali. Ci atteniamo agli standard di rendicontazione definiti dal documento “EFRAG-VSME”, e dopo aver progettato e formalizzato una procedura per garantire qualità, coerenza e tracciabilità dei dati, adottiamo tale procedura per registrare i processi di raccolta, elaborazione e archiviazione degli stessi dati, assicurando così affidabilità e riproducibilità nel tempo. Secondo il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE”, questa fase è determinante poiché i dati rappresentano la base concreta per i finanziamenti bancari e le valutazioni del merito creditizio.
FASE 4: REDAZIONE DELLA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ
La stesura della RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ avviene rispettando una struttura narrativa efficace e semplice, come previsto dal documento “EFRAG-VSME”. Ci concentriamo su una comunicazione comprensibile anche per gli stakeholder non specializzati, mettendo in risalto i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri dell’impresa. Parallelamente, il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE” raccomanda una particolare attenzione alla chiarezza espositiva e alla sintesi, al fine di rendere immediatamente percepibile il valore della rendicontazione per i finanziatori e altri stakeholder esterni. Inoltre introduce gli indicatori relativi al Fatturato e alla Spesa in conto capitale (CapEx) allineate al «Regolamento Tassonomia» per obiettivo ambientale.
FASE 5: REVISIONE E VALIDAZIONE ESTERNA
Ritieniamo essenziale concludere la RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ con una revisione indipendente. Questo passaggio è coerente con quanto espresso dal documento “EFRAG-VSME”, che incoraggia la validazione da parte di terzi per aumentare la fiducia nella Rendicontazione stessa. Anche in questa fase, valorizziamo le procedure formalizzate che descrivono i processi di verifica dei dati, indispensabili per garantire trasparenza e oggettività. La revisione viene effettuata utilizzando norme tecniche specifiche, tra cui spicca lo standard ISAE 3000, raccomandato per garantire una revisione di sostenibilità completa e riconosciuta. Il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE”, inoltre, sottolinea che una validazione esterna rafforza notevolmente la credibilità della Rendicontazione, agevolando l’accesso delle PMI a strumenti di finanziamento più vantaggiosi.
FASE 6: COMUNICAZIONE E COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER
Dopo aver completato la RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ, la stessa viene diffusa tra gli stakeholder. Seguiamo le indicazioni del documento “EFRAG-VSME”, garantendo modalità di comunicazione adatte alla specificità della PMI e alle aspettative dei relativi stakeholder.
Allo stesso tempo, il documento “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE”, suggerisce modalità proattive di presentazione alle banche, come incontri diretti e report periodici, per consolidare la relazione finanziaria e migliorare il profilo reputazionale dell’impresa.
I vantaggi strategici per le PMI.
Il “Metodo Gruppo 2G”, pienamente conforme ai documenti “EFRAG-VSME” e “DIALOGO DI SOSTENIBILITÀ TRA PMI E BANCHE”, garantisce alle PMI una Rendicontazione volontaria robusta, credibile e soprattutto in grado di supportare il successo sostenibile nel lungo termine.
Una RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ ben strutturata non è solo una conformità formale, ma una vera e propria leva strategica, che consente di rafforzare la competitività aziendale, di accedere a finanziamenti agevolati e di posizionarsi con autorevolezza sul mercato.
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