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“Il mio progetto per Taranto nasce da un ascolto attento e da un dialogo sincero”


Crisi del commercio, parcheggi introvabili, raccolta differenziata che sembra non funzionare. E, ancora, la piaga della disoccupazione e il crescente consumo di suolo. Sono solo alcuni dei problemi che affliggono la città e sulle soluzioni dei quali i tarantini si aspettano e attendono risposte e soluzioni concrete.

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Cosa ne pensano i candidati a sindaco? Oggi lo abbiamo chiesto a Luca Lazzàro, candidato sindaco della coalizione di centrodestra composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e Partito liberale.

Lazzàro, in una città piegata dalla crisi c’è un settore, quello del commercio e quello di vicinato in particolare, che ne risente pesantemente. Come intende muoversi?

«Sono convinto che il commercio di vicinato sia il cuore pulsante dei nostri quartieri e risenta pesantemente della crisi. Il mio obiettivo è ricucire il tessuto sociale ed economico che in alcuni punti si è sfilacciato. Per rilanciare questo settore, non servono solo discorsi formali, ma un dialogo schietto e sincero con tutte le anime della città, incluse le imprese. Dobbiamo valorizzare le nostre vocazioni naturali e dare nuova linfa ai settori produttivi tradizionali, esplorando nuove opportunità di crescita puntando sull’innovazione e la diversificazione economica. Sarà fondamentale un’amministrazione che funzioni, che non ostacoli chi lavora e non punisca l’iniziativa, perché l’impresa deve generare valore e le istituzioni devono garantire efficienza e rapidità».
È più facile per un tarantino centrare il 6 al Superenalotto piuttosto che trovare parcheggio. Come si viene a capo della situazione?
«La questione parcheggi è un problema che affligge la nostra città. È inaccettabile che trovare un posto auto sia un’impresa quasi impossibile. L’emergenza parcheggi nel Borgo è uno dei tre principali temi su cui mi concentrerei nei primi 100 giorni da sindaco. Le BRT (Bus Rapid Transit) sono importanti ma forse bisognava pensare prima a prolungarle fino al futuro ospedale “San Cataldo”. Inoltre, dobbiamo recuperare gli oltre 3mila posti auto che perderemo proprio in seguito alla realizzazione delle BRT. Per raggiungere quest’obiettivo, potremmo contare sulla sdemanializzazione dell’ospedale militare, dove sarà possibile realizzare aree parcheggio, come ci ha garantito il ministro della Difesa, Crosetto. Avremo anche oltre 300 posti auto che verranno realizzati all’interno della Stazione Torpediniere, con risorse finanziarie già a disposizione».

Turismo: la presenza di turisti in città è in aumento ma non sempre i servizi offerti sono all’altezza.
«La presenza di turisti è un’opportunità che deve essere accompagnata da servizi all’altezza. Ho sottolineato con forza l’importanza di investire massicciamente nella cultura e nel turismo come veri e propri motori di sviluppo, capaci di attrarre visitatori e generare ricchezza diffusa per tutte le attività commerciali e artigianali. Il mio progetto per Taranto nasce da un ascolto attento e continuo e da un dialogo sincero. Ho parlato di una Taranto che vive pienamente la sua identità marittima, non solo come porto strategico, ma come culla di cultura, tradizione e opportunità economiche legate al mare. La mia idea è quella di dar vita a una Greenway per attirare tanti turisti, creando di fatto due “porte” tra la stazione ferroviaria e l’Arsenale. L’obiettivo è dar vita a un nuovo modello di sviluppo che possa intrecciarsi con il porto e con Porta Napoli».

Nei programmi si parla di città vecchia. La maggior parte degli immobili, purtroppo quelli più fatiscenti, sono di proprietà comunale. Come intende agire?
«Il fascino intriso di storia del Borgo antico è un patrimonio da recuperare. La riqualificazione urbana diffusa deve rendere ogni quartiere un luogo bello, sicuro, funzionale e accogliente per tutti, non solo il centro. La mia intenzione è costruire una città in cui il benessere dei cittadini sia al centro di ogni decisione amministrativa. Immagino il nostro centro storico come un contenitore culturale che deve collegarsi, ad esempio, con Palazzo Archita. La Città Vecchia deve essere il luogo in cui valorizzare la nostra matrice identitaria: un polo culturale, ma anche un centro per promuovere gli elementi fondativi della nostra città da diversi punti di vista (storico, gastronomico, artistico)».
Cemento o più aree verdi e parchi per bambini?
«La mia visione è quella di una città in cui il benessere dei cittadini sia al centro di ogni decisione. Questo include una riqualificazione urbana diffusa che renda ogni quartiere un luogo bello, sicuro, funzionale e accogliente. L’ambiente e la salute dei nostri cittadini sono un impegno incondizionato, con azioni concrete e non più rimandabili. Taranto deve essere un modello di sviluppo sostenibile, capace di coniugare armoniosamente industria e ambiente. Per quanto riguarda il Piano Urbanistico Generale (PUG), dobbiamo arrivare il più rapidamente possibile a uno strumento urbanistico definitivo e moderno, riprendendo la strada maestra del confronto. Taranto dev’essere rigenerata, riqualificando ciò che già esiste e riducendo al minimo indispensabile il consumo di suolo. Sono contrario a nuove costruzioni nel Comparto 32, perché la città non può essere ancora allungata, ma va ricucita».
Parliamo di disoccupazione. Nei limiti di quelle che sono le competenze dell’amministrazione comunale (che pure in molti casi è stazione appaltante), quali sono i suoi programmi?
«La disoccupazione è una delle grandi difficoltà che la nostra città sta vivendo, con ricadute su salute e lavoro. È fondamentale agire con un impegno serio, fondato su comprovata competenza e una visione chiara del futuro, lontano da improvvisazioni. Dobbiamo creare opportunità concrete per i giovani, che rappresentano il nostro futuro. L’obiettivo è ricucire il tessuto sociale ed economico».
Come si riportano in città le eccellenze che lavorano altrove e cosa fare perché i giovani tarantini possano restare a studiare e lavorare a Taranto?
«La preoccupante fuga dei nostri giovani talenti è un problema che l’Arcivescovo Ciro Miniero ha richiamato. Per Taranto non servono promesse vuote, ma un lavoro instancabile e un’amministrazione all’altezza delle sfide. Taranto merita di essere una città in cui i giovani possano costruire il proprio futuro con speranza e opportunità reali. Ho scelto di rimanere a Taranto e ho contribuito a portare l’Università qui. Da sindaco, proporrò all’Università di sottoscrivere un nuovo Accordo di programma».
Raccolta differenziata, come la organizzerebbe?
«La raccolta differenziata è uno dei tre principali temi su cui mi concentrerei nei primi 100 giorni, includendo anche il decoro della città. È assurdo pensare che si possa utilizzare un metodo di raccolta differenziata unico per tutta Taranto, data la differenza tra aree come San Vito (villette) e quartieri come Italia Montegranaro (alta densità abitativa). Dobbiamo avviare un dialogo fondamentale con la città e accompagnare la popolazione in un percorso. Il modello da attuare deve essere costruito sulla base delle esigenze specifiche dei vari rioni. C’è anche il tema della valorizzazione del rifiuto: se facciamo bene la raccolta differenziata paghiamo meno Tari e, valorizzando il rifiuto, otteniamo risorse importanti per l’Amministrazione comunale. Per quanto riguarda l’ingresso dei privati in Amat e Amiu, non sono pregiudizialmente contrario, ma non è un tema all’ordine del giorno. Di certo, Amiu va riorganizzata, considerati gli scarsi risultati ottenuti per la qualità del servizio offerto».

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