Tornano a crescere le start up – Archivio
Un’opportunità in più per chi decide di avviare un’impresa “verde” o digitale. La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, il ministro delle Imprese e del Made in Italy e il ministro dell’Economia e delle Finanze, ha firmato il decreto che attua gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica (art. 21 del Decreto Legge Coesione, convertito con modificazioni nella legge 4 luglio 2024 n. 95). Il provvedimento è stato trasmesso al vaglio degli organi di controllo, superato il quale potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Dopo un periodo di leggera flessione, le imprese innovative e sostenibili tornano a crescere. I giovani “pesano” di più al Nord, le donne più al Sud: è la geografia delle start up in Italia nel 2024 disegnata dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere. Al Settentrione gli under 35 conducono il 17,2% delle start up innovative dell’area, Piemonte in testa con il 23,2%, contro il 16,9% della media nazionale e del Centro e il16,4% del Sud. Ma la mappa geografica si “capovolge” se guardiamo alla quota delle start up innovative guidate da donne nelle singole macro-ripartizioni: nel Mezzogiorno, infatti, pesano di più (15,8%), con punte del 27,5% in Molise, seguito a ruota dal Centro (15,1%) e dal Nord (11,8%).
«La crescita e il rafforzamento di queste imprese sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo – spiega il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli -. Le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa, ci sono dunque ancora ampi spazi di miglioramento. A partire dalla partecipazione delle donne che appare ancora poco rilevante e va quindi ulteriormente incoraggiata. Tra tutte le start up esistenti, solo il 6,6% ha fatto scale up, cioè ha superato il milione di euro di fatturato o di capitale sociale tra il 2019 e il 2023. La percentuale è un po’ più alta (12,6%) tra le start up con brevetto in tecnologie strategiche. Le nuove leggi sulle start up innovative potranno favorire questo processo concentrando, per esempio, le agevolazioni sulle imprese col maggior potenziale di crescita e innovazione e incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo».
Ecco come ottenere i benefici
Con il decreto attuativo si definiscono i criteri di qualificazione necessari alla richiesta del beneficio da parte dell’impresa che opera nei settori strategici individuati e le modalità di accesso. Più nel dettaglio, per ottenere il beneficio sono rilevanti i valori medi percentuali degli investimenti in tecnologie green e digitali sul totale delle risorse investite dall’impresa, la media della domanda di lavoro e i valori medi di competitività delle imprese per ogni singolo dipendente rispetto a ricavi totali, salario medio, investimento totale e in tecnologie digitali e green.
«Le transizioni nel mondo del lavoro impegnano tutti noi nel rintracciare forme e strumenti innovativi – afferma la ministra Marina Calderone -. Con questo decreto attuativo sosteniamo lo sforzo dei nostri giovani che, investendo sull’impegno personale in settori strategici in ambito green e digitale, mettono a disposizione della collettività nuova linfa per disegnare l’Italia del futuro, creando potenziale nuova occupazione».
Il decreto riconosce infatti due tipologie di contributi. Il primo specifico sull’attività imprenditoriale dedicato alle persone disoccupate con meno di 35 anni che, tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, avvino un’impresa in Italia nei settori individuati come strategici dal decreto attuativo. Per loro è previsto un contributo di 500 euro mensili, liquidati annualmente in forma anticipata dall’Inps, per massimo tre anni e comunque non oltre la fine del 2028.
Il secondo è dedicato alle assunzioni di under 35, con contratti a tempo indeterminato, in queste nuove realtà: fino a 800 euro mensili per ciascun dipendente a titolo di esonero contributivo totale per i contratti siglati tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, sempre per tre anni e al massimo fino al 31 dicembre 2028. Restano a carico del datore di lavoro premi e contributi dovuti all’Inail. L’incentivo è riservato alle piccole imprese e non si applica ai rapporti di lavoro domestico e a quelli di apprendistato. L’esonero, inoltre, non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento ma compatibile, senza riduzioni, con la maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef (art. 4 del D.Lgs. n. 216/2023) e prorogata fino al 2027.
Le domande di ammissione dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica all’Inps che ne verificherà l’ammissibilità e, in caso, di esito positivo, quantificherà gli importi fruibili per ogni anno dal datore di lavoro.
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