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Con Devalia un approccio scientifico e autentico all’economia circolare


Torna Obiettivo Sostenibilità 2025, il format quotidiano in onda su Radio Adige TV e promosso da Verona Economia, con il supporto di Vetrocar e ForGreen, in collaborazione con UniCredit e la partnership tecnica di IPLUS.

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Ospite della puntata è Dalia Silvia Benefatto, fondatrice di Devalia, realtà nata nel 2021 con l’obiettivo di accompagnare le imprese verso un’autentica sostenibilità, fondata su dati scientifici, multidisciplinarità e trasparenza.

Com’è nata Devalia?

Devalia nasce da una riflessione personale dopo la pandemia. Dopo sedici anni all’estero, il Covid mi ha riportata in Italia e mi ha spinta a ripensare il mio percorso professionale. Ho voluto costruire qualcosa che avesse un impatto positivo reale, mettendo al centro la persona e i valori dell’economia circolare.

Cosa significa per voi “approccio scientifico all’economia circolare”?

Significa avere due obiettivi principali: migliorare la consapevolezza sulle risorse che consumiamo e costruire un metodo che riduca le comunicazioni ingannevoli, contrastando il fenomeno del greenwashing. Utilizziamo dati oggettivi, collaboriamo con enti scientifici e forniamo strumenti per una comunicazione trasparente.

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In quali settori operate principalmente?

Ci concentriamo su tre ambiti strategici: il tessile, perché gli abiti sono la nostra seconda pelle; l’edilizia, visto che passiamo il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi; e l’agricoltura, perché siamo ciò che mangiamo. Mettiamo in collegamento questi mondi per creare un ecosistema di sostenibilità.

Collaborate anche con il mondo della ricerca. Ci racconta un esempio concreto?

Abbiamo lavorato con CNR e Nexia Italia per validare processi produttivi tramite l’uso di nuove tecnologie come l’ozono, che consente di ridurre fino al 60% il consumo di acqua e all’80% quello di prodotti chimici nel tessile. Questo tipo di approccio permette di generare messaggi affidabili per il consumatore, basati su dati e non su dichiarazioni vaghe.

In che modo supportate le aziende?

Abbiamo costruito un vero e proprio percorso di sostenibilità che parte dalla centralità della persona: benessere del dipendente, formazione, consapevolezza. Affianchiamo le imprese con servizi che vanno dalla tracciabilità dei prodotti alla consulenza normativa, fino alla gestione dei rapporti con enti scientifici. Da poco abbiamo attivato anche alleanze strategiche con la finanza agevolata, per aiutare le aziende ad accedere ai fondi pubblici.

Cosa rende questo tipo di supporto diverso?

Il nostro obiettivo è non lasciare sole le imprese. Troppo spesso si perdono occasioni perché mancano strumenti o relazioni. Anche per questo ci appoggiamo a network come BNI – Business Network International, che ci ha aiutato a costruire legami solidi e collaborazioni concrete.

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La vostra visione tocca anche i temi della transizione digitale e dell’industria 5.0.

Certo. La tecnologia è fondamentale per rendere i processi più semplici e meno impattanti. Personalmente sono diventata anche formatrice sulla sicurezza sul lavoro, perché ho vissuto da vicino le conseguenze gravi di processi dannosi, come la sabbiatura dei jeans. Promuoviamo alternative sostenibili, come appunto il trattamento con l’ozono, e lavoriamo sull’eco-design e sulla formazione digitale.

Avete anche collegato le vostre attività agli obiettivi dell’Agenda 2030. Come mai?

Per semplificare e rendere immediatamente comprensibile il nostro impatto. Oggi la soglia di attenzione è minima: serve chiarezza. Così, con una sola occhiata, un’azienda può capire quali dei nostri servizi possono aiutarla a contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali.

Greenwashing: se ne parla molto. Qual è la vostra posizione?

Contrastarlo è una delle nostre priorità. Serve un cambio culturale. Non possiamo più pensare al denaro come unico fine. La sostenibilità non è un’etichetta da apporre, ma un approccio integrato che guarda anche al benessere delle comunità. Dobbiamo riscoprire il valore delle relazioni, della responsabilità e della coerenza.

A che punto siete oggi del vostro percorso?

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Siamo soddisfatti dell’attenzione che stiamo ricevendo, ma è chiaro che serve un cambio di passo più diffuso. Alcune realtà sono molto ricettive, altre faticano di fronte all’instabilità economica e geopolitica. Il nostro compito è continuare a proporre strumenti concreti, supportati anche da basi economiche, per accompagnare il cambiamento.



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