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Confindustria Moda, nel 2024 il tessile-abbigliamento cala del 6,1%


Luca Sburlati è ufficialmente il nuovo presidente di Confindustria Moda per il quadriennio 2025-2029. L’amministratore delegato e socio di minoranza del gruppo Pattern succede a Sergio Tamborini, come annunciato lo scorso febbraio in virtù di una nomina confermata ieri nell’ambito dell’assemblea generale dell’organizzazione che rappresenta l’intera filiera tessile-abbigliamento tenutasi con il titolo – nella sua parte aperta al pubblico – ‘Energie: il made in Italy tessile-moda filiera strategica per il futuro del nostro Paese’.

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“La nostra è una filiera delicata, che so di lasciare in buone mani”, ha commentato il presidente uscente Tamborini sul palco di Palazzo Mezzanotte, a Milano, passando formalmente il testimone al successore Sburlati. Sullo sfondo, un’annata complessa per il tessile-abbigliamento, che secondo le stime dell’ufficio studi economici di Confindustria Moda si è lasciato alle spalle un 2024 in calo del 6,1%, corrispondente a 59,8 miliardi di euro.

Più nello specifico, l’indagine dell’osservatorio evidenza come il 58% delle imprese partecipanti abbia riscontrato nel quarto e ultimo trimestre dell’anno una flessione del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2023, con una parte “non trascurabile” di associati che ha riportato contrazioni superiori al 20 per cento. Sono invece solo il 28% gli imprenditori che hanno dichiarato vendite in aumento e il restante 14% invariate. Anche le indicazioni circa il valore della produzione “confermano la debolezza del mercato”: il 63% dei rispondenti ha rilevato, nel quarto quarter 2024 un calo rispetto al medesimo periodo 2023, il 14% indica un valore invariato e solo il restante 23% ha evidenziato un aumento.

Per quanto riguarda l’intero fiscal year, il 67% delle imprese ha dichiarato una chiusura con un fatturato in flessione rispetto a quello 2023, solo il 18% ha assistito ad un incremento, infine il restante 15% ha mostrato un fatturato sui livelli dell’anno precedente.

L’analisi fornisce anche una prima fotografia dell’avvio del 2025, anch’essa poco rosea: nel primo trimestre dell’anno, seppur il 48% confidi nella stabilità delle condizioni di mercato, la percentuale di chi prevede un peggioramento è pari al 31 per cento. Coerentemente con il sentiment relativo all’evoluzione congiunturale, a livello tendenziale, solo il 21% degli imprenditori si aspetta per il primo trimestre 2025 un aumento del fatturato rispetto al medesimo periodo 2024, mentre è pari al 45% la percentuale di chi teme una flessione. Analogamente, anche allungando l’orizzonte temporale e guardando al primo semestre 2025, il 42% degli imprenditori teme una flessione del proprio fatturato rispetto al gennaio giugno 2024, mentre il 35% si aspetta un aumento e il restante 23% ritiene che le vendite resteranno stabili. Ponderando le risposte ricevute si stima per la prima metà dell’anno in corso un fatturato ancora una flessione, ma con una percentuale più contenuta rispetto a quanto rilevato negli ultimi mesi.

Nell’ambito di una congiuntura complessa, sebbene con qualche segnale di miglioramento, Sburlati ha espresso a gran voce l’esigenza di “un piano strategico nazionale di lungo periodo, fatto di azioni concrete e condivise, per rafforzare la filiera, sostenere la crescita delle imprese e la loro aggregazione e tutelare il valore del made in Italy”. Ma soprattutto “ricompattare le forze del settore, fino al commercio”, perché “nessuna trasformazione è possibile senza un’azione congiunta. Ce lo chiedono certamente i dati di settore”. Settore che – ricorda l’imprenditore – coinvolge mezzo milione di persone: “Il che significa che una persona ogni 45-50 lavora direttamente nel settore, che quest’anno vale 90 miliardi di cui l’80% generato dall’export”.

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Un numero nel quale è incluso, naturalmente, in una filiera che è “seconda a livello nazionale per export”, anche il versante degli accessori, ora rappresentato da Confindustria Accessori Moda e per il quale è intervenuta la presidente Giovanna Ceolini, invitando anche dal canto suo a un’azione congiunta e sinergica.

Hanno partecipato all’incontro anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, il presidente di Ice, Matteo Zoppas, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Urso ha parlato di “complessità strutturali e congiunturali”, a fronte di un “mercato in rallentamento a causa delle politiche strategiche messe in atto in Cina e dello spettro dei dazi statunitensi”. La soluzione è il “bello, buono e ben fatto e, soprattutto, sostenibile, sia sul piano ambientale sia su quello sociale”.

Tra le direttrici del neo presidente Sburlati, promuovere l’aggregazione tra imprese, sostenere l’internazionalizzazione e la sostenibilità come asset che renda unico il prodotto italiano rispetto ai competitor e l’introduzione di un sistema di responsabilità del capo commessa, che garantisca equità, trasparenza e legalità lungo tutta la catena del valore.

Necessaria la messa in atto del piano nazionale per la moda che include, tra le altre misure, 100 milioni per i mini contratti di sviluppo rivolti alle Pmi, ha ricordato il ministro. Aggiungendo, però, come “la vera sfida sarà vede concretamente impiegati questi strumenti: lo sforzo dell’associazione, in questo senso, dev’essere quello di accompagnare le Pmi che hanno più difficoltà proprio verso l’accesso alle misure predisposte.

Intanto, è stata resa nota anche la squadra di imprenditori che affiancherà il neo presidente eletto durante il suo mandato alla guida di Confindustria Moda, contribuendo alla definizione delle strategie nelle diverse aree di intervento, sarà composta dai vicepresidenti: Silvana Pezzoli di Sitip, vicepresidente vicario con delega alla crescita associativa e comunicazione interna; Stefano Albini di Cotonificio Albini, per Europa e normativa; Michele Bocchese di Miles Manifattura, per auditing e legalità; Gianluca Brenna di Stamperia di Lipomo, per il welfare; Stefano Canali di Canali, per l’internazionalizzazione; Andrea Crespi di Eurojersey, con delega a Esg, sostenibilità, tecnologie e innovazione; Francesco Ferraris di Finissaggio e Tintoria Ferraris, per Intelligenza Artificiale, giovani e ricambio generazionale; e Salvatore Toma di G.S.T. Gruppo Sviluppo Tessile, per l’area Centro-Sud.



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