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Padovani (Banca Etica): la finanza trasformativa per cambiare l’economia


Nata sulla soglia del nuovo millennio, Banca Etica sin dal principio ha scelto di adottare una visione radicale e sistemica della sostenibilità, scegliendo la strada della finanza trasformativa: un approccio che non si limita a mitigare i danni, ma punta a generare impatti positivi, misurabili e duraturi su ambiente, società ed economia. I criteri ESG dunque non sono per l’istituto di credito solo semplici indicatori, ma principi guida che da oltre 25 anni influenzano strategia, governance, modelli di rischio e offerta di prodotti finanziari.

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La valutazione socio-ambientale (VSA), i Covenant ESG, l’Impact Appetite Framework e un sistema di rendicontazione trasparente e allineato agli SDG delle Nazioni Unite sono gli strumenti con cui la banca monitora e governa l’impatto. A questi si aggiungono scelte concrete come l’esclusione di settori controversi, la collaborazione con realtà del non profit come Medici Senza Frontiere e un’organizzazione interna basata su partecipazione, inclusione e innovazione sociale.

Con il nuovo Piano Strategico 2025-2028, Banca Etica fissa l’obiettivo di diventare il primo gruppo finanziario alternativo per la trasformazione sociale e ambientale, rafforzando il proprio impegno su fronti chiave come la transizione ecologica e digitale, l’economia sociale e la finanza inclusiva. Fabrizio Padovani, Responsabile della Valutazione Socio-Ambientale (VSA) della banca, ci guida dentro questa visione, illustrando come l’istituto abbia integrato in modo strutturale e sistemico i criteri ESG nella propria strategia, nelle scelte operative quotidiane e nei modelli di misurazione dell’impatto.

In che modo Banca Etica integra i criteri ESG nella propria strategia complessiva e nei modelli di impatto adottati?

Nel caso di Banca Etica i criteri ESG sono integrati in modo radicale, strutturale e distintivo, utilizzando una molteplicità di strumenti operativi e di governance, come descritti nel Piano Strategico 2025-2028 e nel Report di Impatto, che offre una rendicontazione annuale dell’impatto diretto e indiretto delle attività e del credito della banca. Superando il concetto – meno rigoroso e con qualche grave contraddizione – di “finanza sostenibile” mainstream, perseguiamo una “finanza trasformativa” che va oltre la mera mitigazione dei danni, mettendo in discussione i modelli economici e mirando a generare cambiamenti sistemici positivi in ambito sociale, ambientale, economico e culturale. L’orizzonte è quello di una sostenibilità integrale, dove i criteri ESG sono letti in chiave sistemica e trasversale.

E ciò si traduce nell’operatività quotidiana:

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  • lato impieghi attraverso criteri di esclusione dei settori ritenuti non etici (armi, fonti fossili, gioco d’azzardo, allevamenti intensivi, ecc.) cui si aggiunge la Valutazione Socio-Ambientale (VSA) che integra la valutazione di merito creditizio.
  • lato raccolta, attraverso prodotti e servizi (carte di credito affinity, c/c dedicato, fondi Etca Sgr) disegnati appositamente per redistribuire parte del valore generato a favore di organizzazioni non profit di riferimento, MSF e non solo.
  • nella gestione delle risorse interne la banca impiega strumenti di innovazione sociale (es. politiche di inclusione, gestione del conflitto, leadership cooperativa, comunità di pratica, partecipazione attiva dei soci lavoratori alla governance, formazione valoriale, welfare aziendale, ecc).

Dal punto di vista della governance interna l’approccio è partecipato e coinvolge soci, clienti, dipendenti e stakeholder istituzionali; un forte impegno nazionale ed europeo in advocacy e policy-making si realizza invece con partner multilivello (Tavolo sulla Social Economy, GECES, GABV, Febea).

Quali strumenti o modelli utilizza Banca Etica per misurare l’impatto sociale e ambientale delle proprie attività finanziarie? Esistono indicatori chiave o metriche che ritenete particolarmente efficaci per rendere trasparente e misurabile l’impegno ESG?

Banca Etica si caratterizza come utilizzatrice, promotrice e innovatrice di strumenti per misurare e rendicontare l’impatto ESG, puntando a consolidare il proprio ruolo distintivo, che afferma attraverso strumenti e modelli di misurazione dell’Impatto: IAF (l’Impact Appetite Framework è centrale per governare e monitorare la capacità della banca di generare impatto socio-ambientale e permette di valutare la percentuale dell’attivo patrimoniale “a impatto”, oltre il credito); VSA (la Valutazione Sociale-Ambientale si integra al merito creditizio, mitigando il rischio finanziario, e si applica a clienti e progetti finanziati grazie alla partecipazione attiva di soci volontari appositamente formati); Covenant ESG (legano condizioni di finanziamento migliorative a impegni specifici delle realtà socie e clienti verso obiettivi sociali o ambientali definiti); Report di impatto (una rendicontazione trasparente e periodica degli impatti generati con indicatori allineati agli SDG ONU. Tra gli indicatori chiave senz’altro ci sono la percentuale dell’attivo patrimoniale a impatto e la misura e destinazione dei finanziamenti mirati alla lotta al cambiamento climatico e alla transizione ecologica.

Come si costruisce un modello di impatto credibile e coerente per un istituto finanziario? Quali sono, secondo lei, le sfide principali da affrontare? Spesso le banche sono viste come realtà più conservative: quali leve avete attivato per portare innovazione su questi fronti?

Costruire un modello di impatto credibile e coerente significa creare una struttura metodologica solida che misuri il valore sociale, ambientale ed economico generato, in modo trasparente, verificabile e utile per le decisioni strategiche. Si tratta di un’impresa complessa con molte difficoltà, non ultima la necessità di mantenere un equilibrio tra lo sforzo richiesto (il costo) e i risultati ottenibili (il beneficio), posto che la sfida maggiore credo sia rappresentata dalla collaborazione delle imprese/organizzazioni socie/clienti nel fornire le informazioni relative alla propria attività. In questo senso, una leva attivata da Banca Etica è quella di coinvolgere i soci attivi, in qualità di persone valutatrici appositamente formate ed iscritte ad un albo interno, nel processo di valutazione socio ambientale.

In che modo la collaborazione con organizzazioni come Medici Senza Frontiere può contribuire a rafforzare il valore etico e sociale delle scelte di un istituto finanziario? Ci sono esperienze o progetti concreti che ritiene particolarmente significativi da raccontare?

Banca Etica sostiene la missione di MSF da oltre 10 anni, condividendone i valori e supportandone l’attività sul campo, e la collaborazione MSF e organizzazioni affini contribuisce a rafforzare l’incidenza della missione etica e sociale della banca, affermando la “radicalità dialogante” del nostro approccio e rinsaldando le “alleanze” auspicate nel Piano Strategico 2025-2028. Si pensi, ad esempio, alla campagna congiunta di raccolta fondi attivata nel 2023 per il sostegno a MSF nel contrastare l’emergenza umanitaria, sanitaria ed economica che ha investito la popolazione civile di Gaza: nell’occasione da un lato Banca Etica e MSF hanno mobilitato le proprie comunità riuscendo a destinare circa 100 mila euro a una finalità urgente, dall’altro hanno messo in relazione le proprie basi sociali e gli stakeholders reciproci, condividendo valori e buone prassi. Allo stesso modo, il “Conto In Rete per Medici Senza Frontiere” consente ai clienti della banca di sostenere l’organizzazione con la propria attività finanziaria, rendendo tangibile l’impatto etico della banca.

Guardando al futuro, quali sono le priorità strategiche di Banca Etica sul fronte ESG? C’è un tema emergente su cui pensate sarà fondamentale investire nei prossimi anni?

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Le priorità strategiche di Banca Etica sul fronte ESG sono delineate dal Piano Strategico 2025-2028. La banca, riconosciuta come uno dei migliori gestori patrimoniali ESG secondo lo studio dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza, mira a diventare il “primo Gruppo finanziario alternativo per la trasformazione sociale e ambientale“.

Tra le priorità strategiche emergono dunque:

  • Finanza trasformativa: evolvere dalla “finanza a impatto” alla “finanza trasformativa”, coniugando dimensioni economiche, politiche e culturali per promuovere giustizia sociale e ambientale.
  • Sostegno all’economia sociale: affermarsi come partner di riferimento per gli attori dell’economia sociale e della Nuova Economia, offrendo servizi finanziari e consulenza per la transizione ecologica e digitale.
  • Inclusione finanziaria: realizzare una “finanza di frontiera” a sostegno delle fasce più deboli, attraverso microfinanza e soluzioni inclusive.
  • Sostenibilità integrale: integrare gli aspetti economici, sociali e ambientali in tutte le attività, con particolare attenzione alla rendicontazione di sostenibilità (CSRD).
  • Coinvolgimento delle nuove generazioni: rinnovare il modello di partecipazione, coinvolgendo le nuove generazioni con nuovi strumenti e modalità.
  • Lotta al cambiamento climatico: sostenere progetti di efficientamento energetico, rinnovabili e comunità energetiche rinnovabili (CER).

Un tema emergente su cui Banca Etica investirà sarà la transizione ecologica e digitale, con una propria policy di valutazione e impiego degli strumenti d’intelligenza artificiale e il supporto a progetti che rispondono ai principi dell’ecologia integrale dell’economia circolare.



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