Il governo italiano ha deciso di potenziare il sostegno alla mobilità elettrica, ridefinendo le risorse del Pnrr con un nuovo programma di rottamazione per i veicoli più inquinanti. L’obiettivo è incentivare cittadini e microimprese ad acquistare mezzi a zero emissioni, migliorando così la qualità dell’aria nelle aree urbane e riducendo l’impatto ambientale del trasporto su strada.
Inizialmente, il governo aveva stanziato 597 milioni di euro per installare 20.500 stazioni di ricarica su strade e autostrade. Tuttavia, il mercato delle colonnine non ha risposto come previsto, portando a una revisione del piano. Ora, una parte consistente di questi fondi sarà destinata alla sostituzione di 39.000 veicoli a combustione interna con mezzi a zero emissioni.
Il provvedimento, denominato Programma di rinnovamento della flotta di veicoli privati e commerciali leggeri con veicoli elettrici, prevede incentivi per chi demolirà un’auto termica e acquisterà un veicolo elettrico nuovo della categoria M1 (fino a 8 posti). Anche le microimprese potranno beneficiare del bonus per l’acquisto di mezzi commerciali a emissioni zero, nelle categorie N1 e N2 (rispettivamente fino a 3,5 e 12 tonnellate).
L’incentivo sarà legato al reddito e varierà in base all’ISEE:
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11.000 euro per chi ha un ISEE fino a 30.000 euro.
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9.000 euro per chi si colloca tra 30.000 e 40.000 euro.
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Per le microimprese, il bonus sarà pari al 30% del valore del veicolo elettrico, fino a un massimo di 20.000 euro.
La misura sarà attiva fino al 30 giugno 2026 e si concentrerà nelle aree urbane più inquinate.
La rottamazione rientra nella proposta di revisione tecnica del Pnrr, inviata alla Commissione Europea il 21 marzo e approvata a maggio. Il processo di revisione riguarda 107 obiettivi, pari al 30% di quelli ancora da raggiungere.
Oltre al nuovo piano di rottamazione per i veicoli inquinanti, il governo ha previsto alcune modifiche strategiche nella gestione dei fondi del Pnrr, per garantire un utilizzo più mirato delle risorse disponibili.
Ad esempio, ben 640 milioni di euro, inizialmente destinati alla promozione dell’idrogeno industriale, saranno ora reindirizzati allo sviluppo del biometano, considerato una soluzione più immediata e sostenibile per il settore energetico.
Parallelamente, il governo ha deciso di destinare fondi nazionali al finanziamento di alcuni progetti ferroviari, con particolare attenzione alle infrastrutture del Sud Italia, dove la modernizzazione della rete può avere un impatto significativo sulla mobilità e sulla crescita economica.
Infine, è prevista una revisione della dotazione di Transizione 5.0, in linea con le richieste di Confindustria, per rafforzare i contratti di ricerca e sviluppo, incentivando l’innovazione tecnologica e la competitività delle imprese italiane.
Il governo sta preparando una nuova revisione complessiva del Piano, la sesta dalla sua nascita nel 2021. Entro fine giugno, è attesa una riformulazione che taglierà obiettivi, ridurrà investimenti e riallocherà risorse in settori strategici come turismo, lavoro e inclusione sociale.
Il ministro per il Pnrr, Tommaso Foti, ha dichiarato che “i dati della spesa sono in continua crescita, sfiorano i 70 miliardi, circa il 58% delle risorse finora ricevute”, sottolineando la volontà dell’esecutivo di proseguire con una gestione flessibile e mirata del Piano.
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