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Venezia Davos dello Spazio? Space Meeting Veneto 2025


“Ci incontreremo a Venezia”, diceva Corto Maltese, e la frase oggi suona profetica. Dal 20 al 22 maggio, al Terminal Crociere del Tronchetto, va in scena lo Space Meeting Veneto 2025, uno degli eventi italiani dedicati alla space economy. Si presenta come un momento di valorizzazione delle eccellenze venete del settore, ma – a guardare la struttura attuale – resta, per ora, un’iniziativa ancorata a una dimensione localistica, con limitato impatto su scala nazionale e quasi nessuna proiezione europea.

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La città, con la sua storia di repubblica mercantile e innovativa, sembrerebbe perfetta per ospitare un forum internazionale permanente sul futuro della tecnologia spaziale. Ma il contenuto dell’evento, per ora, non è all’altezza della cornice. Il rischio è che lo Space Meeting possa addirittura risolversi in un rituale di autocompiacimento, un’occasione mancata, mentre il resto dell’Europa corre.


Assenza di una visione strategica nella space economy veneta

Lo Space Meeting, oggi, è una rassegna in crescita. Raccoglie aziende, università, start-up, centri di ricerca e attori pubblici regionali. Ma non esprime ancora una visione strategica, né è percepito come uno snodo decisivo per le policy o per l’attrazione degli investimenti. Rispetto a eventi come l’ADM di Torino, lo IAC globale o la Paris Space Week, Venezia rimane fuori dal radar delle agende che contano.

Eppure, mai come oggi, ci sarebbe bisogno di un evento “altro”: né fiera commerciale né forum istituzionale, ma qualcosa che sappia congiungere industrie e investitori, imprese mature e PMI, territori e politica europea. Lo spazio è diventato troppo grande per restare confinato in logiche verticali: è tecnologia, ma anche manifattura, clima, energia, difesa, comunicazione, dati.


Verso un ecosistema spaziale veneto: tra eccellenze e frammentazione

Il Veneto non parte da zero. Ha competenze storiche nella meccanica di precisione, nella sensoristica, nei materiali avanzati. In alcune sub-verticali come la fluidica o i sistemi embedded è già parte di value chain internazionali. Ma manca l’organizzazione strutturata di un distretto, un’alleanza territoriale, manca un’identità condivisa.

Aziende, università ed enti pubblici operano spesso in silos poco comunicanti. Lo Space Meeting potrebbe diventare la cabina di regia per integrare queste forze, facendo emergere il Veneto come player strutturato della new space economy. Ma questo implica superare il perimetro della promozione, per entrare in quello della progettazione industriale, con obiettivi chiari, strumenti operativi e una governance riconosciuta.

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Uno degli ostacoli principali alla strutturazione di un vero ecosistema spaziale in Veneto è rappresentato dalle Reti Innovative Regionali (RIR), nate con buoni propositi ma rivelatesi strumenti normativamente rigidi, verticali e scarsamente efficaci. I riferimenti normativi (L.R. 13/2014 e DGR 1139/2017) sono pensati più per la classificazione di filiere produttive tradizionali che per l’attivazione di ecosistemi industriali complessi, dinamici e multisettoriali come quello spaziale.

Le RIR si muovono su assi tematici troppo stretti, non valorizzano sufficientemente il portafoglio delle aziende coinvolte, non incentivano operazioni cross-funzionali e soprattutto non promuovono la convergenza tra spazio, deeptech e manifattura avanzata, oggi indispensabile per creare valore. Il risultato è una serie di entità formali, spesso disconnesse tra loro, che operano in assenza di massa critica e senza una vera regia strategica.


Lo spazio come asse economico e geopolitico regionale

L’aerospazio non è un comparto di nicchia. È un’infrastruttura economica e geopolitica. Chi controlla le orbite, i dati satellitari, le tecnologie di osservazione e navigazione, controlla le catene del valore globali. Per questo le grandi potenze investono miliardi, e per questo Bruxelles ha inserito la space economy tra le tecnologie abilitanti chiave per l’autonomia strategica dell’Unione.

Anche su scala locale, però, i ritorni sono concreti. Ogni euro investito nello spazio ne genera molti di più in settori come agritech, energia, costruzioni, logistica e ambiente. Il territorio veneto ha tutto da guadagnare, ma serve un disegno. Senza regia, ogni iniziativa resta scollegata. Senza distretto, ogni azienda resta isolata. Senza capitale, ogni innovazione resta fragile.


Opportunità politica: spazio come priorità del nuovo governo regionale

Nel secondo semestre 2025 il Veneto rinnoverà la sua guida politica. Sarà un momento decisivo per capire se la regione vuole davvero entrare nella partita del deeptech, oppure se continuerà a gestire il proprio potenziale industriale con una visione di lungo periodo di portata che taluni potrebbero non a torto definire limitata.

Lo spazio dovrebbe essere inserito in ogni programma politico come asse strategico regionale, in sinergia con altri settori come biomedicale, robotica, AI e green tech. Ma deve esserlo in modo reale, operativo, non a livello di una voce di contorno. Le aziende non chiedono incentivi a pioggia: chiedono politiche industriali serie, attrattive per gli investimenti, coordinate sul territorio, capaci di fare massa critica.

Space Investment Forum: da esperimento a infrastruttura stabile

Una novità dell’edizione 2025 è lo Space Investment Forum, una sezione dell’evento pensata per far dialogare imprese e investitori. È un’idea giusta, perché oggi in Italia manca un luogo in cui il capitale paziente e l’industria spaziale possano incontrarsi. Le PMI faticano a scalare, e il totale degli investimenti privati– con soli 170 milioni investiti finora nel comparto – è ancora ai margini.

Lo scenario è paradossale. I capitali ci sono. Ci sono family office, casse di previdenza, fondi pensione, holding industriali pronti a investire in tecnologie hard. Ma non sanno dove guardare. Mancano i progetti credibili, le strutture di analisi, i tavoli di deal flow. Il risultato è che il sistema finanziario resta in attesa e le aziende sottocapitalizzate.

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Un Investment Forum, se ben fatto, potrebbe cambiare tutto. Dovrebbe diventare una piattaforma permanente, capace di attrarre anche investitori europei, collegarsi con ESA, EUSPA, la Banca Europea per gli Investimenti e i programmi come CASSINI. Servono pitch, ma anche benchmark. Servono relazioni, ma anche strumenti. Altrimenti si resta nel mondo delle slide.


Oltre i panel: servono contenuti, proposte e posizione strategica

Per essere davvero rilevante, lo Space Meeting Veneto deve produrre contenuto reale, lungi da qualsivoglia intento celebrativo. Ogni edizione dovrebbe concludersi con uno o più position paper condiviso tra imprese, università e Regione. Un documento capace di individuare priorità, strategie, criticità normative, strumenti mancanti e scenari tecnologici. Il valore di un evento, oggi, si misura anche dalla sua capacità di influenzare politiche pubbliche e strategie d’impresa. Senza contenuto, restano i gadget.

Dovrebbe anche diventare un osservatorio di metatrend: quali sono le nuove tecnologie in arrivo? Dove si sta muovendo il capitale globale? Quali sono le sub-filiere emergenti? Dove può specializzarsi il Veneto, e con quali alleanze internazionali?


Venezia capitale della space economy: tra ambizione e realtà

Venezia ha tutto per diventare la Davos della space economy europea. La posizione geografica è strategica. La storia è quella di un ponte tra mondi. Il simbolismo culturale può attrarre l’élite industriale e finanziaria globale. Ma servono volontà politica, visione industriale e, soprattutto, una governance glocal.

Concertazione è la parola chiave. Bisogna mettere insieme PMI e mica, regioni e Bruxelles, università e aziende, startup e investitori. Solo così si crea un vero ecosistema. Solo così si producono politiche industriali robuste. Solo così lo Space Meeting smette di essere un evento e diventa una piattaforma europea permanente.


Il veneto deve decidere se giocare da protagonista

Lo spazio non è un sogno futurista. È il presente. E chi oggi lo ignora, domani sarà irrilevante. Il Veneto ha le competenze, le imprese, i talenti. Venezia ha il fascino, il posizionamento e il potenziale. Lo Space Meeting è una scintilla. Ma senza ossigeno politico, finanziario e strategico, la scintilla si spegne.

L’appuntamento del 20 maggio può essere un punto di svolta. Ma solo se si ha il coraggio di interrompere definitivamente retaggi di provincialismo, aspetti di visibilità egocentrica e improduttiva. Servono, piuttosto, investimenti reali, contenuti forti, politiche ambiziose. E serve un messaggio chiaro: il Veneto è pronto a giocare nello spazio. Non da comprimario, ma da protagonista.

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