Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

L’accordo Ue-Regno Unito apre un nuovo capitolo


Dopo mesi di negoziati e la promessa del nuovo governo laburista di “reset” i rapporti con l’Unione europea, può sembrare che la montagna abbia partorito un topolino. La decina di pagine di intesa finale tra Londra e Bruxelles, uscite dal vertice a Lancaster House, la sede di rappresentanza del Foreign Office, sono infatti un accordo quadro che andrà riempito nei prossimi mesi. Non a caso nella conferenza stampa è stato annunciato che i vertici bilaterali si terranno almeno una volta all’anno e le delegazioni continueranno a lavorare. Ma la svolta è avvenuta: dopo un decennio di diffidenza e tensione tra le due sponde della Manica il clima è completamente cambiato. La ideologia Brexit è archiviata. Per chi come il sottoscritto ha seguito tutte queste vicende è davvero la chiusura del cerchio.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Quasi incredulo ho letto nel comunicato finale di Downing street l’ammissione che i controlli doganali – reintrodotti dopo Brexit – hanno penalizzato le esportazioni britanniche verso il mercato unico, calate del 21 per cento. Non dal 2016, bensì solo negli ultimi anni, quando le nuove procedure sono state applicate anche sul versante inglese. Prima era sempre stato opposto un muro di gomma a chi chiedeva lumi sui danni economici dell’uscita dal mercato unico europeo. Consapevole che le norme post Brexit non funzionavano, Starmer ha sacrificato il settore della pesca per ottenere benefici più ampi sull’intero interscambio commerciale. Ha accettato infatti l’estensione fino al 2038 il diritto di pesca nelle acque territoriali britanniche per i navigli europei, sostanzialmente francesi. Ovviamente protestano i marittimi inglesi ma rappresentano lo 0,03 per cento del prodotto interno britannico. In cambio il governo ha infatti ottenuto di snellire i controlli e le procedure doganali, soprattutto quelli veterinari e fitosanitari. Così prevede di recuperare 9 miliardi di interscambio entro il 2040.

Vantaggi anche per il settore difesa e sicurezza britannico. La guerra in Ucraina e il cambio di strategia dell’amministrazione americana sotto Trump hanno spinto in questi mesi il governo di Londra verso i partner europei. Solo un anno fa sarebbe stato impensabile parlare di difesa comune europea assieme al premier del Regno Unito. Così il “security pact” concordato con Bruxelles apre le porte alla cooperazione tra l’industria militare inglese e gruppi europei. Consorziati potranno accedere insieme ai fondi del “Rearm Europe” o “Readiness 2030” che dir si voglia. I benefici per l’economia britannica insomma saranno cospicui e Starmer spera che gli lucrino anche un credito politico per ribattere all’opposizione di Farage e Conservatori che già gridano al tradimento del referendum 2016. Cavalcano la furia del settore della pesca, rinfacciano l’accettazione di standard europei nei prodotti alimentari e l’ultima parola concessa alla Corte europea di giustizia in caso di contenzioso.

Gli argomenti sono ancora quelli che nel 2016 portarono all’uscita dall’Unione europea: i britannici non devono essere “rule-takers”, soggetti cioè a decisioni altrui. Ma la fiammata di Farage e Badenoch, leader dei Tories, si spegnerà presto se i vantaggi del nuovo accordo cominceranno ad essere evidenti. È la paura del populismo del partito Reform UK, vincitore delle ultime amministrative, che ha portato Starmer alla prudenza negli altri punti di intesa. I giovani europei, italiani compresi, dovranno aspettare ancora prima di poter tornare a studiare e lavorare oltremanica senza le restrizioni in vigore dopo la Brexit. Per ora Londra riconosce solo in via di principio l’importanza degli scambi per i giovani sotto i 30 anni. Al posto degli attuali laboriosi visti di studio o lavoro ne saranno concessi altri più facili da ottenere, ma temporanei, un anno o due. I dettagli saranno definiti solo nei prossimi mesi. Una breccia, comunque, nei molteplici ostacoli posti dalle norme post Brexit.

Prudenza anche sulle rette universitarie, gli europei rimarranno equiparati agli “International students”, indietro non si torna, solo famiglie abbienti si possono permettere ormai di mandare i figli in college o atenei inglesi. Idem per l’adesione di nuovo al programma Erasmus di scambi studenteschi. Si farà ma con quote di studenti contingentate. In compenso da subito i viaggiatori britannici all’arrivo nell’area Schengen potranno passare dalle porte elettroniche per il controllo passaporti, come i cittadini comunitari.

Insomma, un quadro in chiaroscuro, può davvero sembrare un topolino il risultato di questo vertice ma il primo passo è fatto. La retorica della Brexit è superata, si parla di un nuovo capitolo nei rapporti con l’Unione europea, Londra riconosce i danni subiti, l’uscita dal mercato unico è stata davvero un atto di autolesionismo nazionale. Il sottotitolo del mio ultimo libro, uscito (Editore Solferino) la scorsa settimana è: “Il ritorno del Regno Unito tra i protagonisti sulla scena globale”. A fine vertice Starmer ha dichiarato: “Britain is back to the world stage”. Una bella soddisfazione.

Prestito personale

Delibera veloce

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere