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Tra bonus in ritardo e siti della PA in affanno, la situazione è sempre più critica


Numerosi bonus previsti dal 2025 sono in ritardo. Venerdì sono partite (dopo più di un anno) le domande per il bonus giovani under 35 con problemi tecnici e, nella stessa giornata, è andato in tilt il sito del Fisco. Sempre più critico il rapporto tra cittadini e PA

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Tra bonus in ritardo, agevolazioni bloccate da questioni tecniche e siti della PA che vanno in tilt, il 2025 “svela le carte” sulle numerose criticità che investono il rapporto tra cittadini e Stato.

La giornata di venerdì 16 maggio sarà ricordata come una delle più complicate degli ultimi tempi sul fronte della gestione telematica degli adempimenti. Il sito dell’Agenzia delle Entrate è andato in blocco, a causa del boom di accessi alla dichiarazione precompilata 2025 lanciata in concomitanza con le scadenze fiscali di metà mese.

Non da meno, il sito INPS che ha accolto, dopo più di un anno di attesa, le domande per il bonus giovani e donne, è stato caratterizzato da problemi tecnici che in alcuni casi hanno reso impossibile procedere con l’inserimento delle richieste.

Il tutto mentre sembra impantanata la macchina attuativa di alcuni importanti provvedimenti previsti dall’ultima Legge di Bilancio. Dal bonus elettrodomestici, ai fondi per gli affitti dei morosi incolpevoli, si registrano ritardi notevoli.

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Non da meno, resta bloccata anche la gestione dei fondi previsti dal PNRR dedicati alle imprese: il piano Transizione 5.0 procede a rilento e l’attesa rimodulazione dei fondi disponibili resta al momento solo un annuncio.

I bonus della Legge di Bilancio 2025 sono in ritardo: dagli affitti, agli elettrodomestici, fino al caos delle detrazioni sulla casa

Le inefficienze della Pubblica Amministrazione minano al già complesso rapporto con i contribuenti e, forse, siamo di fronte ad uno dei periodi più bui degli ultimi anni.

Il contesto geopolitico non è certo favorevole e dal punto di vista politico il peso della “gestione” interna delle diverse forme di conflitto, dalla guerra in Ucraina, al caos Mediorientale fino alla guerra commerciale dei Dazi, ha di sicuro un impatto importante anche nell’organizzazione delle misure di politica economica.

Una considerazione generale che, però, non può giustificare i ritardi che stanno interessando l’attuazione dei provvedimenti previsti dalla Legge di Bilancio 2025. Arrivati ormai a metà anno, molte misure restano ancora nel cassetto.

È il caso, ad esempio, del bonus elettrodomestici, atteso entro marzo ma ancora al palo, così come del finanziamento del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, ossia chi per problemi economici non è riuscito a pagare le somme dovute e ha ricevuto provvedimenti di sfratto.

Non da ultimo, alcune criticità operative riguardano anche i bonus casa. L’ENEA, ente che gestisce le pratiche comunicative relative alle detrazioni che comportano un risparmio energetico, non ha ancora messo a disposizione il portale per l’invio dei dati relativi ai lavori conclusi nel 2025. Come si legge sul portale istituzionale, è ancora in attesa di chiarimenti da parte dei Ministeri competenti.

Dal bonus mamme al bonus per i neo-imprenditori: sconti contributivi al palo

È in ritardo anche il decreto sul bonus mamme, l’esonero contributivo ridisegnato dalla Legge di Bilancio 2025. Le lavoratrici che fino allo scorso anno percepivano lo sconto in busta paga sono in attesa di novità e, nel frattempo, fanno i conti con il venir meno dell’agevolazione sugli stipendi.

Una situazione simile interessa i neo-imprenditori, per i quali la Manovra 2025 ha previsto uno sconto contributivo del 50 per cento per tre anni. Arrivati al giorno della scadenza della prima rata dei contributi dovuti, l’INPS non ha ancora messo a disposizione il servizio per fare domanda. Risultato? Contributi da pagare, in misura piena, e poi si vedrà.

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Si tratta solo di alcuni esempi di misure per le quali le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2025 restano bloccate, a causa di tempi dilatati che rischiano di far venir meno le finalità stesse degli interventi messi in campo.

Bonus che partono tardi, e male: il caso dell’esonero INPS per gli under 35

Bonus che partono in ritardo, rispetto alla tabella di marcia, e spesso anche con “il piede sbagliato”.

È il caso del bonus per l’assunzione di giovani under 35, introdotto dal DL Coesione n. 60/2024, il 1° maggio dello scorso anno, e per il quale le domande sono partite solo un anno dopo.

Il 16 maggio è stato inaugurato lo sportello telematico INPS per le richieste di esonero da parte dei datori di lavoro, con un sistema nei fatti molto simile a un click day a fronte delle risorse limitate a disposizione.

Un avvio che però è stato caratterizzato da un problema tecnico che ha bloccato molte aziende.

La procedura dedicata sul sito INPS, raggiungibile alla sezione “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) – Incentivi Decreto Coesione – Articolo 22- Giovani” è andata in blocco in relazione alle domande di agevolazione per i rapporti di lavoro già in essere, quindi per le assunzioni/trasformazioni effettuate dal 1° settembre 2024.

Per un errore tecnico il sistema considera il rapporto di lavoro già avviato come una precedente assunzione a tempo indeterminato del lavoratore o della lavoratrice interessata, con la conseguente esclusione dalla possibilità di completare la procedura di domanda.

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L’assenza di precedenti rapporti a tempo indeterminato rappresenta una delle condizioni fondamentali per l’accesso al beneficio. La questione, però, in questo caso è che non si tratta di un precedente rapporto ma di quello che dovrebbe essere agevolabile.

La problematica è stata subito segnalata dagli addetti ai lavori e l’Associazione Nazionale dei Commercialisti, con un comunicato stampa datato 16 maggio, ha definito “inaccettabile” il malfunzionamento.

Il sito del Fisco va in tilt per i troppi accessi

Quello del portale INPS non è stato però l’unico problema tecnico del 16 maggio, e ancor più importante è stato il disservizio che ha coinvolto il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Il boom di accessi al 730 precompilato, combinato agli accessi legati alle scadenze fiscali di metà mese, ha mandato in tilt il sistema informatico del Fisco.

Cittadini, imprese e intermediari hanno dovuto far fronte a una giornata infuocata: prima il portale totalmente inaccessibile, poi un sistema di coda con accessi limitati, e solo a fine giornata un comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate che ha ammesso le criticità.

Per le scadenze del 16 maggio si attende un provvedimento di proroga, ma al netto della soluzione ex post resta viva la discussione su come sia stato possibile che si sia verificato un blocco così importante.

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Di certo non è stata fortunata la scelta di avviare la fase di modifica e invio della precompilata 2025 in un giorno di importanti scadenze fiscali, dall’IVA alle ritenute IRPEF.

Imprese ancora in attesa della revisione al piano Transizione 5.0

Nella lunga sequela di inefficienze che contribuiscono a incrinare il rapporto tra PA e contribuenti, non si può poi evidenziare il tema dei fondi previsti dal PNRR in favore delle imprese.

Lo scorso anno è partito il piano Transizione 5.0, che secondo i ministeri competenti dovrebbe rappresentare la “chiave di volta” per la costruzione di un sistema imprenditoriale e industriale più green, digitale e competitivo.

Peccato che a sei mesi dalla scadenza, l’utilizzo dei 6 miliardi di fondi a disposizione resti fortemente sottodimensionato. Secondo i dati pubblicati sul portale del GSE (ente che gestisce le procedure di accesso agli incentivi), le risorse prenotate ammontano a circa 880 milioni, mentre quelle effettivamente utilizzate (e quindi realmente finite nei conti delle imprese) sono solo poco più di 41 milioni.

Resta inutilizzata buona parte delle risorse in campo, che dovranno essere spese entro fine anno essendo legate al PNRR. Dal MIMIT era arrivato l’annuncio di una revisione del Piano, con il fine di dirottare i fondi ancora disponibili verso misure di maggiore appeal per le imprese.

Si tratta però al momento solo di annunci e il ritardo è lampante. La sensazione è di essere di fronte a una situazione sfuggita di mano, uno dei periodi più bui negli ultimi anni per quel che riguarda la gestione di fondi e risorse pubbliche.

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