Per il Giubileo 2025, lo Stato italiano ha deciso di attingere a un fondo pubblico che, per sua natura e destinazione, era stato riservato ai risarcimenti per i cittadini danneggiati da gravi errori sanitari.
La decisione è arrivata con la promulgazione della Legge 23 aprile 2025, n. 64, in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio, che dispone misure straordinarie per il potenziamento dei controlli igienico-sanitari nei porti e aeroporti italiani in vista del grande afflusso di pellegrini durante questo Anno Santo.
Cosa dice la Legge sui fondi pubblici destinati al Giubileo 2025
Secondo quanto disposto dalla Legge, il Ministero della Salute per rafforzare i controlli sanitari in ingresso nel Paese potrà assumere a tempo determinato 3 dirigenti medici e 15 tecnici della prevenzione. A tal fine, sono state previste risorse pari a 934.517 euro, destinate appunto a finanziare tale misura, certamente utile in termini di sanità pubblica.
Tuttavia, per il finanziamento non sono stati disposti nuovi fondi ad hoc, ma è previsto che lo Stato attinga da un altro fondo, ovvero utilizzando le risorse pubbliche previste per i risarcimenti ai cittadini danneggiati da trasfusioni infette, emoderivati contaminati e vaccinazioni obbligatorie.
Come si legge al comma 2 della Legge 23 aprile 2025, n. 64: “Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1, pari complessivamente a euro 934.517 per l’anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 2, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244“.
E la spesa a cui si fa riferimento, disposta dall’articolo 2, comma 361, della legge finanziaria 2008 (legge 244/2007) citato, non è altro che lo stanziamento annuo di 180 milioni di euro destinato alle transazioni e ai risarcimenti in favore di soggetti talassemici, emofilici, emotrasfusi o danneggiati da vaccinazioni obbligatorie. È proprio da questa voce di bilancio, pensata per compensare cittadini colpiti da gravi eventi sanitari, che il Governo ha deciso di prelevare quasi un milione di euro per coprire i costi delle nuove assunzioni previste in vista del Giubileo.
Scelta legittima ma che apre il dibattito
Quella fatta dal Governo, va precisato, è una scelta perfettamente legittima dal punto di vista normativo: l’Esecutivo ha infatti agito all’interno del perimetro delle proprie prerogative di bilancio, utilizzando una riduzione di spesa su un capitolo già autorizzato dal Parlamento. Tuttavia, questa decisione solleva alcune riflessioni importanti.
In primo luogo, sebbene l’importo di 934.517 euro possa apparire relativamente contenuto rispetto all’intero stanziamento annuo previsto per i risarcimenti (pari a 180 milioni di euro), la natura del fondo da cui si attinge impone una valutazione attenta e prudente. Parliamo infatti di risorse destinate a risarcire cittadini che hanno subito danni irreversibili alla salute per responsabilità riconducibili allo Stato, come trasfusioni infette o vaccinazioni obbligatorie. In molti casi, queste persone attendono da anni un ristoro economico, spesso in seguito a lunghe battaglie legali e sanitarie.
Spostare anche solo una piccola quota da quel fondo per finanziare nuove assunzioni temporanee – pur con la finalità di tutelare la salute pubblica durante un evento di portata mondiale – solleva una questione di priorità nella gestione delle risorse pubbliche. Il Giubileo rappresenta senz’altro un evento di rilevanza storica, religiosa e ha anche implicazioni economiche per l’Italia, ma soprattutto necessita di adeguati strumenti di tutela sanitaria.
Tuttavia, sarebbe stato forse auspicabile predisporre un finanziamento autonomo o straordinario, senza toccare fondi con una destinazione così sensibile.
Infine, la scelta pone interrogativi sul futuro utilizzo di stanziamenti analoghi: se oggi si può ridurre il fondo dei risarcimenti sanitari per una misura connessa al Giubileo, cosa impedirà domani di utilizzarlo per altri scopi emergenziali, anche lontani dalla missione originaria?
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