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il Consiglio di Stato annulla l’appalto sull’acciaio green


Come era prevedibile la replica del ministero delle Imprese e del made in Italy alla presa di posizione dell’Associazione nazionale magistrati di Lecce, a difesa dell’operato della Procura di Taranto a proposito delle autorizzazioni per intervenire urgentemente per la messa in sicurezza dell’Altoforno 1 al centro di un pauroso incendio divampato lo scorso 7 maggio per lo scoppio di una tubiera, non si è fatta attendere.

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Come riporta l’Ansa, infatti, dal Mimit, con una nota, fanno notare che non è vero, come ha sostenuto l’Anm, che siano trascorse appena 22 ore tra la richiesta di colaggio dei fusi presente nell’Afo1, richiesta avanzata da Acciaierie d’Italia in as, e l’autorizzazione poi concessa dalla Procura di Taranto.

Una precisazione che sarebbe legata al fatto che l’autorizzazione ancora oggi non sarebbe arrivata.

«Solo in seguito agli appelli pubblici del ministro Urso», intervenuto sabato 10 maggio a Taranto per l’inaugurazione del Tecnopolo, «la Procura di Taranto autorizzava, a ben 57 ore dalla prima istanza e dopo 22 ore dalla seconda richiesta, solo alcuni degli interventi richiesti, escludendo espressamente le attività necessarie al colaggio dei fusi presenti nell’altoforno. Alla luce del tempo ormai trascorso e dell’impossibilità di procedere ora al colaggio dei fusi – sottolinea il Mimit – l’Afo 1 risulta compromesso. Il ministero delle Imprese e del made in Italy, nel sottolineare le gravi ricadute di quanto accaduto sia in termini produttivi che occupazionali, rileva dunque che l’autorizzazione al colaggio dei fusi, richiesta oltre 220 ore fa, non risulta ancora concessa».

 

Preridotto, il Consiglio di Stato conferma l’annullamento dell’aggiudicazione alla Paul Wurth

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Il Consiglio di Stato ha confermato, con sentenza pubblicata lo scorso 15 maggio, l’annullamento dell’aggiudicazione a favore di Paul Wurth Italia Spa (società del gruppo SMS) dell’appalto per la realizzazione nell’area dell’ex Ilva di Taranto di un impianto per la produzione del cosiddetto preridotto (Direct Reduced Iron), una sorta di acciaio green, da due milioni di tonnellate annue, del valore di circa un miliardo di euro. Confermato, anche, l’annullamento dell’intera procedura di appalto avviata da Dri D’Italia spa (controllata da Invitalia). La gara, dunque, dovrà essere rifatta né può subentrarvi la Danieli.

Come spiega l’Ansa, i giudici amministrativi – chiamati a occuparsi della vicenda su ricorso di Dri D’Italia contro Danieli e C. Officine Meccaniche – hanno così confermato integralmente la decisione assunta circa un anno fa dal Tribunale amministrativo regionale di Lecce. Nel giudizio si erano costituiti anche il ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia e la stessa Paul Wurth Italia.
Le motivazioni alla base della decisione di rigettare il ricorso proposto da Dri D’Italia, vanno ricercate nel fatto che i giudici chiamati ad esprimersi sul ricorso hanno confermato che le disposizioni di gara richiedevano un’offerta di tipo “chiavi in mano”, con realizzazione di un’opera progettata e costruita dall’appaltatore. L’appalto è stato invece aggiudicato con caratteristiche “EP” (Engineering and Procurement), riguardanti la sola progettazione e fornitura dell’opera (senza la costruzione) come presentato in sede di offerta da parte della Paul Wurth. Ora Dri dovrà procedere alla riedizione della gara in base alla disciplina del Codice dei contratti pubblici.

 

Ex Ilva. Iaia ( FdI) sulla sentenza Consiglio di Stato.: “Strategica la scelta del governo di riallocare le risorse del Dri dal Pnrr all’Fsc”

«È indubbio come il governo Meloni e il ministro Fitto abbiano assunto una decisione quanto mai opportuna allorquando hanno deciso di traslare le risorse di 1 miliardo di euro destinate al Dri per l’ex Ilva di Taranto dal Pnrr all’Fsc. Questa decisione fu assunta dal Governo alla luce dell’imminenza del termine del 2026 previsto per il Pnrr che difficilmente sarebbe stato rispettato anche in condizioni normali. Nonostante le polemiche sollevate dalla regione Puglia e da Michele Emiliano riguardo questa scelta, la stessa si è rivelata assolutamente pertinente, ancor di più in considerazione della recente sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la gara per la realizzazione dell’impianto di Dri per un valore di 1 miliardo di euro. In questo contesto, la scelta del governo di riorganizzare le risorse si è dimostrata strategica e lungimirante, permettendo di affrontare le incertezze relative alle tempistiche e garantendo un utilizzo più efficace degli investimenti per il futuro verde di Taranto». Così l’on. Dario Iaia, deputato deputato di Fratelli d’Italia e presidente provinciale del partito.



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