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Aziende familiari, solo il 15 per cento arriva alla terza generazione


MESTRE – Leadership più inclusiva, patto tra under 40 e over 65, passaggio generazionale in azienda fatto di intrecci tra le competenze dei giovani e l’esperienza dei vecchi. Un tema sentito perché solo il 15% delle aziende familiari arriva alla terza generazioni. Malgrado siano queste le imprese che hanno creato il modello veneto. Eppure i numeri sono favorevoli perché «dimostrano che le imprese guidate da imprenditori sotto i 40 anni hanno registrato, tra il 2021 e il 2023, un aumento del fatturato del 30,6% superando di 7 punti percentuali quelle con una guida con più di 65 anni, hanno inoltre maggiore propensione alle assunzioni (+20% contro +11%), fatturati superiori nell’export e una spinta in più nella digitalizzazione dei processi (+72% contro il 46%)». È Luigi Gorza, presidente del Gruppo giovani di Confindustria Nord Est a snocciolare percentuali, ma lontano da lui creare scontri, anzi propone «un patto per una convivenza tra generazioni, affinché nelle imprese i giovani siano affiancati da senior. Solo così ridurremo il numero di chi scappa all’estero e attrarremo talenti. Siamo convinti ci sia bisogno di leader giovani e come gruppo di Confindustria vogliamo essere “incubatore” di cultura d’impresa. Noi dobbiamo però avere il coraggio di assumerci le nostre responsabilità». Non a caso ha scelto il titolo “Beyond leadership – Il potere di scegliere” per la prima assemblea generale sotto la sua guida del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto Est (area metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso) ieri a Villa Barbarich.

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I modelli

Una leadership sempre più femminile anche nell’imprenditoria «ma non distinguerei tra uomini e donne» premette Paola Carron presidente di Confindustria Veneto Est, ammettendo che non ama le “quote rosa” anche se hanno aiutato ad aprire spazi, ma predilige le capacità del singolo. «Essere leader oggi richiede capacità di ascolto e mediazione, un modello inclusivo e in questo noi donne sappiamo dare di più, ma non ne farei una questione di genere». E i numeri lo dimostrano: il 40% dei Cda delle aziende è formato da donne, ma nei ruoli apicali si crolla al 4%, come ha illustrato Maria Anghileri, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria ricordando un divario del 20% a svantaggio delle donne anche sul fronte occupazione e retribuzione. Quanto alla “sfida” under-over 40 ritiene «che le aziende che hanno fatto il passaggio di generazione tra il 2013 e il 2022 sono risultate più performanti anche grazie alle competenze dei giovani».

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Parla invece di «stili di leader – Cristina Balbo direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo – la concezione per genere è ormai superata». Uno stile fatto «di rispetto e ascolto oltre che fiducia» per Marco Nocivelli, vicepresidente per le Politiche industriali e Ceo di Epta. C’è poi Carlo Rivetti, patron di Stone Island che il leader lo fa «seduto sul divano» grazie alla scelta di un team che lo affianca formato da «un gruppo multietnico di giovani creativi». 





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