Il Tribunale del Riesame di Roma, con provvedimento notificato il 15/05/2025, in accoglimento totale delle eccezioni e doglianze degli avvocati Modafferi e Ceruso, ha annullato l’ordinanza cautelare eseguita ai danni dell’imprenditore taurianovese.
Lo stesso si era visto eseguire dalla Guardia di finanza di Palmi un’ordinanza – emessa originariamente dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica – che disponeva la cautela nei confronti di un soggetto originario di Taurianova (RC), indagato per i reati di truffa aggravata, sostituzione di persona, nonché di fabbricazione e possesso di documenti falsi, essendo stato ritenuto l’autore di un articolato sistema di frode realizzato attraverso i c.d. “bonus edilizi”.
L’operazione, condotta dai militari della Compagnia di Palmi, trae origine da un’ asserita mirata analisi operativa – supportata da specifiche risultanze informative raccolte nell’ambito del sistematico controllo del territorio espletato nell’hinterland di competenza – che avrebbe consentito di individuare una ditta operante nel settore edile e risultante beneficiaria di rilevanti crediti tributari scaturiti dagli accennati “bonus edilizi”.
Secondo l’attività d’indagine, si sarebbe rilevato, allo stato del procedimento in essere e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità dell’indagato, come quest’ultimo avrebbe ricevuto numerose commesse per l’esecuzione di lavori edili, non portati a termine o neanche avviati, a fronte dei quali avrebbe acquisito crediti d’imposta (in realtà, indebitamente sorti e mai maturati) per un valore complessivo di oltre 1 milione e 600 mila euro che, attraverso lo strumento della cessione del credito, i numerosi committenti avrebbero trasferito nel cassetto fiscale dell’impresa di cui egli è risultato titolare.
Le investigazioni, altresì, avrebbero riscontrato che i crediti d’imposta ottenuti erano stati in parte “monetizzati”, per un valore di oltre 440 mila euro, con la cessione ad altre imprese, e tali proventi illeciti, attraverso successivi giroconti bancari, venivano fatti confluire dal patrimonio della società a conti (anche esteri) intestati all’arrestato.
La Guardia di finanza aveva già provveduto a sequestrare i crediti fiscali accumulati e ancora presenti nel cassetto fiscale dell’indagato (pari a quasi 1 milione e 200 mila euro), nonché il valore della suddetta somma ricevuta a seguito della cessione di una parte del credito d’imposta fraudolentemente acquisito e “monetizzato” (440 mila euro).
Di diverso avviso appaiono le determinazioni del Tribunale capitolino il quale, in accoglimento dei motivi di riesame presentati dai difensori, nonché di corposa documentazione fiscale ed edilizia, ha annullato l’ordinanza cautelare personale e reale successivamente emessa dal GIP di Roma dopo l’accoglimento dell’originaria eccezione difensiva di incompetenza territoriale del GIP di Palmi.
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