Transizione 4.0, arrivano le nuove regole per il 2025. Dopo una lunga attesa è in fase di pubblicazione il decreto direttoriale, firmato da Paolo Casalino, Direttore generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le Pmi e il Made in Italy del Dipartimento per le politiche per le imprese, che detta le nuove regole per le aziende che intendono fruire dei crediti d’imposta previsti dal piano Transizione 4.0.
La procedura è stata introdotta a seguito delle modifiche al piano introdotte dalla legge di bilancio per il 2025, che, oltre a chiudere l’incentivo per la parte relativa a i beni immateriali, ha imposto un tetto di spesa pubblica per il 2025 di 2,2 miliardi di euro per la misura.
Dall’aprile 2024 le imprese erano tenute unicamente a fare delle comunicazioni ex ante ed ex post, sulla base delle indicazioni contenute nel Decreto direttoriale 24 aprile 2024, ai fini del monitoraggio sull’andamento della misura. L’introduzione del tetto di spesa pubblica ha invece reso necessario l’approntamento di una piattaforma informatizzata (ospitata dal GSE, come quella del piano Transizione 5.0) in grado di gestire le prenotazioni e “scalare” in tempo reale le risorse utilizzate dal montante di quelle disponibili.
Come funziona la nuova procedura per il piano Transizione 4.0
La nuova procedura ricalca a grandi linee quella già esistente per il piano Transizione 5.0 e prevede obbligo di presentare una comunicazione ex ante (quella con le intenzioni di investimento), seguita, entro 30 giorni, da una comunicazione intermedia contenente la conferma dell’avvio dell’investimento corroborata da un acconto pari ad almeno il 20% della spesa totale.
Al termine dell’investimento – e comunque entro il 31 gennaio 2026 per investimenti ultimati entro il 31 dicembre 2025 e entro il 31 luglio 2026 per quelli completati entro il 30 giugno 2026 – l’impresa dovrà fare la comunicazione ex post, dichiarando le spese effettivamente sostenute, per accedere poi alla fase operativa della fruizione, che sarà possibile a partire dal decimo giorno del mese successivo a quello della trasmissione dei dati da parte del Mimit.
In fase di completamento sarà possibile modificare, ma solo al ribasso, le spese originariamente comunicate.
Le tempistiche
Ecco in sintesi lo schema delle tempistiche previste per le tre comunicazioni.
- Comunicazione preventiva: Le imprese devono trasmettere una comunicazione preventiva entro il 31 gennaio 2026, indicando gli investimenti previsti e il relativo credito d’imposta. L’ordine cronologico di invio determina la priorità nella prenotazione delle risorse.
- Conferma dell’acconto: Entro 30 giorni dalla comunicazione preventiva, l’impresa deve inviare una seconda comunicazione attestante il pagamento di almeno il 20% del costo di acquisizione come acconto.
- Comunicazione di completamento: Al termine degli investimenti, l’impresa deve trasmettere una comunicazione di completamento (entro il 31 gennaio 2026 per investimenti ultimati entro il 31 dicembre 2025, o entro il 31 luglio 2026 per quelli completati entro il 30 giugno 2026).
Transizione 4.0: cosa fare per le comunicazioni già presentate
Per le imprese che effettuano l’investimento nel 2025 ma che hanno già versato l’acconto entro il 31/12/2024 si applicano le vecchie regole previste dal decreto direttoriale 24 aprile 2024.
Le nuove regole sono invece valide anche per gli “investimenti già comunicati con data di ultimazione successiva al 31 dicembre 2024, per i quali, entro tale data, non risulta verificata l’accettazione dell’ordine da parte del venditore con il relativo pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione”.
Per salvaguardare la priorità cronologica, a queste imprese è dedicata una procedura specifica pensata per consentire loro di mantenere la priorità acquisita.
Le imprese dovranno dunque ripresentare, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, una comunicazione preventiva secondo le nuove regole, esattamente come le altre, ma – indicando i riferimenti delle precedenti dichiarazioni ex ante – manterranno l’ordine cronologico di presentazione della domanda e quindi la priorità di accesso alle risorse. Si noti che questo obbligo vale anche per le imprese che avessero già inviato anche la comunicazione di completamento.
Se l’azienda dovesse dimenticare di presentare la nuova pratica entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, dovrà a quel punto ripresentare la domanda ma perderà la priorità cronologica.
Da quando scatta la prenotazione
Come specificato dal decreto, ai fini della prenotazione delle risorse rileva l’ordine cronologico di invio della comunicazione in via preventiva. Sarà quella quindi la data che determinerà la priorità.
C’è poi l’obbligo della comunicazione intermedia (quella con l’acconto), ma – a differenza di quello che accade con il piano Transizione 5.0 – non è questa a quanto pare a determinare la certezza di accedere all’incentivo.
La procedura prevede infatti che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy Il Ministero invii mensilmente, entro il quinto giorno lavorativo di ciascun mese, l’elenco delle imprese relativo al mese precedente, secondo l’ordine cronologico di ricevimento delle comunicazioni preventive, con l’ammontare del relativo credito d’imposta utilizzabile in compensazione, sulla base delle sole comunicazioni di completamento. Il credito d’imposta sarà utilizzabile in compensazione a partire dal decimo giorno del mese successivo a quello della trasmissione dei dati dal Ministero all’Agenzia delle Entrate.
In pratica solo la comunicazione di completamento farà scalare il contatore delle risorse disponibili. La speranza è che, su questo punto, Mimit e GSE trovino il modo di comunicare per tempo alle imprese se la loro domanda troverà o meno risorse disponibili.
Vale la pena ricordare, comunque, che in caso di esaurimento, anche parziale, delle risorse, le comunicazioni restano valide e torneranno utili in caso di nuova disponibilità di risorse.
Il decreto direttoriale
Appena disponibile ufficialmente pubblicheremo il testo ufficiale del decreto direttoriale che contiene un’anteprima del modello di comunicazione.
Specifichiamo, però, che occorrerà attendere un successivo decreto direttoriale che dirà da quando sarà effettivamente disponibile il modello in formato editabile per la trasmissione attraverso la piattaforma sul sito del GSE.
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