Uno stanziamento da 350 milioni di euro da parte del Governo (più altri 125 milioni dalle Regioni), per “alleggerire” gli sforamenti di spesa legati al periodo 2015-2018. Ma niente abolizione della norma per gli anni successivi.
Si potrebbe arrivare a un’intesa già nei prossimi giorni sulla questione payback dispositivi medici. Nell’appuntamento tenutosi il 15 maggio, presso il ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministro Giancarlo Giorgetti ha incontrato le principali associazioni rappresentative del comparto dei dispositivi medici, con l’intento di risolvere un braccio di ferro tra imprese e Governo che si protrae da lungo tempo.
Il confronto si è svolto alla presenza, anche, dei rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, con Marco Alparone, assessore al Bilancio della Regione Lombardia, e Massimo Fabi, assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna.
Presenti inoltre Francesco Mennini, capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, e Achille Iachino per il ministero della Salute, insieme a Daria Perrotta per la Ragioneria dello Stato.
Cosa è emerso dall’incontro
Dopo la recente bocciatura del ricorso al Tar del Lazio, le parti istituzionali e associative hanno ribadito la necessità di superare gradualmente una norma ritenuta ormai insostenibile, avviando immediatamente politiche di salvaguardia per le imprese, con particolare attenzione alle Pmi, le più colpite dalle compensazioni richieste.
La proposta del Governo
In una nota diffusa al termine dell’incontro da Conflavoro Pmi Sanità, rappresentata dal presidente Gennaro Broya de Lucia, e Confapi Salute, con il delegato nazionale Michele Colaci, si apprende che il Governo ha presentato una nuova proposta, rafforzata da uno stanziamento di 350 milioni di euro, che ha raccolto consenso unanime per le annualità 2015-2018. Tuttavia, permangono nodi irrisolti per gli anni successivi.
Braccio di ferro sull’abrogazione della norma
Da un lato, le imprese chiedono l’abrogazione della norma, richiamando anche la natura straordinaria del contributo, riconosciuta dalla stessa Corte costituzionale; dall’altro, la Ragioneria generale dello Stato chiede garanzie su risorse e dati certi, indispensabili per definire soluzioni tecniche e operative sostenibili. “Conflavoro Pmi Sanità auspica che l’impegno congiunto di tutte le istituzioni coinvolte da questo Governo possa finalmente fare chiarezza su un tema che, per troppo tempo, ha generato incertezza, contenziosi e gravi difficoltà per migliaia di aziende italiane”, afferma Broya de Lucia. “Con questo ulteriore stanziamento possiamo ottenere una franchigia fino a 10 milioni al netto dell’Iva, salvando di fatto oltre il 95% delle imprese travolte dalla norma – aggiunge Colaci – è un primo passo importante, ma serve ora uno sforzo ulteriore per risolvere definitivamente una questione che sta logorando il settore”.
Una questione ancora aperta
È stato un confronto serrato, tecnico e politico, che secondo le aziende – conclude la nota – che “richiederà ancora passi determinati per sciogliere quello che ormai è divenuto uno dei nodi più critici del rapporto tra Stato, sanità e imprese”.
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