Le cooperative di comunità sono incontestabilmente il modello di impresa più resiliente nelle aree in cui gli indicatori demografici ed economici sono esplicativi di un disagio sociale, dove quindi è necessario creare i presupposti per presidiare il territorio e salvaguardare le comunità.
Confcooperative e Legacoop, le organizzazioni maggiormente rappresentative del tessuto cooperativo regionale, esprimono pertanto apprezzamento e soddisfazione per i due avvisi pubblici emanati dalla Regione Basilicata per l’aiuto e il sostegno alle nuove imprese, in particolare per l’appostamento di specifiche risorse destinate alle cooperative di comunità.
Numerose sono quelle che, così come avviene oggi in Basilicata con l’avviso pubblico “Aiuti ad imprese costituende” azione 1.1.3.B “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di nuove imprese”, hanno collegato a tale qualifica il riconoscimento di agevolazioni.
Si citano la Toscana e l’Emilia Romagna, che hanno promosso bandi dedicati alla costituzione e all’accompagnamento di cooperative di comunità, il Lazio e la Puglia che hanno stanziato risorse collegate con l’iscrizione agli albi regionali, l’area metropolitana di Palermo che, sulla scorta della legge regionale siciliana, ha lanciato un bando per la costituzione di cooperative di comunità.
Tutti questi interventi, incluso quello promosso adesso dalla Regione Basilicata, non ledono la potestà legislativa esclusiva dello Stato sul piano dell’ordinamento civile, limitandosi a introdurre criteri selettivi di modelli normativi già previsti e tipizzati dalla legge statuale in punto di costituzione e disciplina dei soggetti.
In tutti i casi, la legge regionale si limita a interventi di promozione coerenti con le potestà regionali e rispettose delle attribuzioni dello Stato.
Conseguentemente la scelta della Regione Basilicata di selezionare quali destinatari delle agevolazioni le cooperative con particolari caratteristiche, definite dalla legge regionale e dal bando, non esonda dai limiti del riparto costituzionale di competenze tra Stato e Regione in materia di ordinamento civile, né è effettuata in violazione delle norme nazionali in materia di cooperazione.
Semplicemente la Regione Basilicata, come tante altre regioni, coglie la portata di uno strumento tutt’altro che “suggestivo”, ma effettivo e funzionale per attivare interventi dal basso, per coinvolgere direttamente i cittadini delle aree a rischio di desertificazione economica e sociale, per integrare servizi multi-settoriali legati alle tipicità e alle richieste del territorio, per rispondere insomma ai bisogni delle comunità.
Quello di cui, al netto di posizioni strumentali che tendono a soddisfare le singole platee senza guardare all’interesse generale, la Basilicata ha in questo momento bisogno.
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