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Alluvione in Romagna, due anni dopo c’è la ricostruzione ma non ancora la sicurezza


A due anni dalle devastanti alluvioni che colpirono l’Emilia-Romagna nel maggio 2023, il ricordo resta vivo e il bilancio pesante: 17 vittime, 8,5 miliardi di euro di danni e un territorio che si è scoperto fragile di fronte all’impatto sempre più evidente della crisi climatica.
E se i fondi per la ricostruzione sono stati quasi tutti spesi, tra opere già finite, altre in cantiere e altre ancora progettate, a mancare è ancora la messa in sicurezza del territorio di cui si stanno ancora progettando gli interventi.

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Due anni fa l’alluvione in Romagna: il punto su ricostruzione e messa in sicurezza

A fare un bilancio alla vigilia del secondo anniversario dell’alluvione in Romagna è la Regione, che come operazione di trasparenza ha creato un portale dedicato – www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro – dove è possibile consultare in tempo reale l’elenco degli interventi, divisi per provincia, e accedere a contenuti multimediali prodotti durante i sopralluoghi della Giunta. Proprio da questi incontri con i cittadini nasce la mostra fotografica “Nei luoghi dell’alluvione – Ascoltare per ricostruire”, con gli scatti di Cristina Gaddi, e il podcast dello scrittore Cristiano Cavina, che torna a raccontare la resilienza della Romagna dopo la tragedia.

Dal 2023 a oggi, la Regione ha messo in campo interventi straordinari per rimettere in piedi le aree colpite e proteggere quelle a rischio. Sono 2,8 miliardi di euro i fondi destinati alla ricostruzione pubblica, con 490 milioni per le opere di somma urgenza, e più di 2.200 interventi sulla viabilità, per un valore complessivo di 1,36 miliardi.
«Dei 2,8 miliardi di euro previsti per la ricostruzione pubblica – ha sottolineato la sottosegretaria Manuela Rontiniappena 60 milioni restano ancora a disposizione».
Sul territorio, i lavori sono visibili: 273 cantieri sono stati affidati all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, 126 dei quali già conclusi. A questi si aggiungono 352 interventi di difesa idraulica dei Consorzi di Bonifica, e 78 sotto la gestione di AiPo, per un investimento complessivo che supera i 750 milioni di euro.

Fondamentali anche le risorse mobilitate dai cittadini: la raccolta fondi “Un aiuto per l’Emilia-Romagna” ha superato i 52 milioni di euro, utilizzati in parte per rimborsare i danni a veicoli privati e finanziare sistemi di protezione domestica.
Uno dei settori più colpiti è stato quello agricolo: oltre 11.300 imprese hanno subito danni, in particolare su 160mila ettari di terreno. La Regione ha destinato più di 320 milioni di euro al comparto, provenienti da fondi europei, statali e regionali. Solo dal Fondo di Crisi della Commissione UE sono arrivati 100 milioni, già interamente liquidati. Ulteriori fondi sono stati allocati per strutture danneggiate, perdite produttive e per il ripristino attraverso il Programma di Sviluppo Rurale.
Dopo le nuove alluvioni del settembre e ottobre 2024, che hanno colpito nuovamente territori già danneggiati, sono state attivate misure straordinarie per le imprese, tra cui la misura 23 del PSR con uno stanziamento iniziale di 6,3 milioni di euro.

In questi due anni, però, si è proceduto solamente al ripristino dell’esistente, anche se in molti casi con standard di sicurezza superiori alla situazione pregressa. Ciò che invece dovrebbe aumentare la sicurezza del territorio non è ancora in una fase operativa.
Risale infatti allo scorso 30 aprile il decreto-legge che ha riconosciuto ufficialmente un livello di rischio superiore alla media nazionale per l’Emilia-Romagna, introducendo un nuovo approccio coordinato: un Piano speciale di ricostruzione, che sostituisce i precedenti piani settoriali, e un Programma straordinario per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, finanziato con 1 miliardo di euro da qui al 2038.

ASCOLTA LE PAROLE DI MANUELA RONTINI:

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