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Dalla smart city alla smart mobility: il ruolo centrale del cittadino


In un contesto globale caratterizzato da cambiamenti climatici, crisi energetiche e geopolitiche, le città devono portarsi in prima linea a difesa dei propri cittadini e dei propri territori, diventando laboratori di trasformazione, dove tecnologia e governance si intrecciano per migliorare la qualità della vita e ridurre l’impatto ambientale.

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L’importanza delle città per un futuro sostenibile è chiaramente indicata dall’11° SDG dell’ONU e da quanto prevede il Green Deal europeo.

Le smart city emergono in tal senso come una delle risposte più efficaci alle sfide del nostro tempo, in quanto coniugano innovazione digitale e sostenibilità ambientale.

Dalla smart city alla smart mobility: mercato e scenario applicativo

In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, il mercato delle smart city ha superato già nel 2023 il valore di un miliardo di euro e continua a crescere nel 2024.

Con investimenti e progettualità che si concentrano su ambiti come: l’illuminazione pubblica intelligente, la mobilità smart, la gestione dei rifiuti, il monitoraggio ambientale e la sicurezza urbana.

Queste progettualità sfruttano l’innovazione tecnologica e digitale per aumentare efficienza e resilienza dei nostri territori, lavorando su
tutte le dimensioni principali di sostenibilità: ambientale, sociale e di governance.

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Smart mobility

Tra i vari ambiti, quello della mobilità smart rappresenta senza dubbio uno dei filoni più rilevanti nel nostro Paese.

La smart mobility è infatti inclusa nella Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, nel Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile (PSNMS) ed è oggetto di più di una Missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

A livello locale, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano, il tema continua ad essere centrale per i comuni italiani: più di 4 comuni su 5 (78%) con popolazione superiore a 15.000 abitanti lo considerano molto rilevante o fondamentale [1].

Ai primi posti – in termini di maturità delle iniziative – troviamo applicazioni di mobilità elettrica, sharing mobility e gestione del traffico, con progetti in fase di adozione da parte delle città o già completamente integrati nella strategia complessiva di mobilità.

Questi ed altri dati saranno presentati in occasione dei prossimi due eventi organizzati dai due Osservatori, in programma a maggio:

Sostenibilità ambientale: il ruolo delle città nella lotta al cambiamento climatico

Le città sono responsabili della gran parte delle emissioni di CO₂ e proprio per questo risultano essere al centro della transizione ecologica.

Il programma Horizon Europe “Climate Neutral and Smart Cities” ha selezionato 112 città, di cui 9 italiane, per guidare il percorso verso la neutralità climatica entro il 2030, facendo da apristrada per tutto il resto del continente, che ha l’obiettivo di diventarlo entro il 2050.
Dall’analisi di queste città emerge come gli edifici e i trasporti (e l’energia ad essa connessi) siano i principali responsabili delle emissioni urbane in Italia, on una quota superiore al 90%.

Per affrontare questa sfida, le città stanno sperimentando soluzioni come, per esempio, l’utilizzo di energie rinnovabili, l’adozione di modelli di mobilità sostenibile o di Digital Twin in grado di geolocalizzare criticità come le isole di calore.

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L’obiettivo di neutralità climatica resta molto ambizioso, ma gli obiettivi e le azioni concrete e coordinate, come quelle definite dalla Missione “Climate Neutral and Smart Cities”, aiutano a colmare il divario e a delineare un futuro più sostenibile e resiliente.

Iniziative MaaS (Mobility as a Service)

Sul fronte della mobilità, le iniziative MaaS (Mobility as a Service) sono quelle più indicate per risolvere parte dei problemi legati al traffico e alle emissioni.

I progetti MaaS crescono a livello globale, sia in termini di diffusione sia di maturità dei progetti. In Italia, una delle iniziative più importanti è rappresentata da MaaS for Italy, finanziata dal PNRR e dal Fondo Complementare per un totale di 56,9 milioni di euro, con l’obiettivo di realizzare progetti di mobilità integrata in 6 grandi città e 7 Province e Regioni, secondo un approccio multi-territoriale.

Dopo una prima fase di stallo, dovuta a difficoltà di adozione e a limitazioni in termini di interoperabilità e multimodalità della piattaforma nazionale, l’iniziativa sta via via recuperando terreno.

Negli ultimi mesi, infatti, si sono registrati i primi segnali di ripresa. Per esempio, grazie a MaaS for Italy, la Regione Campania e il Comune di Bari stanno integrando servizi di mobilità sostenibile, come trasporto pubblico e car sharing, con incentivi per promuovere l’uso di trasporti ecologici e intermodali.
Questi segnali positivi sono fondamentali per stimolare la domanda e spingere l’adozione dei sistemi MaaS, contribuendo a una transizione verso una mobilità più sostenibile e connessa.

Entro metà 2025, le città e i territori aggiudicatari dovranno predisporre il documento di valutazione delle sperimentazioni realizzate, mentre tutte le attività sperimentali previste dovranno concludersi entro il 30 giugno 2026.

Sostenibilità sociale: il cittadino al centro

La dimensione ambientale non è l’unica che le città devono tenere in considerazione, la sostenibilità passa anche dall’inclusività dei centri abitati, dalla loro sicurezza e dall’accessibilità di servizi (come la sanità, la mobilità, il commercio e le attività culturali e sportive), in una parola dalla sostenibilità sociale.

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In questo senso, le città saranno sempre più chiamate a mettere il cittadino al centro dei propri processi e delle proprie decisioni.
Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale, ma ancora limitato in Italia, dove sono poche le città che riescono ad avviare progetti efficaci di cittadinanza attiva. Progetti come la creazione di Comunità energetiche rinnovabili (sbloccate nel 2024 dal Decreto CACER) si pongono proprio l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza e di perseguire, con essa, obiettivi di sostenibilità.

L’accesso ai servizi urbani rappresenta un’altra sfida: il digital divide colpisce ancora una fetta molto importante della popolazione italiana, con differenze marcate tra fasce d’età e livelli di istruzione.

Per questo, la tecnologia deve essere accompagnata da strategie per l’inclusione digitale. Affinché le smart city abbiano un impatto reale, è essenziale che la tecnologia sia messa al servizio della comunità, promuovendo fiducia, trasparenza e partecipazione attiva.

Sostenibilità di governance: la sfida dell’intelligenza artificiale

La sostenibilità della governance è una delle dimensioni centrali da considerare nelle realtà urbane. Riguarda l’insieme di regole, processi e strutture con cui le amministrazioni locali sono gestite, orientate e rese responsabili.

L’intelligenza artificiale, da questo punto di vista, rappresenta una grande opportunità, ma anche una sfida per i processi decisionali, la trasparenza e la sicurezza dei dati. Per sostenere i decisori pubblici in questa sfida l’Unione europea ha introdotto normative per garantire un uso responsabile dell’IA, come il Data governance act (2022) e l’AI Act (2024), che impongono criteri di sicurezza e controllo umano in determinate condizioni.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Smart City che ha coinvolto più di 300 pubbliche amministrazioni locali, in Italia solo il 4% dei comuni ha avviato progetti che abbiano coinvolto l’IA, un dato solo parzialmente migliore del 2% riscontrato nella rilevazione del 2023.

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Le principali applicazioni sono state volte a fornire supporto decisionale, analisi dei dati raccolti e l’analisi dei video, ma esistono anche comuni che adottano modelli di AI generativa per esempio per valorizzare contenuti culturali o migliorare il dialogo con i cittadini tramite chatbot.

Criticità

Le principali criticità che ad oggi impediscono la maggior diffusione di questa tecnologia riguardano la carenza di competenze, l’incertezza normativa su privacy e sicurezza, la mancanza di risorse e la resistenza al cambiamento. Attualmente, solo una piccola porzione dei comuni ha istituito un team dedicato all’IA o ha avviato campagne informative per cittadini e imprese. Per rendere l’IA una leva di sviluppo sostenibile, le amministrazioni dovranno dunque investire in formazione, governance dei dati e strategie di coinvolgimento della cittadinanza.ù

Oltre il perimetro urbano: il ruolo delle smart road

La strategia per perseguire gli obiettivi di efficienza, sicurezza e sostenibilità nella mobilità emerge anche attraverso le sperimentazioni in ambito smart road, sempre più diffuse e innovative: dei 166 progetti censiti a partire dal 2017 a livello globale, ben 46 sono stati lanciati nel 2024, in crescita rispetto ai 44 del 2023 e ai 28 del 2022.

In tale scenario, l’evoluzione delle tecnologie V2X gioca un ruolo chiave, permettendo ai veicoli e alle infrastrutture di condividere in tempo reale grandi volumi di dati, aumentando la capacità di coordinamento delle manovre in scenari complessi di mobilità e rendendo la comunicazione efficiente, robusta, versatile e sicura.

I principali obiettivi delle iniziative avviate riguardano la sicurezza stradale, il maggior comfort per chi guida, l’ottimizzazione dei flussi di traffico, la possibilità di ottimizzare la manutenzione dell’infrastruttura stradale e la riduzione dell’inquinamento.

In Italia sono 21 le iniziative attivate nel solo triennio 2022-2024, a riprova dell’impegno e dell’interesse del Paese su questo fronte.
Recenti esempi, particolarmente virtuosi, sono:

  • La A7 Milano-Serravalle, con un progetto che trasformerà l’intero tracciato in smart road entro il 2026, con l’obiettivo di migliorare sicurezza e gestione del traffico tramite tecnologie digitali per il monitoraggio in tempo reale, rilevamento incidenti e comunicazione veicolo-infrastruttura;
  • la A32, lungo la quale nel 2024 è stato avviato un corridoio digitale abilitato al 5G in prossimità del traforo del Frejus, con l’obiettivo di migliorare la connettività e la sicurezza della mobilità lungo l’asse Torino-Lione, in un’ottica di supporto alla mobilità connessa e autonoma.
  • la A2, dove nel 2024 è stata completata la Green Island di Montalto Uffugo (CS), una delle infrastrutture simbolo del programma Smart Road di Anas, di cui l’investimento complessivo ammonta a circa un miliardo di euro e del quale è tuttora in corso una prima fase sperimentale.

Integrazione con dati geospaziali e uso dell’AI

I servizi abilitati dai progetti smart road saranno ulteriormente potenziati attraverso due strumenti di cui oggi si osserva un uso crescente: l’integrazione con dati geospaziali, provenienti da satelliti, e la loro rielaborazione attraverso algoritmi di AI.

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In futuro, è probabile che assisteremo a un aumento delle partnership tra attori pubblici e privati, per integrare sempre di più le informazioni provenienti da veicoli e infrastrutture con i dati quelli satellitari e con l’intelligenza artificiale, accelerando così l’innovazione e la sostenibilità nel settore della mobilità.

Prospettive future per smart city e smart mobility

Le smart city rappresentano un tassello fondamentale della transizione ecologica e digitale.

Tuttavia, per garantire uno sviluppo realmente sostenibile, le città devono affrontare criticità strutturali come la carenza di personale (citato come una barriera forte dal 71% dei comuni intervistati dall’Osservatorio) e di competenze, la frammentazione amministrativa e il digital divide.

Il futuro delle città intelligenti dipenderà dalla capacità di integrare innovazione e partecipazione, rafforzando la governance e garantendo che le tecnologie digitali rispondano alle esigenze reali delle comunità urbane.

Solo così sarà possibile trasformare le smart city in motori di crescita sostenibile e inclusiva.

Bibliografia

[1] Osservatorio Connected Vehicle & Mobility (98 comuni rispondenti), 2024.



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