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aumentano quelli alle famiglie, in calo quelli alle aziende


Come emerso dai dati sull’andamento del credito regione per regione elaborati dall’Abi, si è riscontrato un aumento dei prestiti alle famiglie dal mese di settembre del 2024 nella quasi totalità delle regioni italiane. Un trend sul quale hanno sicuramente influito due fattori: la ripresa generale del mercato immobiliare e il calo graduale dei tassi di interesse. La regione che ha fatto registrare un maggiore aumento dei prestiti alla famiglie è stata la Puglia, con l’1,5%. A livello territoriale l’incremento del Nord è stato pari allo 0,3%, mentre al Centro si è attestato allo 0,2% e al Sud all’1%.

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Se da un lato aumentano i prestiti alle famiglie, d’altro lato si registra un calo generalizzato in tutta Italia del credito alle imprese. Le regioni dove si è registrata una maggiore diminuzione del credito alle imprese sono state il Veneto (-7,4%) e il Friuli Venezia Giulia (-7,7%), seguite dalla Valle d’Aosta (-6,1%), dal Molise (-5,7%) e dalle Marche (-5,5%).

Questo fenomeno dipende probabilmente dai tassi di interesse che, benché siano stati tagliati dalla BCE a settembre, ottobre e dicembre, restano ancora piuttosto elevati. Non è da escludere quindi che le aziende abbiano preferito privilegiare l’uso della liquidità detenuta sui depositi. In Veneto i depositi totali, comprensivi di quelli per le imprese e per le famiglie, a settembre del 2024 sono scesi dello 0,7%, mentre in Emilia-Romagna il calo è arrivato all’1,4%. Dando uno sguardo alle altre regioni, sono da segnalare contrazioni importanti dell’1,2% e dell’1,8% in Umbria e Toscana, e dello 0,7% in Veneto. Il picco di contrazione più alto si è registrato in Liguria, con un calo del 2,7%.

Nonostante l’andamento un po’ ondivago dei prestiti, che calano tra le aziende e aumentano tra le famiglie, va detto che rappresentano comunque strumenti preziosi per fare investimenti importanti che richiedono molti fondi. Il punto non è tanto se chiedere o meno un prestito, ma piuttosto scegliere quello più adeguato e sostenibile secondo le proprie necessità. A tal proposito consigliamo, tanto alle famiglie quanto alle imprese, di consultare il portale youFin.it, che fornisce supporto e consulenza professionale per individuare le soluzioni finanziarie più affidabili e personalizzate secondo ogni singola esigenza.

C’è poi l’ampio capitolo dei crediti deteriorati, noti come Non Performing Loans (NPL), vale a dire i prestiti che le banche non riescono a recuperare poiché i debitori non sono in grado di pagarli, o li pagano in ritardo. La ricerca condotta dall’Abi fornisce i tassi di incidenza delle sofferenze lorde sugli impieghi delle regioni italiane. Per otto regioni situate al di sotto della Campania, compresa la Sardegna, la percentuale varia tra il 3% e il 4%. Nel Lazio il tasso scende al 2,9%, mentre nelle Marche, in Toscana e in Umbria si attesta attorno al 2,5%. Le altre regioni italiane presentano infine percentuali che oscillano tra l’1% e il 2%.

Un dato che non sorprende poiché, come spiegato dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli, al Sud gli NPL sono storicamente più alti. Tuttavia i numeri sono incoraggianti, poiché negli ultimi anni il divario si sta gradualmente assottigliando.

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