Sappiamo ancora immaginare il nostro futuro? E quali strumenti abbiamo per farlo in Italia? È da domande come queste che nasce “Ecosistema Futuro”, il progetto promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile che, dopo aver portato la sostenibilità nel dibattito pubblico, nelle politiche e nelle pratiche della società italiana, propone una nuova sfida collettiva attorno ad un’altra parola visionaria: futuro.
Il progetto coinvolge al momento trenta tra università, centri di ricerca, aziende, enti della società civile e media che in Italia si occupano di futuro. Obiettivo: contribuire a mettere il futuro, o meglio “i futuri”, e il “pensiero a lungo termine” al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del nostro Paese, nonché identificare e studiare rischi, opportunità, percorsi e scenari che permettano all’Italia di realizzare uno sviluppo sostenibile da qui al 2100.
“Dobbiamo imparare a governare il cambiamento senza paura. Serve costruire una visione per il futuro del nostro Paese, altrimenti saremo parte della visione di qualcun altro”, ha commentato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, in occasione del lancio del progetto durante il Future Day (14 maggio), una giornata di dibattito pubblico, scientifico, culturale e politico a tema futuro all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile. “L’Italia, su questi temi, è ancora indietro, spesso bloccata in un dibattito di breve termine che impedisce alla classe politica, alle imprese e alla collettività di immaginare una società diversa, più creativa, più innovativa, più prospera”.
Della stessa opinione Carlo Carraro, rettore emerito dell’Università Ca’ Foscari e membro del Cmcc: “Uno degli elementi originali del progetto è studiare il futuro in modo interdisciplinare ed interconnesso. Non più, quindi, soltanto capire quello che ci aspetta a causa del cambiamento climatico, dell’innovazione tecnologica, dei trend demografici ecc., ma costruire un’analisi in cui questi fenomeni vengono considerati assieme”. Sul tema anche Giulia Di Donato, Officine Italia: “Per difendere gli interessi delle future generazioni, è fondamentale una chiara volontà politica e una cultura diffusa sui temi legati al futuro. L’Italia ha bisogno di modelli e strutture di governance anticipante”.
Principi contenuti anche nel “Patto del Futuro” (disponibile qui in italiano), approvato dalle Nazioni Unite nel 2024, e ribaditi nell’art. 9 della Costituzione italiana, che, dopo la modifica intervenuta nel 2022 su proposta dell’ASviS, prevede tra i compiti della Repubblica la tutela degli interessi delle generazioni future. Ecosistema futuro è stato pensato ispirandosi proprio a questi grandi cambiamenti, che stanno plasmando il modo in cui riflettiamo sul domani.
Al progetto partecipano tra gli altri l’Istituto italiano di tecnologia, il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, Officine Italia, Harvard Business Review Italia, l’Università Ca Foscari di Venezia, l’Italian Institute for the Future, l’Associazione italiana futuristi, e giornalisti come Riccardo Luna e Luca De Biase. La partnership è aperta e accoglierà nuove istituzioni e media partner nei prossimi mesi. Sostengono l’iniziativa Entopan, Iren, Randstad Research e Toyota Handling Italia.
Un team di realtà diverse tra loro che lavorano tutte verso lo stesso obiettivo, progettando e richiedendo azioni concrete. Perché mettere il pensiero di lungo termine e i diritti delle “future generazioni” al centro del dibattito del Paese vuol dire anche dare continuità agli obiettivi che l’Italia si è impegnata a realizzare firmando il Patto sul Futuro: istituire all’interno delle istituzioni pubbliche delle strutture capaci di fare previsione strategica (foresight); completare l’iter di approvazione della legge che obbliga a valutare l’impatto generazionale delle nuove norme, e coinvolgere i cittadini. Per questo, si intende convocare entro il 2027 una grande Assemblea nazionale sul futuro, che mobiliti cittadine e cittadini per discutere, con il supporto della scienza, le scelte da fare oggi per migliorare il benessere futuro del Paese.
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