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Aise.it – Agenzia Internazionale Stampa Estero


AREZZO\ aise\ – Si è aperta sabato 10 maggio, con la partecipazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la 44ª edizione di Oroarezzo, la manifestazione di IEG – Italian Exhibition Group dedicata alla produzione e alle tecnologie Made in Italy al servizio del settore orafo. La kermesse, in programma fino a domani, 13 maggio, nei padiglioni di Arezzo Fiere e Congressi, promuove e valorizza il meglio della manifattura italiana, dall’oro e l’argento ai gioielli con pietre preziose passando per i macchinari più innovative al servizio del comparto. Oltre 370 gli espositori, 400 i buyer esteri ospitati provenienti da 60 Paesi. Al Ministro, le Associazioni di categoria hanno consegnato un documento condiviso su sicurezza, semplificazione, formazione, passaggio generazionale, internazionalizzazione.
Presente alla inaugurazione anche Maurizio Forte, direttore centrale per i settori dell’export dell’Agenzia ICE: “la nostra strategia a supporto della gioielleria italiana prevede annualmente circa 20 attività promozionali dedicate”, ha ricordato Forte citando in particolare “la partnership consolidata con IEG orientata alla valorizzazione delle fiere italiane Oroarezzo e Vicenzaoro, con un robusto programma di incoming che coinvolge ogni anno oltre 1200 operatori esteri. Aggiungo poi i padiglioni nazionali italiani alle principali fiere settoriali estere JCK, le fiere di Hong Kong, SIJE, necessarie per presidiare i mercati maturi e per avviare la presenza su quelli emergenti”.
“Fondamentali”, per Forte, “gli accordi con i grandi player della distribuzione organizzata e dell´e-commerce, la innovativa campagna con gli influencer negli USA E UK e le indagini di mercato, attività quest´ultime realizzate in partnership con Federorafi”.
I dati di settore sono stati presentati ieri, quando è stata illustrata un’indagine di Yoodata Srl commissionata dall’Agenzia ICE.
“La nostra indagine rivela che il mercato più ampio, con un valore di oltre 5,2 miliardi di euro è quello britannico seguito da Francia, Italia, Germania e Spagna”, ha spiegato Sandra Bruno, CEO e partner Yoodata Srl. “L’Italia ricopre il terzo posto per vendite nel settore oreficeria e gioielleria e dopo il covid ha conosciuto una ripresa degli acquisti in gioielleria. La forza della produzione e il know how delle aziende Made in Italy non sono però sempre percepite all’estero”.
I “Big Five” europei insieme totalizzano oltre 20 miliardi di euro di vendite in gioielleria e oreficeria; nei cinque paesi le gioiellerie rappresentano il canale distributivo dominante per valore, e in Italia arrivano a rappresentare il 78% del totale e tra i loro clienti figurano molti turisti (il 24% del totale). I Department stores invece molto sviluppati in Spagna e Gran Bretagna. L’E- commerce, invece, pesa dal 14 al 20% in ogni paese.
Tra i driver di scelta dei consumatori: bellezza, legata al design, e reputazione. E ancora: facilità e l’accessibilità dei prodotti legata al rapporto qualità-prezzo.
“Per poter continuare ad essere competitivi dobbiamo continuare a dialogare con la grande distribuzione e con l’e-commerce creando partnership ma dobbiamo coltivare anche i rapporti con i buyers tradizionali”, ha sottolineato Matteo Masini, Dirigente Area Beni di consumo di Agenzia ICE. “Dobbiamo adottare un sistema multicanale sia sul piano della comunicazione con il cliente che delle partnership con gli operatori”.
Sempre ieri è stata presentata un’indagine sulle opportunità rappresentate dal Vietnam per le aziende italiane curata dall’Ufficio Ice di Ho Chi Minh City.
Il mercato vietnamita, in rapida evoluzione, vale 100 milioni di dollari ma a causa di un’economia molto controllata e una legislazione rigida sui prodotti in oro fatica ad entrare in relazione con il mercato italiano dell’oreficeria e della gioielleria. Un mercato che non può essere tralasciato, anche alla luce del fatto che dal 2027, grazie agli accordi bilaterali tra il Paese asiatico e l’Unione europea, non verranno più applicati dazi sulle importazioni di oro dall’Italia, oggi al 6,2%.
Il Vietnam è il primo consumatore del metallo prezioso nel Sud Est asiatico.
Masini, in questo caso, ha sottolineato che “in un mercato regolamentato le aziende italiane devono agire con attenzione. La popolazione di consumatori è giovane e in continuo cambiamento e la produzione è molto legata al gusto locale e le nostre aziende devono imparare a creare prodotti in sintonia con la cultura del paese. Noi le supportiamo a farlo e a stringere partnership con gli operatori locali, ad ottenere certificazioni di qualità e a raccontarle”. (aise) 

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