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Energia, “Report” sulla miniera di carbone di Carbosulcis che diventa deposito di rinnovabili con Energy Vault


Sassari Per capire gli orizzonti tracciati si parte dalla fine: «Felici i minatori, e anche il sindaco Cocco di Gonnesa. Questa è la visione giusta: non mettere toppe alla mancanza di lavoro, ma un’economia che si mette in moto, che guarda al futuro nel rispetto dell’ambiente creando valore. È così che un sito che produceva energia sporca si è trasformato in un sito di energia pulita e volano per l’economia del futuro». Sono le parole fiduciose di Sigfrido Ranucci nello studio di “Report”, a conclusione del servizio che andrà in onda all’interno del programma questa sera su Rai3 dalle 20.30, a cura di Michele Buono, sul futuro della miniera di Nuraxi Figus.

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Alla voce “futuro” fino a qualche tempo fa la risposta era una: il sito di Gonnesa, tra le più grandi miniere di carbone, fino a dieci anni fa l’unica ancora attiva in Italia, è destinato alla dismissione entro la fine del 2026. “Report” invece dà spazio alla soluzione per una riconversione mai vista prima a livello mondiale. Nel luglio 2024 la società svizzera Energy Vault, leader nell’accumulo di energia sostenibile, e la Carbosulcis, società controllata dalla Regione, hanno firmato un accordo per avviare il progetto di un sistema ibrido di accumulo gravitazionale, che ben si sposa con le caratteristiche del sito.

Il progetto di stoccaggio gravitazionale di energia rinnovabile prevede un sistema di pesi che si muovono verso l’alto quando serve incamerare energia in eccesso e scendono per rilasciarla: «La miniera è organizzata con due cantieri in superficie collegati in sottosuolo con una serie di gallerie – spiega nel servizio Stefano Farenzena, direttore tecnico delle miniere Carbosulcis –. I pozzi variano dalla profondità di 350 metri, quelli di Seruci, fino ai 500 metri di Nuraxi Figus». La presenza di dislivelli per creare gli effetti gravitazionali ci sono. «Prevediamo un investimento superiore ai 70 milioni – sostiene Luca Manzella, vice presidente di Energy Vault per Europa, Medio oriente e Africa –. Vogliamo dimostrare alla Regione che la tecnologia più innovativa funzioni e i ritorni potenziali economici».

La realizzazione dell’impianto è stata affidata a imprese italiane, per la struttura portante dell’impianto ci pensano in Sicilia, a Gela. I tubi di acciaio di 12 metri intorno ai quali agganciare i serbatoi arrivano da Castelnuovo Scrivia, in Piemonte. Nel sito minerario si prepara intanto l’area. Le opere civili e idrauliche sono nelle mani di imprese sarde. Il collaudo è previsto a giorni. Si pensa a un hub delle rinnovabili, l’energia di fotovoltaico ed eolico stoccata tra pozzi e gallerie di Nuraxi Figus. «Ci credo tanto – sostiene Pietro Cocco, il sindaco di Gonnesa –. Si fanno battaglie per mantenere l’occupazione con grande difficoltà però non se ne crea di nuova: ecco, questa è un’idea per pensare a un nuovo sviluppo e un nuovo lavoro».

Il Consiglio comunale ha approvato una delibera per mettere a disposizione gli immobili di proprietà all’interno della miniera di Seruci. E i lavoratori? «Noi restiamo sempre minatori – così Stefano Farenzena –, solo che non estraiamo più il carbone ma utilizziamo le nostre professionalità per mantenere in sicurezza le gallerie nel sottosuolo».



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