“La Regione Siciliana contribuirà con 300 milioni di euro al contratto di sviluppo per il rilancio dello stabilimento STMicroelectronics“. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Renato Schifani dopo l’approvazione in giunta della delibera che prevede l’utilizzo di una parte delle risorse Step (Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa) per la realizzazione dell’investimento nello stabilimento di Catania.
“Abbiamo fortemente voluto essere parte dell’accordo tra l’impresa e il ministero – sottolinea Schifani – perché intendiamo svolgere un ruolo attivo in questo importante progetto che prevede l’impiego di 4,25 miliardi di euro nel territorio siciliano e la nascita di circa 3 mila posti di lavoro di cui 1240 identificati come qualificati e competenti. Si tratta, inoltre, di un impegno strategico, come pure riconosciuto dall’Unione europea, per l’importanza che i microchip hanno nell’economia mondiale”.
La delibera approvata dal governo regionale attiva i processi per il trasferimento delle risorse regionali alla società. L’investimento pubblico globale, tra risorse ministeriali e regionali, sarà pari a 2 miliardi e 63 milioni di euro. Per quanto riguarda la sola Regione Siciliana, viene stimato un valore aggiunto di circa 895 milioni di euro e un impatto occupazionale di circa 8623 unità lavorative annue.
Per domani è prevista al Mimit la firma dell’accordo alla presenza del Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Per la Regione Siciliana saranno presenti, su delega del presidente, l’assessore dell’Economia Alessandro Dagnino e l’assessore delle Attività produttive Edy Tamajo.
Il finanziamento milionario rappresenta un segnale importante di attenzione verso il polo industriale etneo, settore strategico per l’economia del territorio.
“Apprezziamo che la Regione abbia scelto di sostenere un comparto ad alta tecnologia che può contribuire allo sviluppo produttivo locale – dichiara Rosy Scollo, segretaria generale della FIOM CGIL di Catania –. Trattandosi di fondi pubblici, riteniamo tuttavia imprescindibile che siano previsti vincoli occupazionali rispetto alla situazione attuale e che venga attuato un piano di crescita degli organici”.
Il sostegno pubblico, secondo la Fiom Cgil di Catania, “per essere efficace e giustificato, deve tradursi in garanzie occupazionali concrete e in una visione di lungo termine. In tal senso, sollecitiamo che venga mantenuto un livello qualitativamente alto, quel mix produttivo che nei decenni ha reso grande lo stabilimento catanese. E ovviamente serve la definizione, da parte dell’azienda, di un piano industriale trasparente e dettagliato. È un passaggio non più rinviabile – continua Scollo –. È necessario agire con pragmatismo, convocando le parti sociali e le aziende con un apposito “tavolo di lavoro”, e ottenendo quei dati necessari per analizzare le prospettive occupazionali. La Sicilia non può permettersi di restare indietro”.
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